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Borsa oggi 15 novembre: Powell gela le attese sui tassi e infiamma il dollaro. Wall Street debole influenza le Borse europee

Imagoeconomica

Il dollaro statunitense si avvia a chiudere una settimana di grandi guadagni, avvicinandosi ai massimi di un anno, accentuati nella notte dalla svolta aggressiva del presidente della Federal Reserve che ha spinto al rialzo i rendimenti dei titoli del Tesoro a breve termine, lasciando in territorio negativo Wall Street, in cui è da segnalre una Tesla in profondo rosso. Le azioni asiatiche sembrano chiudere più serenamente una settimana difficile, aiutate dalle vendite al dettaglio in Cina che hanno superato le previsioni di ottobre, in un segnale positivo per la spesa dei consumatori, sebbene altri indicatori siano rimasti delusi. Le borse europee sono viste aprire deboli. Occhi sui conti di Generali e Webuild

Powell: non c’è fretta di tagliare i tassi

Durante la notte, il presidente della Fed Jerome Powell ha affermato che non c’era motivo di affrettare i tagli dei tassi, poiché l’economia continua a crescere, il mercato del lavoro è solido e l’inflazione è ancora al di sopra dell’obiettivo del 2%, attenuando le aspettative di un taglio dei tassi il mese prossimo. I futures sui fondi federali sono crollati a dicembre, con 7 tick in meno, e implicano solo 71 punti base di tagli dei tassi entro la fine del 2025. Un taglio dei tassi il mese prossimo non è più un evento ad alta probabilità, con solo il 61% stimato, in calo rispetto all’82,5% della sessione precedente.

Dollaro superstar rispetto a tutte le valute. Euro al minimo di un anno

Ciò ha fatto salire il dollaro rispetto tutte le principali valute, soprattutto nei confronti dell’euro, poiché le aspettative di un allentamento monetario più consistente in Europa indeboliscono ulteriormentela moneta unica, già scambiata ai minimi di un anno. L’euro è sceso a 1,0541 dollari e si prevede una consistente perdita settimanale dell’1,7%. Continua a indebolirsi lo yen: il cross è sui livelli di luglio a 156,3.

I rendimenti dei Treasury a breve termine sono saliti vertiginosamente durante la notte e sono rimasti elevati stamane. I rendimenti a due anni si sono mantenuti al 4,358%, dopo essere balzati di 6 punti base durante la notte per chiudere al 4,357%.

Il rafforzamento del dollaro ha esercitato una pressione sui prezzi delle materie prime, con i prezzi dell’oro in calo del 4,4% questa settimana a 2.565,18 dollari, portando la perdita mensile finora a un considerevole 6,5%. Anche il petrolio è in calo per la settimana. I future sul greggio Brent sono destinati a una perdita settimanale del 2,8% e l’ultima volta sono stati a $ 71,79 al barile.

Il listino Usa ha archiviato la seduta sotto la parità, con il Dow Jones che lima lo 0,47%; sulla stessa linea, si è mosso al ribasso l’S&P-500, che ha perso lo 0,60%, chiudendo a 5.949 punti. Poco sotto la parità il Nasdaq 100 (-0,66%); come pure, sotto la parità l’S&P 100, che mostra un calo dello 0,48%. Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Tesla Motors, che ha chiuso a -5,77%

Il Nikkei sale dopo al dato del Pil. Crescono i consumi in Cina

Sale la borsa di Tokyo nel giorno della pubblicazione dei dati del PIL del Giappone del terzo trimestre. L’indice Nikkei guadagna lo 0,8%, la settimana si sta per chiudere con un calo dell’1,7%. L’economia giapponese è cresciuta dello 0,9% nei tre mesi fino a settembre rispetto al periodo precedente rallentando rispetto al 2,2% rivisto al ribasso del periodo precedente, ma leggermente superiore alle attese. Il rallentamento dovrebbe spingere il Primo Ministro Shigeru Ishiba un varare il pacchetto di stimoli che sarà reso noto già la prossima settimana, sebbene i consumi privati abbiano accelerato allo 0,9% rispetto al trimestre precedente, mentre l’inflazione rimane alta. L’attenzione si sposta sulla banca del Giappone, con il governatore Kazuo Ueda, atteso parlare lunedì., ultima occasione per Ueda per comunicare al mercato quali sono le sue intenzioni riguardo i tassi. Il mercato degli swap mostra una probabilità del 53% di un rialzo a dicembre, da 44% circa di una settimana fa.

La borsa di Hong Kong sale dopo cinque sedute consecutive di ribasso, indice Hang Seng +0,5%, -5,5% la performance settimanale. Da segnalare il rialzo del 15% di Cathay Pacific dopo aver annunciato il riacquisto di un bond convertibile. Scendono i titoli delle società fornitrici di Tesla , per effetto delle indiscrezioni sulla prossima eliminazione negli Stati Uniti di un incentivo all’acquisto di un’auto elettrica. JD.com perde il 5% nel giorno della pubblicazione dei dati del trimestre. Xiaomi + 3%: Morgan Stanley alza il target price. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,7%, un calo del 2,2% in settimana.

I dati diffusi stanotte dall’Ufficio nazionale di Statistica di Pechino mostrano un quadro di ripresa economica in atto. Le vendite al dettaglio sono cresciute in Cina al ritmo più sostenuto degli ultimi otto mesi, +4,8% rispetto a un anno fa, oltre le attese. La produzione industriale è invece aumentata del 5,3%, meno delle stime del consensus. Altrove in Asia, la borsa di Taipei ha chiuso in rialzo dello 0,4%, -3,2% la settimana. KOSPI di Seul +0,4%, -5,2% la settimana.

Borse europee viste deboli. Occhi a Generali, Webuild

Le borse europee, in scia di Wall Street, sono attese aprire in calo, come segnala il -0,62% del future sull’Eurostoxx50.

Generali ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con premi lordi in crescita del 18,1% a 70,7 miliardi di euro, grazie alla forte performance di entrambi i segmenti Vita e Danni. La raccolta netta Vita conferma l’andamento positivo raggiunto nel corso dell’anno e si attesta a 6,8 miliardi di euro, interamente concentrata nelle linee puro rischio e malattia e unit-linked. Il risultato operativo sale a 5.398 milioni di euro (+7,9%), grazie al contributo positivo dei segmenti Vita, Danni e Asset & Wealth Management, sopra i 5.154 milioni di euro indicati in un consensus fornito dall’azienda. L’utile netto normalizzato, al netto di fattori non ricorrenti, è cresciuto del 3,4%.

Webuild Spa ha fatto sapere oggi di aver chiuso i primi nove mesi con ordini acquisiti di 8,3 miliardi di euro, di cui oltre il 90% proveniente dall’estero, e principalmente Australia, Usa, Arabia Saudita ed Europa. Con l’aggiunga di ulteriori ordini in finalizzazione nei prossimi mesi, precisa la società, “risulta già interamente acquisito il totale ordini previsti per l’intero piano 2023-2025”. La pipeline commerciale di breve termine del gruppo ammonta a 118,5 miliardi e include gare presentate e in attesa di aggiudicazione per 21,8 miliardi. L’evoluzione dell’attività commerciale e del business, nonché l’ammontare e la qualità del backlog ordini, “consentono di confermare la guidance finanziaria per il 2024, che prevede un book-to-bill maggiore di 1,0X, ricavi superiori a 11 miliardi ed Ebitda maggiore di 900 milioni”.

UniCredit ha annunciato una nuova obbligazione retail direttamente negoziabile sul mercato MOT e Bond-X di Borsa Italiana. Si tratta di un bond a 13 anni con tasso misto. Prevede infatti cedole annuali fisse per i primi due anni, pari a 4,85% annuo lordo, mentre dal terzo al tredicesimo anno le cedole sono legate all’andamento del tasso Euribor 3 mesi, con un fattore di partecipazione al 200% e un cap al 4,85%. Il tasso di riferimento Euribor 3 mesi viene rilevato il secondo giorno lavorativo antecedente la data di inizio di ciascun periodo di interesse.

Stellantis non ha in programma di chiudere stabilimenti in Italia né di fare licenziamenti collettivi. Lo ha detto Giuseppe Manca, responsabile Risorse Umane di Stellantis Italia, illustrando il piano industriale per il Paese nel corso dell’incontro al ministero delle Imprese e del made in Italy. “Stellantis ha un piano per l’Italia, che è stato condiviso con i nostri partner sindacali, e che oggi condividiamo a questo tavolo”, ha detto Manca. I sindacati presenti all’incontro hanno però stigmatizzato l’inefficacia del tavolo ministeriale sull’automotive e criticato il governo per aver lasciato solo 200 milioni in manovra per il fondo sul settore, rispetto ai 4,6 miliardi precedenti.

Geox ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con una diminuzione dei ricavi del 9,7% a 525,5 milioni di euro rispetto a un anno prima e ha annunciato la chiusura delle attività di distribuzione dirette in Usa e Cina.

Aeffe ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un calo dei ricavi del 17,6% a 207,8 milioni, mentre l’ebitda è salito a 90,9 milioni incorporando la plusvalenza della cessione della proprietà di una classe di prodotti del marchio Moschino.

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