La Banca centrale Usa ha aumentato il costo del denaro, come previsto. Il tasso interesse di 75 punti è ora al 3-3,25%, ai massimi dal 2008. Ma la stretta non si fermerà qui: a fine anno, secondo la Fed, i tassi arriveranno al 4,4%, per poi attestarsi nel 2023 al 4,6%. Sono dati superiori alle attese degli analisti.
Gli annunci di Powell hanno avuto un effetto immediato sui listini. Le borse europee, reduci da una seduta al rialzo (a Piazza Affari l’indice Ftse Mib +1,2% a 22.035 punti) si preparano ad una pioggia di vendite: il future sull’Eurostoxx segnala un avvio a -1,7%.
Negativi anche i derivati sui listini Usa. Ieri, dopo una seduta in altalena, i mercati di New York hanno chiuso con il segno meno: S&P -1,7%, Nasdaq -1,8%.
Su i tassi anche in UK, Svizzera e Norvegia. Solo il Giappone resiste
La stretta dei mercati proseguirà oggi. La Bank of England aumenterà i tassi di mezzo punto, così come la Banca della Norvegia. La Svizzera seguirà gli Usa con un aumento di mezzo punto. Fa eccezione il Giappone, che ha deciso di confermare la politica dei tassi zero.
Nella notte il cambio dello yen è scivolato a 185,13 sul dollaro, ai minimi da 24 anni. Fa peggio la sterlina, scivolata ai livelli del 1985. In ribasso anche l’euro, poco sopra 0,98 sulla valuta Usa, sui minimi degli ultimi vent’anni.
Mosca -4,7%: una coda di 35 chilometri di gente in fuga
La caduta dei mercati è legata ovviamente anche alle minacce di Putin. Il presidente russo ha annunciato la mobilitazione di 300mila riservisti da dispiegare sul fronte ucraino, aggiungendo che il Paese è pronto a usare ogni mezzo per difendersi dall’Occidente. La Borsa di Mosca ha accusato un nuovo forte ribasso (-4,7%).
A poche ore di distanza dalle parole di Putin sono andati letteralmente esauriti i biglietti aerei per i voli in partenza dalla Russia: le mete preferite per i cittadini in fuga sono Dubai, Istanbul e Doha. Stamane, alla frontiera con la Finlandia, la coda per espatriare ha raggiunto i 35 chilometri.
S’inverte la curva dei tassi americani
Le comunicazioni della Fed hanno avuto un effetto dirompente sulla parte a breve del debito statunitense: il Treasury Note a due anni è arrivato a toccare un rendimento del 4,15%, da 3,98% di ieri, a fine seduta era a 4,11%. Tutto tranquillo sulle scadenze più lunghe: il decennale si è portato a 3,54%, più o meno i livelli del giorno prima. La curva dei tassi, per effetto di queste sollecitazioni, si è invertita ancora di più, lo spread dieci anni-due anni è a 55 punti base.
Schnabel (Bce): verso un aumento tra 0,50/0,75%
La pressione si fa sentire anche sulle obbligazioni dell’area euro. Ieri spread sotto controllo a 224 punti base. Ma la palla passa ora alla Bce e i falchi si fanno sentire: l’inflazione è ancora troppo alta e quindi i tassi d’interesse devono continuare a salire, ha detto Isabel Schnabel. “Una recessione incombente avrebbe un effetto frenante sull’inflazione”, ha dichiarato Schnabel in un’intervista al sito web tedesco t-online. “Tuttavia, il punto di partenza dei tassi di interesse è molto basso, quindi è chiaro che dobbiamo continuare ad alzarli”. Le aspettative del mercato sono per un incremento di 50/75 punti base a ottobre.
Frena l’Asia, Hong Kong segue il dollaro Usa
Politica monetaria e tensioni macro stanno influenzando tutti i listini azionari.
A Tokyo arretra l’indice Nikkei (-0,6%), nonostante lo yen debole. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen perde lo 0,8%. Kospi di Seul -1%. BSE Sensex di Mumbai -0,2%.
L’indice Hang Seng della borsa di Hong Kong perde quasi il 2%, a 18.089 punti, sui minimi da dicembre 2011. Stanotte l’Autorita’ monetaria dell’ex colonia ha alzato i tassi di 75 punti base, al 3,5%, con effetto immediato e di pari passo alla misura adottata dalla Fed, portando il costo del denaro nel mercato locale al livello più alto dalla crisi finanziaria del 2008. “C’è un’alta probabilità che Hong Kong registri una crescita negativa del Pil per quest’anno”, ha avvertito il segretario alle Finanze Paul Chan.
Rallenta la corsa del gas in Europa
Petrolio Brent e WTI in rialzo dello 0,5% dopo due sedute consecutive di ribasso. Il greggio del Texas tratta a 83,3 dollari il barile. Brent a 90,2 dollari. Reuters riferisce che almeno tre grandi raffinerie a controllo statale, più un’altra privata, stanno valutando la possibilità di aumentare la produzione per tenere testa al risveglio della domanda previsto il mese prossimo.
Scenario sempre molto volatile sul gas naturale. Quello Usa ha perso lo 0,6% a 7,73 dollari. Il gas europeo ha perso il 2,3% a 189 euro per MWh, ma le dichiarazioni bellicose di Putin lo avevano spedito in mattinata fino a 214 euro.
Accadrà in Piazza Affari: Telecom, Leonardo, Nexi
Ancora sotto tensione Telecom (+5,71%), ieri in fibrillazione a fronte dei movimenti del settore tlc scatenati agli acquisti di Xavier Niel (Iliad) che ha acquisito il 2,4% di Vodafone.
In grande spolvero anche Leonardo (+5,54%) nel quadro di una generale corsa del comparto difesa.
Sotto i riflettori oggi Nexi, uno dei soggetti che ha presentato un’offerta per la divisione pagamenti della spagnola Banco Sabadell, scrive Reuters.
Banco BPM. Il patto tra soci intende chiedere un posto nel consiglio d’amministrazione che uscirà dall’assemblea di aprile 2023.
Atlantia. Nell’ambito dell’Opa volontaria promossa da Schema Alfa, sono state rilasciate da Banca d’Italia le autorizzazioni richieste in relazione all’acquisto di una partecipazione qualificata indiretta in Telepass.
Aeffe prevede un aumento dei prezzi “di qualche punto percentuale” per i suoi marchi per far fronte ai costi crescenti e per proteggere i margini, ha detto il presidente esecutivo Massimo Ferretti.