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Borsa oggi 13 gennaio: Europa giù in scia all’Asia, occhi alle banche centrali. I titoli del petrolio resistono alle vendite a Piazza Affari – DIRETTA

Le Borse europee non recuperano e restano negative, in scia all’Asia. Dopo i dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti, aumentano i timori per una pausa della Fed nel taglio dei tassi. A Milano salgono gas e petrolio. Anche Wall Street apre in calo – Segui la DIRETTA

Borsa oggi 13 gennaio: Europa giù in scia all’Asia,  occhi alle banche centrali. I titoli del petrolio resistono alle vendite a Piazza Affari – DIRETTA

Le Borse europee iniziano la settimana in ribasso, seguendo l’andamento negativo dei mercati asiatici. A pesare sono i recenti dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti, che riducono le prospettive di nuovi tagli ai tassi da parte della Federal reserve, e i futures americani in calo.

In Asia, il clima resta negativo per la quarta seduta consecutiva. Il Csi 300 di Shanghai e Shenzhen ha perso lo 0,29%, l’Hang Seng di Hong Kong è sceso dello 0,9%, mentre il Taiex di Taipei ha registrato un pesante -2,28%. Tokyo è rimasta chiusa per festività, evitando così le perdite. Nonostante le difficoltà sui listini, la Cina ha segnato un surplus commerciale record a dicembre, pari a 104,84 miliardi di dollari, grazie a un aumento delle esportazioni del 10,7%. La banca centrale cinese conferma che il Paese è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di crescita del Pil del 5% nel 2024.

I principali indici europei restano deboli a metà giornata, con la Borsa di Milano che segna la performance peggiore, con un calo dell’1,19% sul Ftse Mib. Seguono Parigi (-0,80%), Londra (-0,41%) e Francoforte (-0,70%), mentre Amsterdam perde circa l’1% e l’Ibex di Madrid scende dello 0,60%.

A Piazza Affari, resistono i titoli petroliferi ed energetici: Eni, Snam, Saipem e Tenaris. Perde anche Tim, sotto i riflettori in vista della decisione del giudice sul contenzioso con Vivendi riguardo la vendita della rete. Plenitude, tramite la controllata Eni New Energy US, ha completato la costruzione dell’impianto di stoccaggio a batterie di Guajillo (Texas), il più grande mai realizzato dalla società: l’impianto ha una capacità di 200 MW ed è equipaggiato con batterie agli ioni di litio LFP, che immagazzineranno in modo efficiente l’energia prodotta dagli impianti solari per renderla disponibile quando la domanda di mercato è alta. La migliore blue chip del giorno è Amplifon grazie a un report di Intermonte che ha aumentato il prezzo obiettivo da 28 a 33 euro per azione e migliorato la raccomandazione da neutral a outperform.

Tra i titoli peggiori c’è StMicroelectronics, penalizzata dal taglio del giudizio da parte di TD Cowen, che ha abbassato la raccomandazione a “hold” con un target price di 24,5 euro per azione. Forti vendite anche su Stellantis, Ferrari e Nexi. Male anche Prysmiam. UniCredit perde l’1,24% dopo le dichiarazioni di Jens Weidmann, presidente del consiglio di sorveglianza di Commerzbank, che si oppone alla scalata della banca italiana, ora al 28% del capitale della banca tedesca. Weidmann, ex presidente della Bundesbank, ha espresso dubbi sulla possibilità di una fusione amichevole, sottolineando che le acquisizioni ostili nel settore bancario difficilmente creano valore sostenibile.

L’Euro/Dollaro scende sotto la parità, con un calo dello 0,41%, mentre l’oro subisce una lieve discesa a 2.680 dollari l’oncia.

Il petrolio guadagna l’1,83%, spinto dalle nuove sanzioni statunitensi contro la Russia, che potrebbero influenzare le esportazioni di greggio verso Cina e India. Lo spread aumenta a 124 punti base, con il rendimento del BTP decennale al 3,84%. Il gas naturale sale del 4,2%, raggiungendo 46,7 euro al megawattora.

La giornata si apre in negativo anche per Wall Street dove entra nel vivo la stagione degli utili con le principali banche – Jp Morgan Chase, Wells Fargo, Goldman Sachs e Citigroup – pronte a pubblicare i risultati trimestrali. Oltre alle aspettative di una politica restrittiva della Federal Reserve per tutto il 2025, c’è l’aumento della volatilità, con il “VIX” che segna il massimo delle ultime tre settimane. Ma a pesare sulla Borsa, però, è l’annuncio di nuove restrizioni da parte di Joe Biden sull’esportazione di chip avanzati per l’intelligenza artificiale, mirate a limitare le vendite verso paesi non alleati degli Stati Uniti. Le nuove regole penalizzano particolarmente il settore tech, con Nvidia che apre in calo del 3,1% e Amd che perde l’1,7%.

Nel Regno Unito, la sterlina si indebolisce ulteriormente a causa delle preoccupazioni economiche, mentre i rendimenti dei titoli di Stato britannici continuano a salire.

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