Piazza Affari chiude la seduta odierna con un rialzo dello 0,59% a 24.510 punti base, spinta dai titoli del risparmio gestito, oil e lusso, ma zavorrata da Telecom, -5,24%, sospesa più volte in volatilità nel corso della seduta dopo le parole del sottosegretario Alessio Butti che ha bollato come “fantasia” l’ipotesi di un Opa totalitaria sul colosso delle telecomunicazioni. Inoltre, stamani Cdp, Open Fiber e l’australiana Macquarie hanno reso noto che non verrà presentata l’offerta non vincolante per la rete entro il termine del 30 novembre fissato dal Mou con Tim.
Nel resto d’Europa i guadagni sono più consistenti a Parigi +1,04%, Amsterdam +0,89%, Londra +0,79%. Più arretrate Madrid +0,52% e Francoforte +0,31%.
I listini, con la seduta odierna, archiviano il secondo mese consecutivo di guadagni.
Milano, nel mese di novembre, ha registrato un progresso dell’8,6%
Si raffredda l’inflazione in Eurolandia
A indurre un cauto ottimismo sui mercati continentali oggi è stato il rallentamento dell’inflazione nella zona euro nel mese di novembre, per la prima volta da molti mesi e in misura superiore alle attese. I prezzi al consumo passano a +10%, da +10,6% di ottobre. Si resta sempre a livelli altissimi, ma trova conferma un modesto raffreddamento dopo i dati visti ieri dell’inflazione tedesca. In Italia però i prezzi restano a livelli record da quasi 40 anni: +11,8% a novembre, stesso valore di ottobre e oltre le attese di +11,3%.
In ogni caso i dati del blocco rafforzano l’ipotesi che la Bce sarà più cauta nel rialzo dei tassi il mese prossimo, quando si riunirà nuovamente.
Spread in rialzo
L’andamento dell’inflazione ha favorito un recupero dei governativi dell’area euro, ma il secondario italiano chiude in rosso. Il differenziale di rendimento tra Btp decennale e Bund di pari durata si porta a 196 punti base (+6,93%), con tassi in crescita per il titolo italiano a +3,87% (da +3,8% di ieri) e in calo per il Bund a +1,91% (da +1,98%)
Wall Street debole in attesa di Powell
Nel pomeriggio non ha provocato grandi scossoni in Europa l’avvio incerto di Wall Street, che si sta muovendo mista, apprestandosi in ogni caso a chiudere un bimestre in crescita.
L’incertezza di oggi è causata da dati macro in chiaroscuro e dall’attesa di Jerome Powell, che parlerà al Brookings Institution e sarà l’ultima volta che potrà orientare il sentiment di mercato prima della prossima riunione della Fed di dicembre. Il presidente della banca centrale Usa potrà trovare spunti per il suo discorso nei dati macroeconomici odierni. Negli Usa ha sorpreso in seconda lettura del Pil del terzo trimestre, cresciuto del 2,9% dopo il +2,6% in prima lettura, con stime per un dato al 2,7%.
Ha deluso invece l’occupazione nel settore privato in vista del più importante e completo rapporto sul lavoro atteso venerdì. Secondo il report mensile redatto da Automatic Data Processing (Adp), agenzia che si occupa di preparare le buste paga, negli Usa sono stati creati 127 mila posti di lavoro a novembre rispetto a ottobre, mentre le previsioni erano per 190mila posti; è il dato peggiore dall’inizio del 2021 e potrebbe offrire a Powell lo spunto per un atteggiamento meno aggressivo. Oggi si scommette su un prossimo rialzo dei tassi Usa di 50 punti base, ma ci si interroga su quanto a lungo la Fed proseguirà sulla via di una stretta monetaria.
Questa sera (alle 20, ora italiana) verrà inoltre pubblicato il Beige Book.
Petrolio in crescita guardando alla Cina
Tra le materie prime il petrolio si apprezza, in un mercato che spera in un aggiustamento di rotta della politica anti Covid in Cina e dal calo di scorte settimanali di greggio negli Usa.
I guadagni sono invece frenati dalla decisione dell’Opec+ di tenere la propria riunione del 4 dicembre in forma virtuale, “una scelta che segnala che un cambio di politiche produttive è improbabile”, scrive Reuters citando una fonte a conoscenza diretta della questione.
Brent +2,8%, 85,35 dollari al barile; Wti +2,7%, 80,3 dollari al barile.
Sul mercato valutario al momento si rafforza moderatamente il dollaro e l’euro cambia intorno a 1,03 dopo essersi avvicinato a 1,04 nel corso degli scambi mattutini.
Piazza Affari in rialzo col risparmio gestito
Sono i titoli del risparmio gestito, del lusso e in parte i titoli petroliferi a tenere alto anche oggi il principale listino di Piazza Affari.
La blue chip migliore del giorno è Banca Mediolanum (+2,36%) e in scia, nel settore Finecobank +2,12%, Banca Generali +1,26%.
Tra i titoli oil il migliore è Tenaris +2,05%, mentre le prese di profitto mandano in rosso Saipem -2,15%. Tra i titoli dell’energia si conferma in rialzo Erg, +0,47% dopo il buon debutto sul Ftse Mib di ieri.
Il lusso, sempre attento alla Cina, svetta in Europa e a Milano con Moncler +2,19%.
Nell’automotive si distingue Ferrari +1,63%.
Le banche sono poche mosse e oscillano tra il rialzo di Unicredit +0,49% e il ribasso di Intesa -0,59%. Piatta Banco Bpm, -0,03%, dopo aver concesso a Crédit Agricole un periodo di esclusiva per valutare una partnership nel settore Danni/Protezione.
Tra le big cap in calo A2a, -1,73% e Leonardo -1,74%.
Fuori dal listino principale brilla ancora il lusso soprattutto con Salvatore Ferragamo +4,36%.
Si conferma in rosso invece la Juventus -1,16%, dopo il terremoto che ha investito i vertici della società che si sono dimessi nella serata di lunedì. Butta acqua sul fuoco però John Elkann: “La Juventus non ha bisogno di capitale. È in una situazione in cui ha davanti una direzione chiara” e “siamo incoraggiati dal futuro”, ha detto l’amministratore delegato di Exor durante la conference call annuale per fare il punto sulla holding con analisti e investitori.