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Borsa, Milano si salva con le utility. Netflix Ko al Nasdaq

Seduta volatile e incerta per i listini europei, condizionata nel pomeriggio dal crollo del petrolio e da indiscrezioni sulla Bce. In chiusura le piazze continentali sono quasi tutte in rosso, con l’eccezione di Piazza Affari che, nonostante le incertezze politiche, si limita ad appiattire i guadagni, +0,05%, 22.090 punti base. Tengono a galla il paniere Amplifon, +2,36% e le utility A2a +1,43%; Snam, +1,14%; Terna +1,11%, Enel +0,71%. Sale Recordati +1,12%. Le banche sono contrastate, bene Bper +0,9%, giù Banco Bpm -0,4%. Soffrono Pirelli -3,06%; Prysmian -2,81%; Saipem -1,84%; Tenaris -1,73%; Juventus -1,48%.

Le vendite prevalgono a Francoforte -0,9%, Parigi -0,38%, Madrid -0,64% . Londra -0,62% mentre continua il caos sulla Brexit. Wall Street apre negativa per il terzo giorno consecutivo. Netflix, dopo aver aperto le danze sui conti dei tecnologici, lascia in pista l’11,4%. Morgan Stanley sale dello 0,3%, con un bilancio trimestrale migliore delle attese (anche se gli utili sono in calo del 10%).

Contribuisce a questo clima perturbato l’andamento del petrolio, che nella mattina americana prende con decisione la via del ribasso. Il Brent cede il 2,89% e scende a 61,82 dollari al barile; Wti -3,17%, 54,98 dollari al barile. Probabilmente pesano sull’oro nero sia l’apparente stallo nelle trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina, sia il peggioramento della congiuntura Usa a giugno. Il superindice è peggiore delle stime degli analisti e registra il calo più consistente dal 2016 (-0,3%) fornendo un’indicazione importante anche alla Federal Reserve.

In un contesto come questo, la performance del principale listino milanese trova spiegazione anche nel passo indietro dello spread fra decennale italiano e tedesco, che alla fine arretra solo a 186,6 punti base (-0,48%), ma dopo aver toccato in seduta punte più basse. Il rendimento del Btp 10 anni scende a 1,55% da 1,61% di ieri. Gli acquisti sui bond governativi si sono intensificati  a seguito delle indiscrezioni riportate da Bloomberg sulla Bce, perché quest’ultima potrebbe rivedere il tradizionale target dell’inflazione nell’Eurozona (vicino al 2%), punto di riferimento delle politiche monetarie da circa 15 anni. L’idea sarebbe quella di adottare un approccio più “simmetrico”, ovvero di stabilire un target d’inflazione che sia “non solo inferiore, ma vicino alla soglia del 2%”, come quello attuale, ma anche “superiore e vicino alla soglia del 2%”. Una mossa che aumenta le aspettative di nuove misure di stimolo a lungo termine. In corrispondenza della notizia anche l’euro ha perso quota nei confronti del dollaro, per poi tornare sui livelli di ieri e muoversi al momento in area 1,122.

L’oro è cautamente in rialzo, ora a 1429,35 dollari l’oncia.

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Categories: Finanza e Mercati