“Il ciclo dei rialzi cambia ritmo: d’ora in poi basta sprint, si correrà una maratona”. Ovvero, metafora a parte, quello di ieri sera sarà è probabilmente l’ultimo aumento di 75 punti base da parte della Fed. Ma il presidente Jerome Powell in conferenza stampa ha congelato l’entusiasmo di Wall Street: la guerra contro l’inflazione continua. Anzi i tassi alla fine di un percorso di minirialzi, saliranno più di quanto inizialmente previsto. È davvero prematuro parlare di svolta. “Comincio a vedere la luce in fondo al tunnel – ha detto Powell- ma è molto, molto lontana”.
In sintesi, a dicembre i tassi saliranno probabilmente solo di mezzo punto percentuale, ma i future danno come punto di arrivo della stretta monetaria la primavera inoltrata dell’anno prossimo, a 5%-5,25%, contro il precedente 4,5%. Lo show di mister Fed ha prima galvanizzato i mercati, visti i toni morbidi del comunicato, poi li ha depressi con i suoi moniti. L’atteggiamento non proprio da falco e nemmeno da colomba, diciamo da “falchetto”, di Powell non ha soddisfatto gli investitori ma non dovrebbe provocare nuovi sconquassi:
- Il Dow Jones arretra in chiusura dell’1,55%, l’S&P 500 -2,55, nuova doccia fredda per il Nasdaq a -3,36%. Stamane i future Usa segnalano stabilità.
- Continuano i patteggiamenti dei Big della Sanità dopo lo scandalo degli oppioidi: Wal Mart, Wallgrenn e Cvc hanno accettati di oagare 13,8 miliardi di dollari alle vittime.
- Incide in modo drammatico la pronunciata debolezza dei Big Tech, ancora una volta nel mirino dei venditori: Amazon -4,8% è caduta su minimi da aprile 2020, Meta (Facebook) -4,9% ha aggiornato i minimi dal 2016, Alphabet (Google) -3,8% è caduta su nuovi minimi da gennaio 2021. Il pesante sell off non si è ancora esaurito.
- In ascesa, ma non di molto, anche i rendimenti dei titoli del Tesoro a 4,10% (5 punti in più) ed il dollaro a 0,9825 sull’euro. “Mi rendo conto – ha ammesso Powell – che questo è un problema per molti, ma fa parte della nostra strategia contro l’inflazione, una battaglia importante per tutti”.
Apertura in rosso in Europa. Spread a 216
Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in calo dell’1%, questa la variazione negativa del future dell’EuroStoxx 50.
Ieri, al termine di una seduta d’attesa, Piazza Affari +0,03% è stata l’unica in Europa a chiudere con un segno positivo.
Lo spread tra decennale italiano e tedesco sale a 216 punti base (+2,75%), con tassi rispettivamente al 4,28% e 2,12%.
Oggi la Bank of England alzerà nuovamente i tassi di tre quarti di punto al 3%. La sterlina è in rialzo, così come lo yen sostenuto da nuovi acquisti per raffreddare l’ascesa del dollaro.
La Cina non allenta la stretta sul Covid
In Asia scendono le borse della Cina dopo la riconferma delle linee guide sul contrasto alla pandemia da parte delle autorità sanitarie di Pechino. La China’s National Health Commission ha raffreddato l’attesa di un ammorbidimento delle norme sanitarie con un comunicato nel quale si sottolinea l’importanza della vigilanza e del controllo del contagio. È stato chiuso e recintato l’impianto di Foxconn che produce la maggior parte degli iPhone.
Hang Seng di Hong Kong perde il 2,5%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -1%.
Sulla parità il Nikkei di Tokyo ed il BSE Sensex di Mumbai. In lieve rialzo il Kospi di Seul. S&P ASX200 di Sidney -1,8%.
Frena il petrolio, il freddo in arrivo spinge il gas (+8%)
Il petrolio WTI, condizionato dalle indicazioni in arrivo dalla Cina, segna un calo dello 0,6% a 89,5 dollari il barile. L’EIA (Energy Information Administration) ha comunicato che lo stock di greggio Usa è diminuito di circa 3,1 milioni di barili, rispetto ai +80mila attesi dagli analisti. In calo di circa 1,26 milioni barili le scorte di benzina rispetto ai -0,6 milioni attesi dagli analisti.
Ieri il gas europeo +8% a 125 euro, anche in previsione di un prossimo calo delle temperature. Buone notizie per l’Italia: al termine della campagna di iniezione conclusa lo scorso 31 ottobre, il livello di riempimento degli stoccaggi della Stogit (società controllata al 100% da Snam) ha raggiunto il 95,2%, per un totale di 11,2 miliardi di metri cubi di gas naturale, ai quali si sommano i 4,5 miliardi di metri cubi di stoccaggio strategico
Piazza Affari: Opa su Telecom, corrono i conti di Stellantis
Continuano sui giornali le indiscrezioni sulle grandi manovre su Telecom +1,54%. Ieri l’ad Labriola ha incontrato a Palazzo Chigi la premier Giorgia Meloni ed il sottosegretario Alessio Butti. Autore del piano che prevede la cessione dell’intera Telecom a Cdp per poi fondere la rete con Open Fiber e cedere tutto il resto. Ma Cdp, così facendo, potrebbe finire nel mirino di Eurostat che farebbe ricadere Telecom nel debito pubblico. Prende corpo così la voce su un’Opa congiunta di Cdp, Kkr, Vivendi e Macquarie.
In programma oggi la conference call dopo la trimestrale di Stellantis. La società ha chiuso il terzo trimestre con ricavi netti in rialzo del 29% a 42,1 miliardi di euro grazie alla crescita dei volumi ed all’effetto dei cambi. La consegna delle vetture è cresciuta del 13% a 1,281 milioni di pezzi anche per la miglior disponibilità di semiconduttori. Il gruppo conferma la guidance per il 2022. Le vendite di auto ad ottobre in Italia sono cresciute del 14,56%. Stellantis sale del 6,54% per un a quota di mercato pari al 32,9%.
MediaForEurope (Mfe) si è assicurata un’ulteriore partecipazione fino al 4,0% in ProSiebenSat.1 salendo al 29% del capitale e al 29,9% dei diritti di voto, consolidando la sua posizione di primo singolo azionista del gruppo media tedesco.
MPS. Al termine dell’asta dell’inoptato, i diritti acquistati danno la possibilità di sottoscrivere complessivamente fino ulteriori circa 112 milioni di euro dell’aumento di capitale della banca, ovvero quasi il 4,5% dell’intera ricapitalizzazione da 2,5 miliardi.
L’operazione Dufry-Autogrill sta procedendo secondo i piani e il closing della prima fase, con il trasferimento a Dufry del 50,3% detenuto da Edizione in Autogrill, è atteso entro la fine del primo trimestre 2023, ha comunicato il gruppo svizzero.