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Borsa, nel 2021 è febbre da opa: ecco le mosse più attese

Photo by Michael Longmire on Unsplash

A Piazza Affari è febbre da opa. Da inizio anno sette società quotate alla Borsa di Milano sono state oggetto di un’offerta pubblica d’acquisto, più di una al mese. Dal 14 giugno, giorno in cui partirà il periodo di adesione all’Opa promossa da CircularBidCo su Sicit, diventeranno otto. Rispetto al 2020, quando le offerte erano state 12 per un controvalore di 1 miliardo (escluse le operazioni su Ima, Nova Re e Techedge che si sono concluse a gennaio 2021) l’accelerazione è netta. 

A scatenare quella che il Corriere della Sera definisce “la stagione della caccia” non sono solo i record segnati dalle Borse internazionali nelle ultime settimane, con il Ftse Mib ai massimi dal 2008, ma anche un ritorno dell’appeal speculativo dopo l’anno difficile vissuto a causa della pandemia di Covid-19. I bassi tassi d’interesse, che rendono convenienti questo tipo di operazione, e l’elevato flottante di molte società hanno fatto il resto. Ma potrebbe non essere finita qui, secondo il Corriere, che elenca un gruppo di titoli di Piazza Affari interessati a possibili operazioni di carattere straordinario sul capitale. 

LE ULTIME OPA

Solo nell’ultima settimana sono state tre le opa promosse su altrettante società di Piazza Affari. A fare più clamore è stata senza dubbio l’opa totalitaria lanciata il 31 maggio da Generali su Cattolica Assicurazioni. L’offerta riguarda il 66,67% del capitale sociale con diritto di voto o almeno il 50% più 1 azione del capitale sociale con diritto di voto. Nei mesi scorsi, la compagnia del Leone aveva già acquistato il 24% di Cattolica, sottoscrivendo un aumento di capitale e diventando primo azionista. Il prezzo stabilito ammonta a 6,75 euro per azione, una cifra che incorpora un premio del 15,3% rispetto al prezzo di chiusura delle azioni Cattolica del 28 maggio e del 40,5% rispetto alla media degli ultimi 6 mesi. Secondo i calcoli, l’esborso massimo per Generali dovrebbe essere di 1,176 miliardi. 

A distanza di poche ore dall’Opa di Generali su Cattolica, il fondo spagnolo Asterion, tramite Marbles, ha promosso un’offerta sull’intero capitale di Retelit, escluso il 28,748% già detenuto da Marbles attraverso la controllata Fiber 4.0. L’obiettivo è dunque quello di arrivare al 100% del capitale sociale di Retelit e al conseguente delisting delle azioni da Borsa italiana. Il prezzo stabilito è pari a 2,85 euro per azione, con un premio del 10,7% rispetto al prezzo ufficiale per azione rilevato al 28 maggio e un premio del 30,3% rispetto alla media dei dodici mesi precedenti. Il controvalore massimo è di 333,6 milioni di euro. L’opa è subordinata alla cosiddetta condizione “golden power”. L’ultima parola spetterà dunque al Governo.

Ultima offerta in ordine di tempo è quella da 15,45 euro per azione promossa da CircularBidCo su Sicit, società attiva nella trasformazione dei residui dell’industria conciaria in biostimolanti per l’agricoltura. Il periodo d’adesione partirà il 14 giugno per concludersi, salvo proroghe, il 7 luglio, con data di pagamento del corrispettivo prevista per il 14 luglio. La Consob ha approvato il 4 giugno il documento di offerta. L’offerta incorpora un premio del 17,9% a 6 mesi e del 25,8% a 12 mesi. Il corrispettivo esprime una valutazione implicita pari a 14 volte il rapporto tra valore della società e margine operativo lordo adjusted 2020.

LE OFFERTE DEGLI ULTIMI MESI

Ad inaugurare la stagione delle Opa, ma soprattutto del risiko bancario, è stata Intesa Sanpaolo, che dopo l’offerta lanciata nel 2020, quest’anno ha aumentato di 57 centesimi per azione il valore dell’opa iniziale su Ubi Banca, riuscendo a portare a casa l’operazione. Lo scorso 4 giugno si è invece conclusa con il delisting l’opa di 12,2 euro per azione (erano 10,5 all’inizio) di Credit Agricole Italia su Credito valtellinese. Il 18 giugno, l’assemblea della società si riunirà per eleggere il nuovo cda, mentre la fusione è prevista entro il 2022. Nella lista delle operazioni già partite figurano poi l’opa da 28 euro (erano 26,5) di Naf su Astm e l’offerta di 2,55 euro promossa da Fly su Carraro. Il periodo d’adesione, iniziato il 17 maggio 2021, termina l’8 giugno 2021. 

LE PROSSIME MOSSE

Gli occhi sono puntati su ciò che potrebbe succedere nei prossimi mesi. Al centro dell’attenzione c’è il risiko bancario. Tre gli osservati speciali: UniCredit, Banco Bpm e Bper Banca. A fare la parte del leone potrebbe essere la prima, il cui destino – anche se il nuovo Ceo non ha ancora svelato i suoi disegni – potrebbe presto intrecciarsi con quello del Monte dei Paschi allo scopo di “rendere la banca più grande ma anche meno attraente per potenziali acquirenti a causa dei costi della ristrutturazione”, sottolinea il Corriere. L’operazione Mps, che molto dipenderà dalla dote che il Tesoro offrirà all’acquirente, potrebbe portare novità anche per Anima. Andrea Scauri, gestore azionario Italia di Lemanik, ha spiegato a Milano Finanza che Anima “è la preda perfetta all’interno del consolidamento bancario. Se Unicredit rileverà Mps o una sua parte, si troverà in portafoglio un accordo di distribuzione molto lungo fra Siena e Anima, in scadenza nel 2030″. Parallelamente però “Unicredit ha un accordo, molto più breve, con Amundi. Tra le ipotesi che il mercato sta analizzando c’è quella che i francesi, che rischierebbero di perdere la distribuzione con la banca milanese, lancino un’opa su Anima per mantenere stabile la loro presenza in Italia”. Non solo: “In uno scenario alternativo la stessa Anima potrebbe diventare il nuovo polo del risparmio gestito, nel caso Unicredit poi muovesse su Banco Bpm”, aggiunge il gestore di Lemanik.

Diverse opzioni sul tavolo anche per Banco Bpm, che secondo le previsioni del quotidiano di via Solferino potrebbe essere oggetto di un’offerta “ostile” simile a quella di Intesa su Ubi ma potrebbe anche intavolare trattative conclusive con Bper oppure guardare a Unicredit. 

Prospettive interessanti anche per la moda, con Moncler che potrebbe muoversi sul mercato per crescere ma anche per resistere alle offerte di operatori più grandi. Da tenere d’occhio anche Ferragamo, attualmente impegnata in un difficile piano di ristrutturazione. Dopo il maxi piano da 6mila miliardi lanciato negli Usa, novità potrebbero arrivare anche per Cnh Industrial. Seguono Nexi e Leonardo. A promuovere la offerte pubbliche di acquisto, sia investitori istituzionali che altre società quotate. 

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