L’inflazione è il vero nemico, i tassi devono salire. Un anno fa, a Jackson Hole, il presidente della Fed gelò con questo messaggio: nel giro di poche ore il Dow Jones perse oltre mille punti. Memori del precedente, i mercati aspettano in trincea le parole di Jerome Powell che parlerà alle 16, ora italiana. Ma stavolta il quadro è diverso: l’inflazione sta scendendo, la disoccupazione è ai minimi al 3,5%, il rendimento delle obbligazioni sale senza l’intervento della banca centrale. Il risultato? I tassi devono restare alti ancora per un po’ per consolidare i risultati raggiunti. Non è una buona notizia: in autunno i mercati dovranno limitare i danni, rinviando a fine anno i propositi di un nuovo rally. In Europa le prospettive nel breve non sembrano migliori a giudicare dall’uscita del presidente della Bundesbank Joachim Nagel che invoca un nuovo aumento già a settembre. A Christine Lagarde, che parlerà alle 21, l’onere di addolcire la pillola.
Future piatti in attesa del presidente della Fed
• L’avversione al rischio domina gli umori degli operatori in avvio della seduta. I future di Europa e Wall Street anticipano un avvio intorno alla parità.
• Il cross euro dollaro è sceso sotto la soglia di 1,08 per la prima volta dal 13 giugno a conferma che gli analisti sono convinti che oggi Powell potrebbe segnalare un’era di tassi di interesse più elevati.
• Il mercato dei bond governativi è in posizione di attesa. Rendimento del Treasury Note decennale a 4,24%. BTP decennale a 4,17%. Bund tedesco a 2,51%.
Nvidia vola e poi frena. In rosso Europa e Wall Street
• I formidabili risultati di Nvidia non hanno acceso l’entusiasmo degli operatori, convinti che, almeno nel breve, l’egemonia della società andrà a scapito di altri produttori. Il titolo, dopo aver toccato il record a 502 dollari (per una capitalizzazione di oltre 1.200 miliardi) scivola a 471, invariato.
• Ieri sera Wall Street ha invertito la tendenza positiva iniziale, chiudendo sui minimi della seduta. Nasdaq -1,87% e S&P500 -1,35%. L’indice FANG Plus, che raccoglie i dieci big tech made in Usa, ha perso il -3%.
• Anche le Borse europee hanno frenato lo slancio iniziale e sono scivolate al di sotto della parità nelle battute finali. EuroStoxx 50 -0,80% e FtseMib -0,57%.
In frenata i chips asiatici. La Cina chiude ai pesci giapponesi
• Mercati in flessione anche in Asia. Pagano il prezzo più alto i listini più legati alla tecnologia. I produttori di chip di memoria Samsung Electronics e SK Hynix, che hanno registrato forti guadagni all’inizio di questa settimana, oggi scendono di circa il 2%. Baidu Alibaba e Tencent Holdings, i tre grandi titoli tecnologici cinesi, scendono tra l’1% e il 2%. TSMC, il più grande produttore di chip dell’Asia, perde il 3%. Il produttore di apparecchiature per chip Advantest crolla in ribasso del -10% e registra la performance peggiore nel Nikkei 225.
• Il Nikkei225 cede il 2%, sulle preoccupazioni per un peggioramento dei legami commerciali con la Cina che ha vietato l’importazione di prodotti ittici dal Paese del Sol Levante. L’indice CSI 300 di Shanghai-Shenzhen perde lo 0,5%.
Si allarga la sfida dei Brics all’egemonia dell’occidente
A condizionare il quadro sono anche le novità sul fronte geopolitico: l’attentato mortale a Prygozhin, che meno di due mesi fa marciava su Mosca; la foto segnaletica di Donald Trump, arrestato ad Atlanta, pronto a giocare la carta della persecuzione nella prossima campagna per le presidenziali.
Ma la novità storica arriva da Johannesburg. Il vertice dei Brics si è chiuso votando l’allargamento del club a sette nuovi partner: Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti sono stati invitati a entrare nel blocco che oggi rappresenta il 36% del Pil mondiale e il 47% della popolazione dell’intero pianeta.
Cose turche: tassi al 25%, lira +5%
La novità epocale per ora non incide sulla marcia del dollaro. Sul fronte valutario, ieri ha invece fatto scalpore il forte rimbalzo della Lira Turca (+5% contro Euro e Dollaro). Oggi il cross è piatto. A sorpresa, la banca centrale turca ha aumentato il tasso di interesse di riferimento di 750 punti base, più del previsto, portandolo al 25%. L’istituto ha voluto dare un forte segnale nella lotta all’inflazione, che in luglio viaggiava intorno al 48%.
Il Petrolio Brent e Wti è in lieve rialzo. Gas Naturale UE in ribasso di un altro -13% a 32,0 euro/mwh. Una notizia fresca di stamattina segnala che in Australia i sindacati hanno approvato un accordo di principio con Woodside Energy. Svanisce il rischio di nuovi scioperi tali da alimentare speculazioni al rialzo.
La “rossa” accelera, Leonardo pure
Riflettori accesi sulla Ferrari, Jefferies alza il target price a 375 euro da 250 euro. Giudizio Hold.
Promozione anche per Leonardo. AlphaValue-Baader Europe ha alzato il target price a 14,60 euro, giudizio Add.