Piazza Affari torna alle 13 in terreno positivo, nonostante la pressione del terremoto in Telecom Italia, il ribasso record di Banca Carige che ancora non riesce a fare prezzo (-48% teorico)e la tensione con la Commissione Ue tra voci (smentite dal ministro Giovanni Tria) di un confronto sull’eventuale revisione del tasso di crescita. Alle 13 l’indice segna +0,1%, poco sopra i 19 mila punti. Guadagna Parigi (+0,4%), va alla riscossa Francoforte (+0,7%). A novembre l’indice Zew si è attestato a -24,1 punti da -24,7 punti di ottobre. Il mercato si attendeva un dato pari a -26 punti. Londra +0,5% sotto la spinta di Vodafone (+8% dopo i conti semestrali al 30 settembre).
L’euro è in ripresa, dopo il -1% di ieri su dollaro, il cross è stamattina a 1,124 (+0,2%), ma sempre sui minimi da 18 mesi.
Lo spread si è allargato a 310 punti base (contro 305 di ieri). Buona domanda e rendimenti in calo per i Btp stamane in asta dal Tesoro. Sono stati assegnati Btp a 3 anni per 2,5 miliardi a fronte di una richiesta pari a 3,792 miliardi. Il rendimento è sceso di 53 centesimi attestandosi all’1,98%. Collocati anche 1,75 miliardi di Btp a 7 anni al 3,12% mentre i Btp a 20 anni (1,25 miliardi) ha spuntato un rendimento del 3,90%.
Il petrolio continua a scendere. Stamattina il Brent tratta sulle piazze asiatiche a 69,4 dollari il barile, in calo dell’1%, sui minimi da aprile e sesta seduta consecutiva di ribasso. L’indice di settore cede in Europa lo 0,5%.
In Piazza Affari Eni -1,2%, Saipem -3% e Tenaris -1,7%.
Dopo il calo, rimabalza Telecom Italia: +0,34% alle 13,40 dopo il ribaltone di stamane. Un consiglio a sorpresa, convocato in assenza dell’ad Amos Genish (collegato dalla Cina) ha proceduto alla rimozione del manager dopo la nota di ieri in cui, pur dicendosi favorevole ad un’intesa tra l’ex incumbent e Open Fiber, ha ribadito che la maggioranza deve restare in mano a Tim. La decisione è stata presa 10 contro 5, i rappresentanti di Vivendi che hanno anticipato l’opposizione in tutte le sedi. In attesa del nuovo ad (forse Alfredo Altavilla, ex Fiat Chrysler, forse Gianni Armani appena uscito dall’Anas) le deleghe sono state assunte dal presidente Fulvio Conti.
Banca Carige non fa prezzo. Ma il valore teorico 0,0037 equivale ad un ribasso del 50% circa. Su richiesta della banca ligure, lo Schema volontario del Fondo interbancario ieri ha dato il via libera a un sostegno fino a 320 milioni di euro. Contemporaneamente, il Cda di Carige ha approvato il piano di rafforzamento patrimoniale che prevede l’emissione di un bond subordinato dell’ammontare compreso tra 320 e 400 milioni e un aumento di capitale da 400 milioni che assorbirà l’obbligazione subordinata. Il Fondo interbancario sottoscriverà una quota rilevante del bond, il restante sarebbe degli azionisti privati, anche se Malacalza, che detiene una quota al 27% della banca, non sembra disposto a partecipare all’operazione.
Rialzano la testa le altre banche: Unicredit +1,5%%; Intesa Sanpaolo, che si è detta disponibile all’intervento, -+2%; Ubi Banca +0,57%.
Le banche europee devono fare di più per rafforzare la struttura e aumentare la loro capacità di reggere agli shock, lo ha detto stamattina nel corso di una conferenza, Sabine Lautenschlaeger, la vicepresidente della Sorveglianza della Bce.
Generali +0,1%. L’Antitrust ha stabilito che la compagnia non è controllata da Mediobanca (-0,2%).
Rimbalza l’automotive: Fiat Chrysler+1%, Brembo +1% e Pirelli-0,4%. La minaccia di dazi americani su auto importate negli Stati Uniti si è riaccesa. Bloomberg riferisce che alla Casa Bianca sta circolando una bozza di uno studio del dipartimento del Commercio di cui sono però sconosciute le conclusioni.
Tra gli altri industriali, Prysmian +2% e Leonardo +1,5%. Bene anche la moda: Moncler +1,5%, Luxottica +0,4%. In calo Atlantia: -1%, dal +1,5% di inizio seduta.