La grande corsa non si ferma. I mercati continuano a macinare record, infrangendo ogni sorta di barriera. Il Dow Jones (+0,61%) è salito al di là della soglia dei 25 mila punti, mentre l’S&P (+0,40%) consolida i guadagni oltre la vetta dei 2.700 punti e il Nasdaq (+0,18%) quelli oltre i 7 mila.
Il rally ha contagiato sia l’Asia che l’Europa, ma anche gli Emergenti, ai massimi dal maggio 2011. Continua intanto la corsa di Tokyo, ma si avviano a chiudere con un nuovo rialzo Hong Kong, Taiwan e i listini cinesi, così come Sidney e il coreano Kospi. Non meno brillante Piazza Affari, il mercato più ruspante della vecchia Europa. L’incognita elettorale non sembra spaventare il Toro: l’ultimo sondaggio Sentix, del resto, segnala che la possibilità di un addio di Roma a Bruxelles è scesa, secondo gli umori degli europei, al 5%, rispetto al 20% di poche settimane fa. “Molti politici radicali hanno capito che schierarsi contro la moneta unica non porta voti”, sottolineano gli analisti di Berenberg.
Tanta euforia alimenta il sospetto che i mercati siano ormai avviati in una spirale pericolosa, che ricorda in maniera sinistra la bolla del Duemila. La forza finanziaria delle grandi Corporations, scrive John Plemder sul Financial Times, è così robusta da esser impermeabile a un intervento sui tassi della Fed. Ma i capitali, a partire da quelli accumulati dai Big della tecnologia, non sono indirizzati a investimenti o ricerca, bensì verso i buy back, motivati dall’interesse personale dei dirigenti e dei grandi gestori. Un gioco pericoloso che, prima o poi, porterà allo scoppio della bolla. Ma, come nota lo stesso Plender, nessuno vuole uscire dalla partita troppo presto, perché i guadagni migliori si realizzano nell’ultima parte del ciclo.
SALE TOKYO, ANCHE SIDNEY AI MASSIMI
Meteo Borsa segnala intanto temperature roventi, in netto contrasto con il freddo di stagione. Stamattina, nel finale di seduta, l’indice Nikkei di Tokyo sale dello 0,89%, sui massimi degli ultimi 26 anni. Seoul guadagna l’1%, Mumbai lo 0,5%. Meno ampio il rialzo dei mercati della Cina: Hong Kong +0,2%, indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +0,3%.
L’indice S&P/ASX200 della Borsa dell’Australia sale dello 0,7% e si porta sui massimi degli ultimi dieci anni.
SALE L’OCCUPAZIONE USA. OGGI I DATI SUL LAVORO
Poco mosse le obbligazioni, soprattutto sulle scadenze lunghe: il rendimento del Treasury Bill a 10 anni è 2,45%. Proseguono le vendite sulle scadenze più ridotte: il biennale tratta a 1,95%.
Il rally di Wall Street è stato sostenuto ieri anche dai dati preliminari sul mercato del lavoro. In dicembre le aziende private del Paese hanno creato 250.000 nuovi posti di lavoro, 60.000 più del previsto. Oggi usciranno i dati sull’occupazione.
Il rialzo va di pari basso con l’indebolimento del dollaro: stamattina il cross con l’euro è a 1,2075, un livello che non si vedeva da tre anni.
BANCHE RECORD. SOFFRONO INTEL, MACY’S E VICTORIA’S SECRET
Salgono le banche: Goldman Sachs +1,3%, JP Morgan +1,4%. Bene anche il manufacturing: General Motors +3.08%. In calo Intel (-1,83%), alle prese con la grave falla nei sistemi di sicurezza di tutti i processori, cioè le apparecchiature da cui dipendono i pc prodotti negli ultimi 10 anni.
Macy’s (-3,3%) ha annunciato 5 mila tagli e la chiusura di sette punti vendita. Tonfo di Victoria’s Secret (-12,3%): deludono le vendite natalizie del leader Usa della lingerie.
Il petrolio tipo Brent, nel giorno della pubblicazione dei dati sulle scorte degli Stati Uniti, ha chiuso in rialzo dello 0,3% a 68,1 dollari il barile, sui massimi degli ultimi tre anni. Stamane tratta a 67.95, Wti a 61,94. A Piazza Affari Eni +2,4%, Saipem +2,7%.
PIAZZA AFFARI AL TOP D’EUROPA
L’indice FtseMib (ieri +2,77% a 22.512 punti) ha riconquistato di forza la soglia dei 22mila punti perduta a fine 2017 grazie al momento d’oro di quasi tutte le borse.
Positive le altre Borse del Vecchio Continente: Pioggia di acquisti anche a Madrid (+1,93%), Parigi (+1,55%) e Francoforte (+1,46%). Cauta Londra, (+0,32%). Oggi usciranno i dati sull’inflazione dell’Eurozona.
GLI INDICI PMI SERVIZI AI MASSIMI DAL FEBBRAIO 2011
A dar la carica ai listini già in mattinata hanno contribuito i dati degli indici Pmi: l’economia della zona euro ha chiuso l‘anno con la crescita più solida di quasi sette anni, grazie all‘accelerazione dei servizi e delle attività manifatturiere in tutti i principali paesi. Secondo i dati compilati da Ihs Markit, l‘indice composito dei direttori d‘acquisto a dicembre è salito a 58,1 da 57,5 di novembre e un po’ sopra la stima flash di 58. Si tratta del valore più alto da febbraio 2011.
Accelera anche l’Italia: l’indice dei servizi è salito a 55,4 da 54,7 di novembre, archiviando il diciannovesimo mese di fila sopra la soglia di 50 che separa contrazione da espansione.
SPREAD SOTTO I 160 PB, RENDIMENTO BTP A 2.01%
Migliora il secondario della periferia. Il rendimento del Btp decennale scende al 2,01%, lo spread Italia-Germania si consolida al di sotto dei 160 punti base (157,70 -2,83%) mentre attorno alla chiusura quello fra Portogallo e Germania sul tratto decennale vale 150 punti base da una chiusura di ieri a 158 e dopo un minimo a 149 nel corso di questa seduta. A fine seduta lo spread Spagna-Germania valeva 111 punti base (da 116) dopo un minimo a 109.
La Spagna ha collocato ieri titoli per 4,25 miliardi su scadenze medio-lunghe con tassi in lieve rialzo rispetto alle aste di dicembre.
Parigi ha invece collocato 8,1 miliardi di euro di tre Oat, in prossimità della parte bassa della forchetta prevista fra 8 e 9 miliardi.
FCA VOLA OLTRE LA BARRIERA DEI 17 EURO
È stata la giornata di Fiat Chrysler: +8,36%, al nuovo massimo storico a 17,02 euro, sostenuto da un forte aumento degli scambi (35,2 milioni di titoli trattati contro una media di 8,7 milioni nelle ultime trenta sedute). A favorire il boom hanno contribuito la rottura di quota 16 euro; la giornata favorevole per il comparto automotive; un report sul settore auto in cui gli analisti di Mediobanca Securities evidenziano come il mercato Usa resti in buona salute, vicino a livelli record, sostenuto dalla crescita dell’economia e, in prospettiva, dagli effetti della riforma fiscale. Spiegazioni che, per la verità, non sembrano sufficienti a giustificare questo formidabile rialzo. Ma non ci sono, per ora, indiscrezioni fresche su possibili operazioni straordinarie, e non ci sono cambi di raccomandazione.
Il rally ha investito il resto della galassia Agnelli: Cnh, promossa oggi a “buy” da Deutsche Bank, balza del 3,1%, Ferrari del 4,17%, la holding Exor del 6,86%. Da segnalare anche il balzo di Brembo, salita di oltre il 3%.
SI RISVEGLIANO LE BANCHE E LE UTILITY
Si sono risvegliate anche le banche italiane: l’indice di settore è salito del 2,9% (+1,64% quello europeo).
Bene i Big. Intesa Sanpaolo avanza del 2,5%. La banca ha lanciato un piano di riacquisto su 2,6 miliardi di euro di obbligazioni con garanzia statale emesse da Veneto Banca e da Banca Popolare di Vicenza. L’operazione dovrebbe portare ad un risparmio sui costi di approvvigionamento del capitale pari a circa 43 milioni di euro. Unicredit +2,8%.
Ancora meglio le ex Popolari: boom di Ubi a +5% davanti a Banco Bpm (+3%). La Corte Costituzionale ha fissato al 20 marzo 2018 l’udienza sulla riforma delle banche popolari il cui termine di fine dicembre 2016 per la trasformazione in società per azioni era rimasto congelato dopo il ricorso presentato dal Consiglio di Stato.
In controtendenza Creval (-1,8%). Carige +1,27%: Malacalza Investimenti, salita al 20,64% nell’ambito dell’aumento di capitale, valuterà se incrementare ulteriormente la sua quota nell’istituto nei prossimi sei mesi restando comunque al di sotto della soglia del 30%.
Con l’eccezione di Campari (-0,63%), sono saliti tutti i tioli del paniere principale. Rimbalzano le utilities, dopo le vendite legate alle tensioni sui tassi. Guida la corsa A2A (+3,3%) davanti a Snam (+3,13%), impegnata nel rush finale per l’assegnazione della greca Defsa. Enel +3,15%. Attraverso la controllata per le rinnovabili statunitense Enel Green Power North America ha avviato la produzione dei parchi eolici di Thunder Ranch e Red Dirt in Oklahoma. L’investimento per la costruzione dei due parchi è stato di 855 milioni di dollari.
AL VIA L’ASTA SUI DIRITTI DEL CALCIO. SALE MEDIASET
Riflettori sempre accesi su Mediaset (+0,7%). L‘assemblea dei rappresentanti delle venti squadre della Lega Serie A ha approvato il nuovo bando per la vendita dei diritti televisivi del campionato di calcio per le stagioni 2018-2021. Le offerte dovranno essere presentate entro il 22 gennaio. L’accordo con Vivendi su Premium dovrebbe essere raggiunto prima della fine di gennaio. Sale anche Telecom Italia (+0,8%).
ASTALDI SUPERSTAR. CORRONO IMA E SAFILO
Lunga la lista dei rialzi tra le possibili “prede” dei gestori, a caccia di titoli per alimentare i piani di investimento del risparmio (i Pir). Corrono Ima e Safilo (+5%) davanti a Fiera Milano e Sogefi (+4%). Tecnoinvestimenti (+3,5%) ha aggiornato il record storico.
Astaldi +8,04%, secondo miglior titolo del listino milanese dopo Fca. Con gli ultimi ordini acquisiti a dicembre il gruppo di costruzione ha raggiunto i 3,1 miliardi di nuovi ordini nel 2017.
Tiscali +6,23%. Investment Construction Technology (Ict) ha reso noto di detenere una partecipazione potenziale del 23,53% e di poter acquistare altre azioni, anche se a oggi non intende acquisire il controllo della società. L‘azionista ha inoltre aggiunto che potrebbe proporre piani o operazioni strategiche che coinvolgono la società.
Nell’Aim prende velocità Digitouch (+16,52%). Fintel +6.71%.
Giornata di realizzi invece per Trevi (-6,6%) e Bim (-6,8%). Pesante Falck Renewable (-10%), declassata a “reduce” da Kepler e reduce da una impetuosa crescita nel mese di dicembre.