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Borsa: Milano in altalena. Crolla l’Asia

FIRSTonline

Piazza Affari dopo una partenza pesante annulla le perdite e, a poco più di un’ora di dall’avvio delle contrattazioni, si porta in territorio positivo. L’indice principale Ftse Mib segna un timido rialzo (+0,1%), spinto dal rimbalzo dei titoli bancari, con in testa Unicredit (+3,1%), e dalla performance di Finmeccanica (+4,1%).

Anche la Borsa di Madrid annulla le perdite dell’avvio grazie al maxi rimbalzo di Bankia (+19%) e degli altri titoli bancari, noncuranti della raffica di downgrade di Moody’s.

Sul mercato obbligazionario, si allenta lo spread tra Btp e Bund, con il differenziale tra i due titoli di Stato decennali che si porta sui minimi di giornata a 436 punti.

CADE ANCHE TOKYO -2,5%. LE BORSE PERDONO 4MILA MILIARDI. MOODY’S TAGLIA LA SPAGNA. FONSAI OFFRE A UNIPOL IL 61%

Finale di settimana drammatico sui listini asiatici, in attesa che si apra il G8 di Washington in cui Mario Monti avrà il ruolo di speaker sulla situazione economica. In attesa del discorso del premier l’euro è sceso sotto quota 1,27 ai minimi dell’anno. Intanto, la borsa di Tokyo chiude la settimana con un ribasso del 2,47%, contro il 2,32% dell’Hang Seng di Hong Kong. Altri segnali di crisi il forte calo del rendimento dei Treasury americani (invariati i futures sullo S&P) e delle quotazioni del petrolio. Nel corso del mese di maggio la perdita complessiva dei mercati azionari si aggira sui 4.000 miliardi di dollari.

A Milano, intanto, l’indice Ftse/Mib ha bucato al ribasso in mattinata la soglia dei 13 mila punti ad un minimo di 12.939, vicina al minimo di 12.621 toccato il 9 marzo 2009, nel momento più critico della crisi post Lehman Brothers. Alla fine l’indice ha chiuso a quota 13.089. I listini europei hanno chiuso tutti in calo: Milano -1,46%, Prigi -1,20%, Francoforte -1,18%, Madrid -1,11%, Atene -3,41%. Lo spread tra Btp e Bund è a quota 438, il rendimento dei Bund decennali è ai minimi.

Ieri in Italia, oggi in Spagna. Moody’s, incurante degli strali scagliati da Abi, Confindustria, Consob e dal ministro Corrado Passera, continua a seminare il panico tra le banche dell’Eurozona “periferica”. Ieri sera, dopo il downgrade di 26 istituti italiani, è toccato a Madrid. L’abbassamento del rating riguarda 16 istituti: Banco de Santander e Bbva scendono ad A3, contro Aa3. Più pesanti le retrocessioni di altri istituti. Ieri, ancor prima del verdetto, Bankia, appena passato sotto l’ombrello pubblico, ha perduto il 22% dopo che il quotidiano El Mundo ha scritto che i clienti della banca hanno prelevato in una settimana oltre 1 miliardo di euro.

Fitch intanto ha tagliato il rating greco a “CCC” da “B-“, citando l’alto rischio che il Paese possa dover lasciare l’Eurozona. Se nuove elezioni non riuscissero a produrre un governo che porti avanti le misure di austerità, l’uscita di Atene dal blocco euro sarebbe “probabile”, secondo Fitch.

La crisi dei mercati non ha fermato l’Ipo dei record. Facebook ha collocato le azioni a 38 dollari, al punto più alto della forchetta, accogliendo 16 miliardi di dollari. Oggi, al momento del debutto al Nasdaq, la società fondata otto anni fa da Mark Zuckerberg, si collocherà al numero 25 nella classifica per capitalizzazione dei gruppi Usa.

L’arrivo della matricola dei record non distoglie Wall Street dalla tragedia greca: l’indice Dow Jones perde l’1,24%, l’S&P500 scende del 1,51% ai minimi da quattro mesi, più pesante il Nasdaq -2,10%. La gelata dipende, oltre che dal Partenone, anche dagli indicatori macro dell’economia Usa. Il Leading Indicator, il principale indicatore che anticipa l’evoluzione dell’economia Usa, in aprile è sceso dello 0,1% dopo sei mesi consecutivi di rialzo, gli economisti si aspettavano ben altro, un incremento dello 0,3%.

In calo, e pesantemente sotto le previsioni, anche l’indice sulle condizioni dell’industria nell’area metropolitana di Filadelfia, in maggio la lettura è -5,8 da 8,5 di aprile, gli economisti si aspettavano 10. I dati macroeconomici sotto le attese non fermano la corsa del dollaro, il dollar index sale per il quattordicesimo giorno consecutivo e si porta a 81,5 (+0,2%). Nei confronti dell’euro, il dollaro sale a 1,2682, da 1,271 della chiusura di ieri sera.

In questo quadro non stupisce la Caporetto delle banche, ancora alla ricerca della linea del Piave: Unicredit  scende del 5,2%, Intesa  dell’1%, Mediobanca del 3%, MontePaschi del 6%, Ubi del 3%, Pop.Emilia del 3,7%. Generali  è in calo del 3%.

Improvvisa accelerazione di  Fondiaria-Sai +10% e frenata di  Unipol  -3% mentre si svolgeva il consiglio Fonsai. La compagnia ha deciso di proporre i seguenti concambi in vista del nuovo polo: Unipol dovrebbe controllare il 61,8% del big assicurativo (cinque punti in meno di quanto chiesto da Carlo Cimbri) mentre Fonsai deterrà il 24,7%, Milano il 10,5% e a Premafin lo 0,85%. Nel weekend l’intesa dovrebbe essere approvata dalle compagnie del gruppo prima di essere girata a Bologna. Occorre far presto per consentire la firma dell’accordo tra Premafin e le banche creditrici entro lunedì, in tempo per l’assemblea dei soci sul bilancio e l’aumento di capitale riservato a Unipol. Altrimenti tornerà d’attualità il piano alternativo presentato da Sator e Palladio.

Fra i titoli industriali, Finmeccanica scende del 2,8% e Prysmian dell’1,5%. Continuano le scosse sismiche nella holding pubblica della difesa dopo lo scontro post assemblea tra il presidente Giuseppe Orsi e il direttore generale Alessandro Pansa. Il Corriere della Sera avanza l’ipotesi di un passaggio di Pansa dai piani alti della holding alla gestione di Selex, “uno dei pezzi più pregiati di Finmeccanica in preospettiva strategica”.

Enel  è in calo del 2% dopo il downgrade di Moody’s.  Impregilo -2,2%. Nel settore automotive, salgono Fiat Industrial  +2,3% e Pirelli  +0,5%, debole Fiat  –2,4%. Yoox  è tornata in contrattazione dopo la sospensione e sale del 13%. La società ha comunicato oggi pomeriggio che sta trattando un’alleanza con il colosso francese del lusso Ppr.

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