Svaniti gli incubi che gravavano sul mercato finanziario a causa delle operazioni straordinarie sulle banche Usa e sulla seconda banca svizzera, gli operatori iniziano a respirare maggior ottimismo per gli indici di borsa, solo attenuato dal timore per le ulteriori strette monetarie che potrebbero gravare su altre realtà finanziarie. Per l’euro è invece possibile un calo sul dollaro, mentre lo spread è visto per lo più restare sotto i 200 pb.
E’ quanto emerge dal sondaggio di aprile condotto da Assiom Forex fra i suoi associati con la collaborazione del Sole 24 Ore.
Cresce l’ottimismo per gli indici di borsa
Secondo la stragrande maggioranza, l’86%, degli operatori, gli indici manterranno le posizioni attuali o metteranno a segno ulteriori rialzi, mentre un mese fa l’ottimismo si fermava al 70%.
“Le opinioni sono variegate e a volte divergenti” ha spiegato il presidente di Assiom Forex Massimo Mocio. “Da una parte, la ripresa messa a segno dal settore finanziario a seguito delle operazioni straordinarie su alcuni istituti di credito negli Stati Uniti e sulla seconda banca svizzera sembrano aver assicurato un certo ottimismo per il prosieguo di un rialzo degli indici di Borsa per i prossimi sei mesi, dall’altro il perdurare di un livello elevato di inflazione sta costringendo la Bce a proseguire con la manovra di stretta monetaria”. In particolare il 38% degli operatori vedono i mercati in ulteriore rialzo, anche a doppia cifra (per il 5%). Un mese fa questa attesa di rialzi era condivisa solo dal 31% degli operatori con un 4% di super-ottimisti. Cresce anche la fetta di quanti si attendono mercati stabili, una definizione che contempla movimenti sia al rialzo che al ribasso imitati al 3%: in aprile sono il 48% contro il 39% di un mese fa. E sono sempre in calo i più pessimisti che vedono ribassi: sono il 14% contro il 30% di marzo.
Timori per il peso delle prossime strette monetarie
Gettato alle spalle lo spauracchio di un effetto contagio dalle crisi finanziarie emerse negli Usa e in Svizzera, ora l’attenzione è per le future strette monetarie che, se dovessero portare a una fase di recessione, indurrebbe anche a svalutazione degli asset, un fardello che potrebbe essere troppo pesante per alcune banche.
Sono divise quasi equamente le opinioni degli operatori di Borsa circa le possibilità che gli episodi di crisi bancaria siano ormai superati e che il comparto finanziario dell’eurozona possa essere considerato al sicuro. Una prima metà degli operatori (il 52%) vede ancora possibili contraccolpi da una stretta monetaria eccessiva. L‘altra metà (48%) al contrario, constata che non c’è stato il temuto effetto di contagio e che dunque le norme introdotte con Basilea III sui requisiti di capitalizzazione hanno permesso alle banche europee di far agilmente fronte alle turbolenze. “Il sondaggio registra opinioni divergenti tra chi ritiene che i rischi finanziari derivanti da tematiche di origine bancaria siano ormai alle spalle” dice Mocio, “e chi non esclude ancora possibili contraccolpi specialmente se la stretta monetaria dovesse portare ad una recessione ed una conseguente svalutazione degli asset”.
La maggioranza vede lo spread fra i 150 e i 200 pb nei prossimi sei mesi
La stretta monetaria e le prospettive di una riedizione, con maggiori vincoli, del Patto di stabilità e crescita potrebbero condizionare lo spread, ma la maggioranza (il 57% contro il 62% di un mese fa) continua a vedere il differenziale navigare fra i 150 e i 200 punti nei prossimi sei mesi (oggi oscilla attorno ai 190 punti). Sale invece dal 26% al 33% il campione di quanti reputano probabile uno sforamento duraturo di quota 200 punti che porti lo spread a navigare stabilmente fra i 200 e i 250 punti.
“I timori circa un rafforzamento del vincolo esterno sulle politiche economiche dell’Italia, così come previsto nella proposta della Commissione Europea in merito alla riforma del Patto di stabilità, si rifletterebbe nel maggior pessimismo espresso dagli intervistati relativamente all’andamento del differenziale” dice ancora Mocio.
Visti possibili cali dell’euro sul dollaro dopo il recente rialzo
Dopo i rialzi delle ultime settimane, il mercato dei cambi potrebbe ora registrare un riequilibrio dei rapporti di forze fra euro e dollaro, emerge dal sondaggio. Saranno determinanti, anche in questo caso, le prossime mosse delle banche centrali in risposta all’andamento dell’inflazione. Nell’ultimo meeting sia la Bce sia la Fed hanno optato per un rialzo di 25 punti base e legato le ulteriori mosse all’andamento dei dati macroeconomici. Così, torna a crescere rispetto a un mese fa, addirittura raddoppiando dal 12% al 24%, la percentuale di quanti ritengono che la divisa comune potrebbe ora registrare una fase di ribassi dopo aver superato con decisione quota 1,10 sul dollaro. Sul fronte opposto rimane pressochè stabile (al 38% contro il 37% di un mese fa), la percentuale di quanti vedono nuovi guadagni dell’euro mentre scende sensibilmente, dal 51% al 38%, il campione di quanti puntano sua una stabilita’ del cross fra le due divise.