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Borsa, oro, Bitcoin: rally o bolla? Da Wall Street all’Europa e all’Asia record su record ma affiorano i primi scricchiolii

Pixabay

Di questi tempi vola tutta. Volano le Borse, vola l’oro, violano le materie prime, vola il Bitcoin e volano i titoli di Stato. Ma è un rally o una bolla? Il Sole 24 Ore ricordava domenica scorsa che sono ben 18 le Borse che in tutto il mondo sono ai massimi e collezionano record su record giorno dopo giorno. Sulla cresta dell’onda c’è Wall Street e c’è il Nasdaq, ma anche le Borse di Parigi e di Francoforte – senza dimenticare che negli ultimi 18 mesi il Ftse Mib è cresciuto di oltre il 60% – e poi i listini asiatici (dal Giappone all’India e a Taiwan), quelli del Sud America (Perù, Cile, Ecuador) e quelli dell’Europa dell’Est (Ungheria, Turchia, Polonia e Romania). Ma, paradossalmente, insieme e oltre le azioni, volano i titoli di Stato, i beni rifugio, l’oro, i gioielli, i diamanti, gli orologi, il Bitcoin. Qualche analisti avverte che un rally così generalizzato non solo è evento raro ma negli ultimi 80 anni è avvenuto solo 6 volte.

Ma che cosa c’è alla base del rally? Morya Longo, uno dei giornalisti finanziari più brillanti della nuova generazione, vede soprattutto due elementi, al di là del quadro macroeconomico che, salvo eccezioni (vedi la Germania), non conosce recessioni, c’è l’ancora abbondante liquidità che, malgrado il rinvio del taglio dei tassi di Fed e Bce, le banche centrali (Cina e Giappone in testa) continuano a rovesciare sui mercati e c’è la forza propulsiva dell’Intelligenza artificiale (Nvidia in primis).

Il rally e i suoi primi scricchiolii

Ma quanto potrà ancora durare il rally? Ci vorrebbe la sfera di cristallo per saperlo ma qualche scricchiolio comincia ad avvertirsi e obbliga alla prudenza. Longo segnala due fattori che fanno riflettere. Il primo riguarda le magnifiche Big Tech che da 7 sono scese a 4 perché Apple e Google sono in frenata e Tesla ha perso oltre un quarto del suo valore di Borsa. Il secondo è il calo dell’equity risk premium (cioè il premio per comprare azioni anziché bond) che, secondo la Bank of America, è ai minimi da decenni e cioè dal 2007, prima del crollo della Lehman Brothers. Guerra ai gufi ma fare gli scongiuri è d’obbligo.

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