X

Borsa oggi 3 ottobre: preoccupano le tensioni in Medio Oriente e il rialzo del petrolio. Attesa per le mosse della Bce sui tassi

Pixabay

Gli investitori globali seguono con un occhio le evoluzioni della crisi in Medio Oriente che al momento sta portando ripercussioni più che altro sul prezzo del petrolio e sui titoli della difesa, con l’altro catturano ogni indizio utile a capire quali saranno le possime mosse di Fed e Bce. È probabile che gli indici Pmi dei servizi attesi oggi in Europa mostrino un’ulteriore moderazione dell’attività e consolidino le aspettative di tagli dei tassi da parte della Bce, mentre sono al centro dell’attenzione anche i potenziali movimenti dei tassi in Nuova Zelanda e negli Stati Uniti. Gli investitori stanno già scommettendo che la Banca centrale europea taglierà i tassi di 25 punti base nelle prossime due riunioni, in ottobre e dicembre, soprattutto dopo che ieri Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo Bce si è mostrata più ottimista sul fatto che l’inflazione sia sotto controllo. Il dato chiave per gli Usa sarà quello di domani sul mercato del lavoro. In Asia le quotazioni di hong kong si sbonfiano dopo 6 sedute di fila di rialzi, mentre Tokyo rimbalza dopo le uscite a sorpresa del nuovo premier giapponese. Le borse europee sono viste aprire in calo.

Wall Street chiude poco mossa. Al Nasdaq spicca il calo del 3,49% di Tesla

Wall Street, su cui pesano i timori per l’escalation delle tensioni in Medio Oriente, ha archiviato ieri una seduta poco variata. Riportando una variazione pari a +0,09% il Dow Jones e rimane intorno alla linea di parità l’S&P-500, che chiude la giornata a 5.710 punti. Senza direzione il Nasdaq 100 (+0,15%) dove però spicca la prestazione negativa di Tesla Motors, che scende del 3,49%. Nel paniere S&P 500 segni positivi per i settori energia (+1,12%) e informatica (+0,59%), mentre le peggiori performance sono state quelle dei settori beni di consumo secondari (-0,78%), beni di consumo per l’ufficio (-0,78%) e telecomunicazioni (-0,44%).

Attenzione anche al dollaro, in calo rispetto alle altre principali valute. L’indice del dollaro USA è sceso del 4,8% rispetto a un paniere di valute nel terzo trimestre del 2024, la sua peggiore performance trimestrale in quasi due anni. La pressione sulla valuta statunitense è aumentata dopo che la Fed ha effettuato un taglio di 50 punti base di dimensioni enormi il mese scorso, la sua prima riduzione dal 2020.

I prezzi del petrolio sono aumentati, poiché la prospettiva di un ampliamento del conflitto in Medio Oriente, che potrebbe interrompere i flussi di petrolio greggio dalla principale regione esportatrice, ha messo in ombra le prospettive più solide dell’offerta globale. Il Wti sale dell’1,51% a 71,16 dollari al barile e Brent +1,35% a 74,90 dollari al barile dopo che i nuovi bombardamenti di Israele a Beirut hanno provocato la morte di almeno sei persone.

Asia, si invertono i trend: Hong Kong scende dai massimi, Tokyo rimbalza

Come in un’altalena le borse di Hong Kong e di Tokyo si scambiano le parti rispetto a ieri. Così l’indice Hang Seng dopo sei sedute di fila in rialzo segna oggi un calo del 3%, la maggior variazione negativa giornaliera degli ultimi venti mesi. L’Hang Seng Tech perde il 7% e ripiegano quasi tutti i titoli decollati nelle ultime due settimane. Tra i tech: Alibaba -6%, l’operatore di e-commerce JD.com è in calo del 9%, il motore di ricerca Baidu del 7%. Tra le società del mattone, Longfor -11,5%, China Resources Land – 6%. Prima della correzione di oggi, la borsa di Hong Kong era salita del 23% dai primi annunci di provvedimenti di sostegno all’economia da parte delle autorità di Pechino.

Al contrario in Giappone rimbalza dopo l’inaspettata uscita del nuovo premier Shigeru Ishiba sui tassi. Il Nikkei guadagna il 2,5% e il cross dollaro yen sale sui massimi delle ultimi cinque settimane 146,7. Ishiba ha detto ieri sera che il Paese al momento non è pronto a sopportare l’aumento dei tassi, una presa di posizione netta e insolita contro la banca centrale e il suo governatore Kazuo Ueda, incontrato solo poche ore prima.

Borse europee viste in calo. Attesa per i Pmi

Le borse europee sono attese in calo sui timori di un’escalation in Medio Oriente, mentre gli investitori sono in attesa oggi di una raffica di dati oggi che potrebbero fornire indicazioni sulle prossime mosse della Bce. Ieri Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo Bce ha detto che è diventato ora più probabile un calo duraturo dell’inflazione all’obiettivo del 2% e non si possono ignorare i rischi per la crescita dell’Eurozona. Il future sull’Eurostoxx50 perde lo 0,38%. In leggero calo i futures statunitensi (-0,14% quello sul Dow Jones e -0,18% quello sull’S&P500).

Eni. B.F. sviluppa una partnership con Eni nel settore sementierio e acquista la partecipazione di maggioranza del 69,5% del capitale sociale di Kaiima Sementes.

Prysmian. FMR LLC (Fidelity Investments) ha una partecipazione pari al 5,107% in Prysmian, società quotata su Euronext Milan e attiva nel settore dei sistemi in cavo per energia e telecomunicazioni. È quanto emerge dalle comunicazioni della CONSOB relative alle partecipazioni rilevanti.

Stellantis. La profonda crisi dell’auto ed in particolare di Stellantis in Italia è stata confermata dai numeri diffusi dal sindacato dei metalmeccanici Fim-Cisl. che parla di una contrazione della produzione del 31,7% a 387.000 unità nel terzo trimestre rispetto alle 567.525 del 2023.

Tim. Il ministero dell’Economia ha presentato con Asterion un’offerta da 700 milioni di euro per acquisire l’intero capitale di Sparkle.

Mediobanca. L’accordo di consultazione di Piazzetta Cuccia è stato automaticamente rinnovato per altri tre anni fino al 31 dicembre 2027, con la partecipazione vincolata salita dal 10,98% all’11,40% del capitale. La variazione è da ricondurre all’apporto da parte di Finprog Italia di ulteriori 1,6 milioni di azioni e alla riduzione del numero di azioni componenti il capitale per l’annullamento di azioni proprie in portafoglio.

I dati in agenda oggi

Alle 10 il Pmi composito a settembre finale dell’Eurozona (preliminare: 48,9 punti; consenso: 48,9 punti) e il Pmi servizi sempre a settembre finale (preliminare: 50,5 punti; consenso: 50,5 punti). Alle 11 prezzi alla produzione ad agosto (precedente: -2,1% anno su anno).

Negli Usa alle 14:30 richieste settimanali di sussidi di disoccupazione (precedente: -4.000 unità a 218.000), alle 15:45 il Pmi servizi a settembre finale (precedente: 55,4 punti), alle 16 gli ordini delle imprese ad agosto (precedente: +5% mese su mese) e alle 16 l’indice Ism non manifatturiero a settembre (precedente: 51,5 punti; consenso: 51,7 punti)

Related Post
Categories: Finanza e Mercati