Piazza Affari scende nel baratro, poi reagisce. L’indice, in picchiata in apertura a -6%, ha poi recuperato una buona parte della perdita. Alle 13 il calo scende a -0,98%. Il rimbalzo è, almeno all’apparenza, legato alla speranza nella tregua annunciata a metà mattina da Mosca, per organizzare corridoi umanitari. Ma la parola speranza, alla luce della situazione, sembra davvero fuori luogo.
Borsa nel baratro e il petrolio vola
I mercati stanno prezzando la prospettiva del taglio degli acquisti di petrolio e di gas russo, con la relativa ricaduta sull’economia europea in brusca frenata: domenica sera il segretario di Stato Usa, Anthony Blinken, ha detto ad un’emittente televisiva che sta trattando con l’Europa uno stop alle importazioni di petrolio russo, assieme ad interventi capaci di assicurare il soddisfacimento della domanda. Ardua impresa che non trova il sostegno della Germania. Il ministro degli Esteri Annalena Baerbock ha fatto notare che le misure sono efficaci solo se sostenibili nel tempo.
Il petrolio, schizzato oltre i 139 dollari sui massimi dal 2008, si è così assestato intorno a 122,5 dollari al barile.
Ancor più difficile un embargo per il gas naturale + 44% a 295 euro per megawatt/ora dopo aver toccato nei primi scambi il nuovo massimo storico a 345 euro. Gazprom, secondo Bloomberg, sta inviando gas naturale in Europa attraverso l’Ucraina in linea con le richieste dei clienti, con i flussi giornalieri che hanno raggiunto i 109,6 milioni di metri cubi lunedì.
Borsa nel baratro, crolla la fiducia degli europei
Il sentiment degli investitori nella zona euro è crollato a marzo, alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina e delle implicazioni che questa comporta per l’economia globale, secondo l’indice Sentix calato a -7,0 a marzo dal 16,6 registrato nel mese precedente, toccando il minimo da novembre 2020, lo stesso calo accusato dalla Borsa italiana in apertura.
L’oro tratta sopra i 2 mila dollari l’oncia. Lo spread con il Bund, bene di rifugio per eccellenza, sale a 165 punti.
Pochi titoli in rialzo, energetici e difesa
Tra i pochi titoli al rialzo figurano gli energetici guidati da Tenaris +11,78% a 12,91 euro, una quotazione che non si vedeva da aprile 2019. Da inizio anno il rialzo è del 39%, il miglior bilancio tra le blue chip di Piazza Affari.
Avanza anche Eni +2,85% a 13,22 euro. Per il Cane a sei zampe, il gas russo venduto in Italia vale circa 20 miliardi di metri cubi. Dalla Russia, arriva un terzo del gas messo sul mercato da Eni in Europa. La Russia produce circa undici milioni di barili al giorno, circa la metà viene esportato, in Europa ne arrivano poco meno di tre milioni.
La lista dei rialzi si completa con Leonardo +2,06%, in costante progresso con il resto del comparto difesa europeo.
L’ultimo segno più riguarda Telecom Italia + 10,02% a quota 0,2746 che rimbalza dalle infime quotazioni toccate venerdì dopo la pubblicazione dei conti. A favorire la ripresa ha contribuito probabilmente la lettera ai dipendenti del nuovo amministratore delegato: “La reazione negativa del mercato – scrive Pietro Labriola – era totalmente prevedibile e non deve creare alcun panico all’interno dell’azienda”. Telecom Italia ha spazzato via circa il 30% della sua capitalizzazione di mercato nelle ultime due sessioni.
Auto e fashion perdono quota
Assai più lunga la lista delle perdite, guidate dalla scuderia Agnelli, vittima delle previsioni negative sul futuro della manifattura, investita dal rischio stagflazione. Il titolo peggiore è Iveco -6,95% he pure ha annunciato la firma di un accordo con Hiunday Motor per esplorare possibili collaborazioni tecnologiche su propulsioni e piattaforme elettriche, inclusi sistemi a celle a combustibile, l’automazione dei veicoli e la connettività per i veicoli commerciali.
Ribasso analogo per Stellantis -6,92%, entrata più volte in asta di volatilità. Exor cede il 4,80%.
Dopo un avvio devastante recuperano posizioni i Big bancari Unicredit e Intesa, alle 12 e trenta in ribasso tra il 2 ed il 3%.
Recupera anche Moncler, dal -5% iniziale ad un assai più modesto -0,11%.