Bilancio di giornata negativo, a chiusura di un anno positivo. È rossa l’ultima seduta del 2017 di Piazza Affari, con il Ftse Mib sotto la soglia dei 22.000 punti, -1,21%, a 21.853 punti base. Pesano sul listino milanese le prese di profitto su Fiat (-1,97%) e Ferrari (-1,96%) e il comparto del credito. Soffre anche la carta italiana sul secondario, complici i volumi sottili e la fine della legislatura. Il rendimento del Btp 10 anni risale al 2,3% e lo spread con il Bund esplode a 186.80 punti, +25,71%.
Dal fronte macro: l’Istat, nella sua nota mensile, sostiene che l’indicatore anticipatore dell’andamento dell’economia italiana continua a migliorare a dicembre, ma a ritmi meno elevati rispetto ai due mesi precedenti. Intanto l’inflazione tedesca, in questo mese, accelera oltre le attese (+0,6% su mese, +1,7% su anno).
L’andamento è debole anche per gli altri listini europei, con l’eccezione di Londra, +0,85% che, chiusi i battenti in anticipo, incassa un nuovo record. Madrid cede lo 0,49%; Francoforte -0,48%; Parigi -0,5%. Zurigo, con cui Milano si giocava il titolo di regina europea dell’anno (perso nelle ultime ore), lascia sul terreno lo 0,4%.
Wall Street parte cauta e, al momento sembra avviata a una seduta debole, benché il 2017 resterà il migliore dal 2013. L’euro prosegue la sua corsa sul dollaro, con il cambio che supera 1,2. La moneta unica, in 12 mesi, si è apprezzata del 14% contro il biglietto verde. Il 2017, per la divisa statunitense è l‘anno peggiore dal 2003.
Ben intonati oro e petrolio. Il primo supera i 1300 dollari l’oncia, il Brent sale dello 0,54% a 66,52 dollari al barile. Neppure l’oro nero però salva oggi Piazza Affari dalle vendite. In calo Eni, -1,15%; Saipem -0,63%; Tenaris -0,98%.
I titoli più deboli della seduta sono i bancari, in particolare Bper -2,73%; Ubi -2,09%. Male anche le big, Intesa -0,72% e Unicredit -1,7%; quest’ultima è l’azione più scambiata dell’anno.