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Borsa, Milano pesante. Risale Leonardo, sotto tiro Ferragamo

Le borse europee stamani sono in territorio negativo, con il calo delle materie prime e le prese di profitto che le hanno portate ai minimi da otto settimane. L’indice Eurostoxx 600 scivola sui minimi da fine settembre. A Milano l’FtseMib perde circa l’1,5% sotto 22 mila punti. Anche Francoforte registra perdite superiori al punto percentuale. Più resistenti Parigi e Madrid (-0,5%).

I future a Wall Street anticipano un avvio in calo dello 0,5%. Ieri sera la borsa americana ha chiuso in leggero ribasso su timori di posticipo della riforma fiscale.

Continua l’ascesa dell’euro a 1,184 sul dollaro, sui massimi del mese. La valuta Usa fa le spese dell’incertezza sulla riforma fiscale, ma anche il carry trade della speculazione che vende euro e yen per comprare dollari e lucrare sula forbice dei tassi di interesse.

Vendite massicce anche sulle valute emergenti dopo il default del Venezuela. La Lira turca ha segnato il nuovo minimo storico, perdite dal 2% al 3% per Real brasiliano e Rublo russo.

Cala ancora il petrolio: il Brent è trattato a 61,5 dollari il barile, in calo dell’1,2%, ieri ha chiuso in ribasso dell’1,5%, in un contesto di ampio arretramento delle materie prime. I dati preliminari sulle scorte, diffusi dall’American Petroleum Institute, segnalano un fortissimo aumento nell’ultima settimana.

In forte ribasso gli energetici in Piazza Affari. Eni -1,5%, Saipem -2,2%, Tenaris -1,6%. 

Il tiro al bersaglio sui titoli di Piazza Affari oggi ha investito Ferragamo (-6%), la peggior blue chip. La società del lusso ha chiuso il terzo trimestre con risultati inferiori alle aspettative del consensus. Ricavi in calo del 5,5% anno su anno a 287 milioni di euro (+0,5% a parità di cambio). Dimezzato l’Ebitda. La società ha avvertito che ci sono piccoli sognali di miglioramento, ma anche nel 2018 ci sarà da lavorare molto. 

Continua il naufrago del Credito Valtellinese (-7%) che paga l’atteso aumento di capitale. In rosso le altre banche a partire da Banca Monte Paschi (-4%). Banco Bpm (-1,6%) comprerà la quota di UnipolSai in PopolareVita al prezzo di 588,9 milioni, di cui 53,4 milioni derivanti dalla distribuzione di riserve di utili disponibili. La partecipazione sarà immediatamente girata a Cattolica. Per la banca, il riassetto porta ad un patrimoniale complessivo positivo di 11 punti base sul Common Equity Tier 1 ratio a regime. Tra i Big Intesa -1,2% e Unicredit -1,5%.

Precipita intanto Astaldi (-25%). La società ha annunciato ieri sera il lancio di un aumento di capitale da 200 milioni di euro, più un’altra operazione di rafforzamento patrimoniale da 200 milioni di euro: su quest’ultima non sono stati forniti dettagli. Il risultato del trimestre è stato penalizzato da 230 milioni di euro di svalutazioni delle attività in Venezuela. Perdita netta pari a 144 milioni di euro.

Ancora allo sbando Trevi (-12%), che aggiorna i minimi pluriennali dopo il rinvio della trimestrale. Giù anche De’ Longhi: -12% a 24,5 euro. Il socio di maggioranza De Longhi Industrial ha ceduto, con un collocamento lampo, 7,5 milioni di azioni, pari al 5% del capitale, al prezzo di 25 euro per azione. 

Rimbalza dopo i forti ribassi Leonardo (+3,2%), promossa a Buy da Equita. Boccata d’ossigeno anche per Telecom Italia (+0,6%). Si profila un accordo sulla gestione della rete di trasmissione dopo il cambio al vertice di Open Fiber: al posto di Tommaso Pompei arriva Elisabetta Ripa, consigliera d’amministrazione di Cdp ed ex alta dirigente di Telecom.

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