L’avvio è stato incerto, ma a metà seduta si cambia marcia, con le Borse europee imboccano la strada dei rialzi trainati dall’exploit delle banche. I listini sembrano aver reagito positivamente alle decisioni prese (non all’unanimità) dalla Fed che ha tagliato i tassi di un quarto di punto, annunciando però che non ci saranno altre sforbiciate al costo del denaro nel 2019 e nel 2020. Novità anche dalla Bank of Japan, che ha deciso di lasciare i tassi invariati, non escludendo però mosse espansive nel breve termine.
“Dopo la Bce e la Fed, aumentano quindi le probabilità di un intervento anche della BoJ, considerato anche che, ad ottobre, è previsto un aumento dell’Iva e questo potrebbe pesare sulla spesa per consumi”, commentano gli analisti di Mps Capital Services.
A metà giornata Milano guadagna lo 0,7%, ritornando sopra quota 22mila punti, nonostante l’Ocse abbia ritoccato al ribasso (da +0,6% a +0,4%) le stime di crescita sul 2020. Sulla stessa linea Parigi (+0,4%), un po’ più timida (+0,1%) Francoforte. Meglio di tutti fa Madrid che sale dello 0,8% il giorno dopo aver ufficializzato nuove elezioni generali, le quarte in quattro anni. Fuori dall’Eurozona viaggia in positivo anche Londra (+0,3%) dopo l’ultimatum arrivato in mattinata dall’Ue: se il Regno Unito non presenterà un piano scritto entro la fine di settembre “sarà tutto finito”. A pagare pegno è però la sterlina che in attesa delle scelte di politica monetaria della Bank of England, in programma a metà giornata, tratta a 1,2484 sul dollaro. In rialzo dello 0,22% a quota 1,1057 invece il cross tra euro e biglietto verde.
L’exploit delle banche, con l’indice europeo di settore che guadagna oltre un punto e mezzo percentuale, arriva nel giorno dell’asta Tltro III della Bce. Gli istituti di credito dell’Eurozona hanno ricevuto 3,4 miliardi, un importo molto inferiore alle attese.
A Milano tira la volata Bper (+4,3%), seguita da Ubi Banca (+3%) e Finecobank (2,98%). In netto rialzo anche le big: Unicredit (+2,31%), Intesa Sanpaolo (+1,95%). Fuori dal listino principale +0,7% per Mps che e ricevuto oltre 90 offerte per il suo portafoglio immobiliare da oltre 300 milioni.
Rimbalza Moncler (+2,5%) dopo il tonfo di ieri (-7%) causato dalle proteste di Hong Kong. Acquisti su Generali (+1,37%) con il titolo che si muove sui massimi da 4 anni mentre il mercato continua a interrogarsi sul futuro del gruppo dopo l’investimento di Leonardo Del Vecchio in Mediobanca.
Ancora in rialzo i petroliferi: Saipem (+0,5%), Eni (+0,5) in scia al nuovo rialzo dei prezzi del petrolio (Wti +0,5% a 58,4 dollari, Brent +1,2% a 64,3 dollari). Secondo il numero uno del cane a sei zampe, Claudio Descalzi, gli attacchi in Arabia Saudita, “dal punto di vista della sicurezza energetica” al momento non rappresentano un rischio per l’Italia. A Sky Tg24, il manager ha dichiarato: “Ci sono rischi di tensione geopolitica in Paesi che sono vicini all’Italia, perché parliamo di Medioriente e parliamo di Nord Africa. L’episodio è gravissimo anche perché non è mai successo che venissero bombardate in questo modo le facilities e gli hub produttivi più importanti al mondo. Questo ha creato una mancanza di petrolio, anche se ci sono le scorte, può creare dei precedenti e quindi c’è la preoccupazione che possa accadere di nuovo”.
In coda al listino Leonardo (-0,7%) e le utility: A2a (-0,8%), Enel (-0,5%). Vendite su Poste Italiane (-0,6%).
Fuori dal Ftse Mib spicca Ovs (+6%), in attesa della trimestrale.
Sull’obbligazionario, lo spread tra Btp e Bund sale a 139 punti dai 137 di ieri, mentre il rendimento sul decennale italiano sale al 0,913%.