L’apertura positiva di Wall Street non è riuscita a sostenere le borse europee, che anzi, a fine seduta, hanno peggiorato ulteriormente e chiuso ampiamente in rosso.
Fanno male tutte le piazze principali: il FTSE MIB di Milano ha registrato un ribasso dello 0,7%, spinto dalle vendite su Stellantis e Campari. Anche gli altri principali indici europei hanno chiuso in rosso: il CAC 40 di Parigi affonda perdendo l’1,6%, penalizzata soprattutto dai titoli del lusso, tra cui Kering, Louis Vuitton, Lvmh ed Essilux, il DAX di Francoforte ha segnato una flessione dello 0,6%, l’AEX di Amsterdam ha chiuso con un ribasso dello 0,2%, e l’Ibex 35 di Madrid ha registrato una perdita dello 0,2%.
La giornata è stata influenzata dalla fiacca attività dei mercati, dovuta alle festività e alla scarsità di spunti significativi, con gli investitori focalizzati su tensioni geopolitiche e sulle prossime decisioni delle banche centrali sui tassi di interesse. L‘attenzione resta rivolta in particolare alla Fed, che potrebbe decidere di mantenere lo status quo al termine della prossima riunione. Inoltre, non ha contribuito a dare slancio nemmeno il segnale positivo arrivato dagli Stati Uniti, con l’ISM manifatturiero di dicembre che è salito a 49,3 punti, superando le attese e suggerendo un timido segnale di stabilizzazione, sebbene rimanga sotto la soglia di 50.
Piazza Affari ha registrato una giornata negativa, con vendite che hanno colpito quasi tutte le blue chip, in un contesto di scambi ancora deboli. Tra i titoli in difficoltà, Campari ha sofferto pesantemente, scivolando del 5,2% dopo l’allarme negli Stati Uniti riguardo al rischio legato al consumo di alcolici. Stellantis ha visto un crollo del 3,5% a causa del calo delle immatricolazioni a dicembre, mentre il titolo si trova ancora a fare i conti con un 2024 negativo, che ha visto una perdita di circa il 40%, e con un 2025 che si preannuncia difficile. Male anche Stm a causa della crisi nel settore auto. Ancora vendite su Moncler (-3,24%) e Iveco Group (-2,78%) mentre Pirelli è scesa del 2,54%. Nel settore del lusso, anche Cucinelli ha visto un ribasso dell’1,8%. Scende anche Nexi (-0,22%) nonostante il nuovo patto parasociale con gli azionisti chiave.
In controtendenza, solo quattro titoli sono riusciti a segnare guadagni. Saipem ha registrato un apprezzamento del 2,18%, Leonardo è salito dello 0,46%, Azimut ha guadagnato lo 0,21% ed Eni ha chiuso in positivo dello 0,06%.
Sul fronte macroeconomico, in Germania la disoccupazione di dicembre è rimasta stabile al 6,1%, con un incremento di 10.000 unità, meglio delle attese di 15.000.
Sul mercato valutario, l’euro/dollaro è ai minimi da due anni, mentre il petrolio è stabile e i prezzi del gas restano tesi.
Lo spread sale leggermente a 117 punti, con il rendimento del BTP decennale che ha raggiunto il 3,57%.
In Asia, i mercati hanno preso una boccata d’aria: Seul ha rimbalzato del 2%, interrompendo cinque giorni di perdite. L’indice Msci Asia-Pacifico ha guadagnato lo 0,38%, con la Corea del Sud in testa. L’Hang Seng di Hong Kong ha limato solo un +0,58%, restando lontano dal recupero totale. Nel frattempo, la Banca Popolare Cinese ha annunciato che taglierà i tassi “al momento opportuno” nel 2025, ha riportato il Financial Times.
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