La possibilità che la Bce metta in campo nuovi prestiti alle banche sostiene Piazza Affari e fa calare lo spread. Milano chiude in rialzo dello 0,65% a 20.851 punti, meglio di Francoforte -0,29%; Parigi -0,16%, Madrid +0,46%; Londra +0,17%.
Si rianimano le banche con Ubi +4,27% e Banco Bpm +2,71%. Più caute Unicredit (+0,14%) e Intesa (+0,95%), il cui amministratore delegato Carlo Messina ha definito “molto probabile” un rinnovo del Tltro da parte della banca centrale. La fiducia fa arretrare lo spread. Il differenziale fra Btp e Bund 10 anni scende a 248.80 punti (-2,43%) e il rendimento dei titoli italiani sul secondario si contrae al 2,62%. Contribuisce a questo clima la notizia, riportata da Bloomberg, che Eurotower starebbe discutendo una nuova tornata di prestiti agevolati alle banche e potrebbe rivedere l’outlook sull’inflazione.
Cresce dunque l’attesa per la riunione della Bce di domani e le successive parole di Mario Draghi. Di sostegno c’è bisogno, visto che l’Ocse stima che l’Italia chiuderà l’anno in recessione e rivede la sua proiezione sul Pil da +0,9% a -0,2%, a causa del rallentamento globale, della frenata tedesca, dell’incertezza politica e della bassa crescita potenziale. Mentre ancora si discute della Tav, l’Organizzazione sollecita il Belpaese a fare più investimenti pubblici invece di farne di meno. Nella nota mensile dell’Istat inoltre si legge che l’indice anticipatore mostra a febbraio un’ulteriore contrazione, confermando le difficoltà dell’attuale fase ciclica dell’economia italiana.
Si muove debole Wall Street, orfana di novità sul fronte dazi e in attesa dei Beige Book della Fed, che verrà reso noto nella sera americana. Le notizie economiche del giorno raccontano che il deficit commerciale Usa, a dicembre, è salito a 59,8 miliardi di dollari, dopo i 50,3 miliardi di novembre, contro le attese a 57,3 miliardi. La bilancia commerciale peggiora: +2,1% le importazioni su base annua, -1,9% le esportazioni. Il deficit commerciale nel 2018 è salito quindi a 621 miliardi di dollari, livello più alto dal 2008. Rallenta la crescita dell’occupazione nel settore privato a febbraio.
Euro-dollaro in miglioramento, intorno a 1,132. Sono deboli le materie prime. L’oro si muove in zona 1287 dollari l’oncia. Il petrolio tipo Brent cede lo 0,2% e scende a 65.73 dollari al barile. Nella settimana conclusa il 2 marzo scorso, le scorte di petrolio negli Stati Uniti sono tornate a crescere dopo l’inatteso calo dei sette giorni precedenti.
In Piazza Affari fra i petroliferi spicca Saipem, +1,85%, a seguito della raccomandazione d’acquisto di Kepler Chevreux. Fra le blue chip migliori Fiat, +3,94% e Telecom +2,69%, mentre il mercato si interroga sulle mosse degli azionisti in vista dell’assemblea di fine marzo. In particolare, gli operatori si interrogano se ad acquistare sia proprio Cdp, dopo essere salita dal 4,9% al 7,1% proprio nei giorni scorsi e avere espresso la volontà di crescere fino al 10%. Le vendite penalizzano Stm -3,62%, ma anche Amplifon -3,56%; Prysmian -3,09% in scia ai conti. Perde Pirelli -0,98%. Fuori dal paniere principale sale Illimity, +2,63%, al suo secondo giorno di contrattazioni. Boom di Cerved, +13,25%, che nel corso della seduta viene anche congelata al rialzo a causa dell’interesse del fondo Advent.