Quando si parla di Ipo, il piccolo Aim batte il grande Mta. Se nel 2015 sono approdate sul listino principale 10 nuove società, sono state 22 le quotazioni (18 Ipo e 4 ammissioni) sul mercato alternativo dei capitali dedicato alle Pmi. Un dato numericamente in linea con il 2014 ma in crescita a livello di capitali raccolti: 278 milioni, in aumento del 35% rispetto ai 206 milioni del 2014.
Certo, AIM Italia si caratterizza per minori requisiti in fase di ammissione e adempimenti post quotazione. La quotazione è così più facile e meno costosa. Ma si tratta spesso di società che stanno cercando di crescere e che trovano nel mercato dei capitali un’alternativa al credito bancario. Il modello di riferimento è l’Aim inglese che oggi conta 1.049 aziende e una capitalizzazione di 73,76 miliardi di sterline. Numeri ancora lontani alla realtà italiana, che comunque negli ultimi tre anni è cresciuta sensibilmente.
Attualmente le aziende quotate appartenenti all’indice FTSE AIM Italia sono 72 e capitalizzano oltre 2,9 miliardi di euro (+7% sul 2014). La raccolta complessiva di equity è stata di 715 milioni di euro. “Il mercato – rileva Anna Lambiase, ceo e fondatore della società di consulenza IR Top – si conferma per le società di piccola e media dimensione una piattaforma importante per raggiungere nuovi investitori specializzati e per agevolarne il processo di internazionalizzazione. AIM Italia rappresenta, inoltre, un indicatore per misurare l’evoluzione dei settori più strategici del sistema Italia, in particolare l’efficienza energetica e il settore digitale. Negli ultimi 3 anni, AIM Italia è cresciuto significativamente e continua ad essere una componente con un ruolo chiave per la crescita delle PMI”.
Se la tipologia di società quotate è variegata (dall’enogastronomia del Gambero Rosso alle assicurazioni di Assiteca), sono infatti i settori innovativi dell’efficienza energetica e del digital a fare da padroni. Il Green rappresenta il 22% in termini di società, il 21% in termini di raccolta e il 28% in termini di capitalizzazione; il Digital, rappresenta il 20% del mercato in termini di società, il 19% in termini di raccolta e il 16% in termini di capitalizzazione. Tra le ultime società approdate sull’Aim ci sono per esempio DigiTouch che si occupa di digital advertising, Elettra Investimenti (efficienza energetica), Masi Agricola (agribusiness) e Prima Vera (efficienza energetica), nata nata dalla fusione per incorporazione con la SPAC GreenItaly1.
La capitalizzazione maggiore tra le società quotate è registrata da Bio-on (Euro 222 milioni), seguita da LU-VE (Euro 196 milioni) e Rosetti Marino (Euro 139 milioni). Il 44% delle società ha invece una capitalizzazione inferiore a 20 milioni di euro. I risultati economico-finanziari del mercato AIM sono in crescita: il fatturato 2014 registra un incremento medio del 28% (’82% delle società segna un fatturato 2014 inferiore ai 50 milioni; il 34% ha un fatturato inferiore a 10 milioni di euro), mentre l’Ebitda registra un incremento medio del 9%. In crescita anche l’occupazione generata dal sistema Aim: le società offrono lavoro a 12.175 dipendenti con una crescita media del personale pari al +16% nel 2014. Rimane contenuto il flottante che nel 56% è inferiore al 20%. Nelle ultime quotazioni si è però attestato in media al 30%.