Giornata moderatamente positiva a Piazza Affari, che chiude a +0,16%, a 19.087 punti, nonostante la debolezza delle banche; sul Ftse Mib brillano soprattutto Saipem (+4,1%) e le utilities.
Milano risulta la migliore in Europa, con gli altri listini orientati alla debolezza: Londra -0,34%, Francoforte -0,31%, Parigi -0,52%, Madrid -0,43%. Opening Bell stonata anche a New York, dopo la serie di record più lunga degli ultimi 25 anni. Wall Street, fa un tentativo di recupero dopo qualche ora, ma resta in rosso almeno fino alla chiusura dei mercati del vecchio continente, nonostante i buoni indicatori economici. Intanto sale l’asticella di un possibile rialzo dei tassi, anche se le probabilità su marzo, secondo gli operatori, restano piuttosto basse.
Chiusura in forza per l’obbligazionario italiano. Il differenziale col decennale tedesco scende del 3,88%, a 178 punti base, rendimento 2,14%, il livello più basso da gennaio. A restituire un po’ di fiducia provvedono anche le minute dell’ultimo meeting della Bce, con la conferma dell’estensione del Qe e la riduzione degli acquisti mensili da aprile. Una politica monetaria che si prospetta ancora accomodante, volta a stimolare l’inflazione, recentemente trainata dall’incremento dei prezzi energetici, ma di fatto debole. Buone notizie sul fronte macro, per l’Italia: secondo l’Istat il 2016 è stato un anno record per l’avanzo commerciale, grazie all’incremento delle vendite verso Giappone e Cina e al calo dell’import dalla Russia. Nessuno sconto in arrivo invece da Bruxelles: la Commissione non cambia la richiesta di correzione dello 0,2% che “serve a portare l’Italia all’interno del margine tollerato di deviazione dallo sforzo strutturale raccomandato dal Consiglio per il 2017”.
Frazionale recupero dell’euro sul dollaro, +0,79%, 1,067. La moneta unica resta debole invece nei confronti dello yen, per i timori legati alla situazione politica europea che spingono la domanda verso la divisa giapponese considerata valuta rifugio. Il cross euro/yen scambia a 121,04. Oro di nuovo a 1240,55 dollari l’oncia (+0,58%); Brent in calo, -0,86%, a 55,27 dollari al barile.
Tornando in Piazza Affari: scende il comparto del credito, mentre il decreto salvabanche diventa legge col via libera della Camera. In controtendenza Intesa, +0,27%. Le peggiori risultano Bper -3,45%; Ubi -2,44%; Unicredit -2,24%. Piatto Banco Bpm (-0,08%), mentre l’ad Giuseppe Castagna rivela che l’istituto non intende cedere altri crediti problematici oltre agli 8 miliardi già concordati con la Bce, da dismettere entro il 2019.
In lieve rialzo Generali (+0,34%) e si allontana l’ipotesi di azioni ostili da parte di Intesa, con la banca che sta lavorando per trovare una soluzione amichevole.
Nel mondo delle 4 ruote: sottotono FCA, -0,37%, nonostante i dati positivi sulle immatricolazioni di gennaio nel mercato europeo. Più vivace Ferrari +0,65%%, che è pronta a presentare la nuova rossa, una berlinetta 12 cilindri, 812 Superfast, in anteprima mondiale all‘87esima edizione del Salone di Ginevra.
A guidare i rialzi è Saipem +4,1%. Onda verde anche per Stm, +1,75%; Recordati, +2,16%; Leonardo, +1,45%.
Toniche le utilities con A2a +0,87%%, Enel +1,52%, Italgas +1,11%, Terna +1,54%. Segno più per Atlantia (+0,87%) . Sembra che Allianz Capital Partners, Abu Dhabi Investment Authority (Adia) e Caisse de Depot et Placement du Quebec siano pronti a presentare un’offerta per il 15% di Autostrade per l’Italia (Aspi).
Vendite invece su Prysmian -2,19%, che risente della revisione al ribasso del giudizio da parte di Equita, da ‘Buy’ a Hold’; giù anche Buzzi -1,08% e Ynap -1,77%.
Fuori dal paniere principale brilla Fincantieri (+6,45%) dopo l’ordine ricevuto dal gruppo Norwegian Cruise Line Holdings per la realizzazione di 4 navi da crociera, con l’opzione per ulteriori 2 unità dal valore di 800 milioni ciascuna, che saranno consegnate a un anno l’una dall’altra a partire dal 2022 fino al 2025, e in caso di esercizio dell’opzione fino al 2027. In luce anche Mondadori
Giornata ancora di profondo rosso per l’Aeroporto Guglielmo Marconi Di Bologna, -10,96%, che vanta comunque una performance da inizio anno vicina a +50%.