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Borsa Milano precipita dopo la Bce, banche sotto tiro, spread sopra quota 220: un terremoto annunciato

Speculazione scatenata dopo la stretta sui tassi. Mercati delusi dall’assenza di misure specifiche per contrastare la frammentazione dei titoli di Stato. In calo i future di Wall Street

Borsa Milano precipita dopo la Bce, banche sotto tiro, spread sopra quota 220: un terremoto annunciato

Precipita la Borsa di Milano, schiacciata dalla zampata dell’Orso con le sembianze di Christine Lagarde. E le Borse europee seguono. Intanto i future di Wall Street imboccano la via della discesa in attesa dei dati sull’inflazione. Piazza Affari in calo del 3,8% alle 13 ha purtroppo rispettato appieno le previsioni, scivolando addirittura sotto i 23 mila punti. Pesante ma meno drammatica la situazione degli altri mercati: Francoforte -1,45%, Parigi -1,26% e Londra -1,16%.

La parola più pronunciata oggi è “frammentazione”, ovvero il rischio che la tendenza al rialzo dei tassi più rapida e sostenuta di quanto il mercato sia in grado di sostenere si traduca in una voragine dello spread, anticipata dai violenti colpi della speculazione ai valori dei Btp. 

Il rendimento del decennale italiano sale attorno al 3,71%, una quarantina di punti in più dei picchi della vigilia. Lo spread, superiore ai 220 punti, viaggia su valori record da due anni. Il rendimento registrato nell’asta Bot a 12 mesi di oggi è stato il più alto dall’ottobre 2018 a 0,893%, rispetto a 0,121% del collocamento precedente. Il Tesoro ha comunque assegnato tutti i 6,5 miliardi di euro offerti. 

Borsa Milano: speculazione scatenata, banche nell’occhio del ciclone

In questa cornice è risultato del tutto indifferente l’unico dato macro della mattina, peraltro positivo. In aprile la produzione industriale italiana è cresciuta del +1,6%, molto più del -1,1% stimato. Corretto per gli effetti di calendario il dato registra un incremento su anno del +4,2% rispetto a stime pari a – 0,2%.  Ma si tratta di un modesto pannicello caldo di fronte alla realtà che si profila, ben più inquietante del put modesto aumento di un quarto di punto del costo del denaro a luglio. Le ultime stime sulla crescita della Bce stimano in +2,8% l’espansione dell’economia nel 2022. Ma il rialzo si è già realizzato per intero nei primi mesi dell’anno, per cui si profila, se tutto va bene, crescita zero di qui a fine anno. Ma per l’Italia, da anni assistita dagli acquisti di titoli della Bce, la realtà in termini di finanza pubblica rischia di essere davvero drammatica. 

Questo spiega perché nell’occhio del ciclone sono finite le banche, in teoria privilegiate dalla ripresa degli interessi nei confronti della clientela, almeno quella solvibile. Nel mirino della speculazione finiscono i titoli più gettonati della stagione del risiko bancario. Peggio di tutti fa Bper, sotto addirittura dell’11,4% , seguito da Bpm -8.8 % e da Unicredit -7,4%.Perdite superiori al 6% anche per Intesa e Fineco. 

Al di fuori del credito spicca la nuova disfatta di Iveco, con un ribasso superiori al 7%. Ma perdono colpi anche i titoli più seguiti, compresa Leonardo -2,2%.

Borsa Milano, si salva solo Prysmian

L’unica blue chip in terreno positivo è Prysmian +1,80% sostenuta dalla prospettiva di un prossimo contratto con Terna. Poco mossa Ferrari -0,18% graziata dalle regole Ue sullo stop ai motori a combustione ed in attesa della presentazione la settimana prossima del Suv Purosangue, destinato ai clienti sopravvissuti alle perdite di questi giorni. 

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