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Borsa, moda e lusso volano nonostante il Covid: la classifica dei rialzi

Pixabay

Non c’è Covid che tenga. In Borsa, il lusso e la moda continuano a viaggiare a vele spiegate, nonostante la crisi economica innescata dalla pandemia abbia messo a dura prova i conti delle società grandi e piccole. 

Dopo alcuni mesi di difficoltà, coincidenti con la prima ondata di contagi, i titoli del comparto hanno invertito la tendenza e, soprattutto in Europa, negli ultimi due mesi hanno ricominciato a correre. Tant’è che per il 2021 molti analisti stimano rialzi a doppia cifra sia per le vendite che per gli utili. Deutsche Bank, in particolare, prevede che quest’anno le vendite delle società del lusso saliranno del 18%, mentre gli utili cresceranno del 95% nonostante le preoccupazioni dovute ai nuovi contagi in Cina.

LA CINA

Ed è proprio la Cina la base da cui partire per comprendere l’andamento dei titoli del lusso, che nella Repubblica Popolare realizzano la stragrande maggioranza dei loro ricavi. Nei primi mesi del 2020, l’economia del colosso asiatico ha registrato una battuta d’arresto senza precedenti. Da Wuhan sono partiti i primi contagi di quella che sarebbe presto diventata una pandemia che ha messo in ginocchio il mondo. Ma se Pechino è stata la prima a subire le conseguenze economiche dell’emergenza, è stata anche la prima a ripartire e nel 2020 la Cina è stato l’unico grande Paese a livello globale a mantenere una crescita positiva. Lo scorso anno il PIL è aumentato del 2,3% in termini reali, un risultato reso possibile grazie all’impennata registrata negli ultimi due trimestri, quando il prodotto interno lordo è cresciuto del +4,9% (terzo) e del +6,5% rispetto agli stessi periodi del 2019.  

MODA E LUSSO: QUANTO VALE IL MERCATO CINESE

Secondo un report pubblicato da Jefferies, nel 2020 il valore delle spese per beni di lusso in Cina è cresciuto a ritmi esponenziali, passando dal 38-39% del mercato globale nel 2019 all’80-85% nel 2020. Parlando in parole povere, mentre il resto del mondo combatteva con la seconda e poi con la terza ondata di contagi da Covid-19, la Cina si rimetteva in piedi, ricominciando a spendere e ad investire. Il risultato è che “nei prossimi cinque anni ci aspettiamo un leggero calo da questo livello dell’80%, ma è chiaro che non torneremo più al livello del 38% del 2019. La spesa per il lusso continuerà a pesare in Cina tra il 55 e il 60% del mercato totale”, ha dichiarato Flavio Cereda-Parini, managing director Luxury Equity di Jefferies. 

MODA E LUSSO: LA CLASSIFICA DEI RIALZI

Complice la ripresa cinese, l’intero comparto della moda e del lusso è riuscito a mettersi alle spalle le difficoltà dovute alla pandemia e a mettere a segno guadagni borsistici che – in alcuni casi – sono da capogiro. 

I dati sotto riportati sono aggiornati ai valori del 4 febbraio per i titoli americani e alla mattinata del 5 febbraio per quelli europei.

Fatte le dovute premesse, a stravincere la classifica dei rialzi, con un distacco di oltre 300% sul secondo classificato è Farfetch, azienda britannica che ha costruito la sua fortuna sull’e-commerce, vendendo prodotti di moda, lusso e design di oltre 700 boutique e marchi di tutto il mondo. Dal 3 febbraio 2020 il titolo, quotato sul NYSE, ha guadagnato il 459,4% del suo valore, salendo da 12 a 67,13 dollari per azione a fronte di una capitalizzazione pari a 22,816 miliardi. 

Al secondo posto c’è Fossil, colosso statunitense che ha in portafoglio brand come BMW, Michele Watch, Skagen Denmark, Misfit, WSI, and Zodiac Watches e produce accessori con licenza per Puma, Emporio Armani, Michael Kors, DKNY, Diesel, Kate Spade New York, Tory Burch, Chaps e Armani Exchange. Sul Nasdaq, le azioni Fossil valgono 15,85 dollari, il 3 febbraio 2020 valevano 6,66 dollari. Il rialzo è del 138%. 

Con la terza posizione si torna in Europa e più precisamente in Germania. Sul terzo gradino del podio troviamo infatti Zalando, colosso tedesco delle vendite online che ha recentemente annunciato di voler puntare sulla sostenibilità, raggiungendo nel 2023 una quota del 20% di volumi da prodotti più sostenibili e consegne carbon neutral. Negli ultimi 12 mesi il titolo, quotato a Francoforte, ha registrato un rialzo del 118,5%, raggiungendo i 97,9 euro per azione.

Medaglia di legno per L Brands. La società che possiede marchi come Victoria’s Secret e Bath & Body Works, dopo il +9,35% registrato nella seduta di giovedì 4 febbraio, porta il suo bilancio annuale a + 103,9% a quota 48,07 dollari. Segue al quinto posto Iconix Brand Group, società Usa di brand management che concede in licenza i brand a rivenditori e produttori come Kohl’s, Kmart, Sears, Macy’s e altri. Nella seduta del 4 febbraio il titolo è crollato dell’11%, ma nonostante ciò in un anno il valore delle azioni è aumentato dell’89,1%.


In sesta posizione troviamo la società danese di gioielli Pandora, il cui valore è cresciuto del 70,1%. Seguono Prada, settima con un rialzo del 66,4% a Hong Kong, e Amazon, ottava con +60,2%. Chiudono la top 10 la giapponese Fast Retailing (+57,6%) e la statunitense Abercrombie & Fitch (+55,4%).

I COLOSSI DEL LUSSO EUROPEO

Ad ottobre 2020, la capitalizzazione di mercato di Lvmh, il più grande colosso mondiale del lusso, era pari a 216 miliardi. Oggi è di 265,852 miliardi. In poco più di quattro mesi il titolo del gruppo guidato da Bernard Arnault ha guadagnato il 28,1%, toccando i nuovi massimi storici. Nei 12 mesi il rialzo è del 27,5 per cento. 

Come vanno i rivali storici? Richemont ha una capitalizzazione di mercato di 48,552 miliardi di franchi svizzeri,circa 45,5 miliardi di euro. Durante la prima ondata di contagi da Covid-19, il titolo (che il 3 febbraio 2020 valeva 73,54 franchi per azione) ha toccato un minimo di 46,64 franchi per azione. Oggi ne vale 85,92 per un aumento annuo pari a +16,8%. Nei giorni scorsi, la società ha pubblicato i conti del terzo trimestre fiscale 2020, chiuso con vendite in rialzo dell’1% e ricavi per 4,18 miliardi di euro trainati soprattutto da Asia Pacifico, Medio Oriente e Africa. Anno positivo anche per Hermes, che sulla Borsa di Parigi negli ultimi 12 mesi guadagna il 29,6% a fronte di una capitalizzazione salita a 94,268 miliardi. 

Chi invece non è ancora riuscito a recuperare le perdite in Borsa è Kering, che da febbraio 2020 cede il 2,3%. Fa ancora peggio a Madrid Inditex. Il colosso che possiede Zara, complici i lockdown e la conseguente crisi economica, nell’ultimo anno ha lasciato per strada il 16,7% del suo valore. 

E LE ITALIANE?

L’unico titolo a correre è Moncler, che nei 12 mesi ha guadagnato il 25,43%. La performance a 6 mesi segna addirittura +57,12%, segno che anche per l’azienda guidata da Remo Ruffini i mesi più difficili sono ormai alle spalle. Recupera il terreno perso Brunello Cucinelli, che grazie allo sprint degli ultimi sei mesi (+33,31%) archivia l’anno con un rialzo dell’1,49%. Salvatore Ferragamo cede invece il 10,5% dal 5 febbraio 2020, ma nei 6 mesi sale del 38,19%. Provano a rimbalzare anche anche Tod’s (-27,53% nei 12 mesi, +16,47% nei 6 mesi) e Ovs (-38,6% nell’anno, +16,14 da luglio). 

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