Mercati spumeggianti oggi, in Europa come negli Stati Uniti, dove il Dow Jones ha oltrepassato il traguardo dei 20.000 punti, mai toccato prima. Piazza Affari chiude a +0,42%, dopo aver superato in giornata anche il punto percentuale. Il rallentamento arriva con la sentenza della Consulta che ha stralciato il meccanismo del ballottaggio dalla legge elettorale della Camera e ammesso il premio di maggioranza per la lista che ottiene il 40% dei voti, dicendo che il sistema si può applicare subito. Un via libera a possibili elezioni anticipate, che ha fatto anche impennare il tasso del decennale a 2,12%, mentre lo spread sale del 2,3%, 164.30 punti base.
Più toniche le altre piazze europee: Francoforte +1,82%, Madrid +1,73%, Parigi +1%. Tiepida Londra: +0,2%.
A Milano troviamo in vetta i nomi coinvolti, direttamente o indirettamente, nelle grandi manovre fra Intesa San Paolo e Generali. Il più gettonato della seduta è Unicredit, +8,94%, impegnato nel ciclopico aumento di capitale da 13 miliardi di euro. Due i venti che fanno volare il titolo: da un lato l’ipotesi che la banca possa trovare parte delle risorse cedendo il proprio 8,56% di Mediobanca, a sua volta primo azionista di Generali, un pacchetto appetitoso per Intesa, ma non solo, una partecipazione che mette molte frecce nell’arco della banca di piazza Gae Aulenti; dall’altro la disponibilità della Fondazione Crt, azionista con il 2,5% di Unicredit, a sottoscrivere l’aumento di capitale. Acquisti sostenuti, al Dax 30 e al Cac 40, anche per Allianz e Axa, i due “alleati” stranieri che potrebbero entrare nel risiko sul Leone triestino.
Cala invece la febbre da acquisti su Generali, +0,97%, di cui oggi si è riunito il cda. Resta sugli scudi Mediobanca, +3,11%. Piatta Intesa Sanpaolo +0,35%, dopo le forti vendite dei giorni scorsi. Intanto la Consob cerca di vederci chiaro e ha avviato un giro di colloqui, cominciando dal Cfo di Intesa Stefano Del Punta, con altri tre rappresentanti della banca, visti entrare nella sede milanese della commissione. Domani sarà la volta di UniCredit e della stessa Generali.
Chiuso questo capitolo, ci sono diversi titoli che anche a Milano sembrano avvantaggiarsi delle prime mosse del presidente americano Donald Trump. In primo luogo Saipem, +6,43%, dopo la firma dell’ordine esecutivo per l’implementazione di due oleodotti da parte del tycoon. Il gruppo spera di entrare in gioco con American Saipem, anche se Trump intende privilegiare le imprese locali. Buzzi Unicem, +1,43%, anche grazie alla proposta di due senatori democratici per un piano da mille miliardi di dollari, stessa cifra citata da Trump in campagna elettorale, per ricostruire e risanare ponti, strade, porti e aeroporti.
Fca viaggia sostenuta, +0,89%, alla vigilia dei conti del quarto trimestre 2016 e dopo il rally di ieri.
Effervescenti tutti i finanziari. Bper, +1,24%; con l’ad Alessandro Vandelli che a proposito di Carife sostiene: “È un’opportunità per il nostro gruppo. Siamo impegnati a trovare una soluzione e sono positivo in questo senso. Ferrara è un territorio importante”. Fanno ancora meglio Banco Bpm +3,25% e Finecobank, +3,42%. Bene anche Azimut +1,5% e Ubi +1,63%.
Viaggiano forte Stm +1,27% e Tenaris +2,56%.
Nuovo crollo per Ynap, -5,4%, con gli analisti di Equita e Goldman Sachs che prevedono una crescita del fatturato lievemente inferiore alle attese nel quarto trimestre dello scorso anno. Vendite su Mediaset -2,84%.