Sono giorni cruciali per il Monte dei Paschi di Siena. All’incertezza legata alla buona riuscita del maxi aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro si aggiungono le forti tensioni sui mercati dovute alla guerra, all’inflazione e alla crisi energetica. Il risultato è una discesa senza fine in Borsa e un possibile slittamento di una settimana dell’operazione di ricapitalizzazione dalla quale dipende la stessa sopravvivenza della banca.
Il Monte dei Paschi in Borsa
È una settimana di fuoco quella che Mps sta vivendo a Piazza Affari. Il titolo, quotato sul Mid Cap, lunedì e martedì ha faticato a fare prezzo a causa del raggruppamento azionario (con rapporto di un nuovo titolo ogni 100) partito il 26 settembre proprio per agevolare l’aumento di capitale. Ieri, giovedì 29 settembre, le azioni hanno archiviato la seduta con un ribasso del 13,5% a 26,85 euro per azione, mentre oggi scendono del 7,2% a 23,96 euro. La capitalizzazione di Mps è ormai meno di un decimo dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi, la cui partenza è stata fissata per il 10 ottobre.
“Certamente con questa volatilità non è il momento migliore per cercare soldi, lo stiamo vedendo anche con l’Ipo di Porsche, queste operazioni non vengono apprezzate dal mercato. In più il raggruppamento azionario agevola i ribassi”, afferma Vincenzo Longo di Ig Markets.
Aumento di capitale Mps: possibile slittamento
Mps si appresta a vivere un weekend al cardiopalma. Se la banca riuscirà a chiudere le trattative con gli investitori sulla loro possibile partecipazione all’aumento di capitale entro le prossime 48 ore, l’operazione partirà, come programmato, il 10 ottobre. Se invece i negoziati richiederanno più tempo, tutto potrebbe slittare di una settimana, al 17 ottobre.
Ciò che è certo è che, in ogni caso, l’aumento dovrà chiudersi entro il 12 novembre, ultima data utile per consentire il piano di uscite volontarie dei dipendenti, fondamentale per il futuro di Mps.
Lovaglio sembra ottimista sulla buona riuscita delle trattative e nei prossimi due giorni conta di chiudere un accordo con Anima e Axa. Le due società potrebbero mettere sul piatto 300-400 milioni di euro che si aggiungerebbero ai 1,6 miliardi di euro che garantirà il Tesoro in quanto primo azionista del Monte dei Paschi con una quota del 64.%.
Per arrivare alla cifra di 2,5 miliardi prevista per l’aumento di capitale rimangono da trovare 500-600 milioni, soldi che Mps dovrà chiedere al mercato. Secondo le indiscrezioni una quota potrebbe arrivare dall’imprenditore francese Denis Dumont, ex azionista di Creval, la cui partecipazione all’operazione viene data quasi per certa. Altra opzione possibile è poi il coinvolgimento delle Fondazioni bancarie, soprattutto toscane, e delle casse previdenziali come Enpam e Cassa Forense, e Inarcassa, con cui il Mef avrebbe avviato alcuni contatti.