BORSA MILANO, MAGLIA NERA D’EUROPA (-2,01%)
PERFINO ATENE DA MAGGIO HA FATTO MEGLIO
Piazza Affari si conferma la Borsa più fragile d’Europa, segnando in chiusura una perdita del 2,01% (indice Ftse/Mib a quota 19.962). E’ questo il verdetto di una seduta dominata, un po’ ovunque, dall’onda negativa della “fumata nera” sugli aiuti alla Grecia ma che in Italia ha toccato la sua punta negativa, solo in parte giusutificata dalla coincidenza con lo stacco della cedola da parte di A2A, Enel, Tenaris e Terna (un impatto complessivo dello 0,56%).
Il warning di Moody’s ha così accentuato una tendenza negativo in atto dall’inizio di maggio.Da allora, in sette settimane, il listino ha accusato una perdita attorno al 12%, il doppio circa di quanto registrato dal Dax tedesco, quattro punti sotto le performances di Parigie Madrid. Perfino la Borsa di Atene(-11%) , a sorpresa, ha fatto meglio del listino italiano, su cui pesa la stagione negativa del credito, segnata dagli aumenti di capitale e dall’aumento del rischio Paese che si è riflesso sul costo della raccolta.
TIENE LA DIGA DI WALL STREET, PETROLIO IN CALO
MA SI ALLARGA DI NUOVO LO SPREAD BTP/bund
La frana del Vecchio Continente è stata contenuta dall’andamento dei mercati americani. La Borsa Usa, dopo un avvio debole, ha invertito la rotta: Dow Jones +0,17%, S&P 500 invariato e Nasdaq +0,1%. Tengono anche le quotazioni delle commodities:il petrolio è in ripresa rispetto ai cali di questa mattina e degli ultimi tre giorni. Il Wti passa di mano a 93 dollari il barile, in linea con la chiusura di venerdì. . In leggera ripresa i metalli preziosi: l’oro tratta a 1.544 dollari (+0,2%) e argento a 36 dollari (+0,6%).Il dollaro conserva i guadagni di stamattina: euro/dollaro a 1,4313.
Gli operatori, insomma, sospendono il giudizio in attesa dell’evoluzione sul fronte della cirsi greca. I riflettori sono puntati sul voto di fiducia del Parlamernto di Atene di domani. çLe rassicurazioni di Giulio Tremonti sulla presentazione
C’è tensione sui bond dei paesi periferici con lo spread tra bund decennale tedesco e i rispettivi governativi di Italia e Spagna non lontano dai massimi dell’anno rispettivamente a 193 e 268 punti base.
BPM (-6,77%) . LA BANCA QUERELA ZINGALES E PORRO
DEBUTTO AMARO PER MPS. PESA IL CONTENZIOSO CON IL FISCO
Nel pomeriggio si è allentata la pressione sui titoli bancari, che comunque restano in zona negativa. A guidar la corsa negativa resta la Banca Popolare diMilano (-6,77%) seguita a ruota da Mps (-3,68%), che ha dato il via all’aumento di capitale da 2,15 miliardi .
Nella lotta senza esclusione di colpi in piazza Meda, a pochi giorni dall’assemblea che dovrà decidere sull’aumento di capitale di Bpm, si registra l’ennesima levata di scudi dal fronte dei soci-dipendenti. I sindacati dell’istituto hanno rinnovato ieri infatti l’invito a votare contro l’aumento delle deleghe da tre a cinque nell’assemblea di sabato prossimo in linea con la posizione espressa dall’Associazione Amici della Bpm. Lo ribadiscono con un comunicato congiunto le sigle Fabi, Fiba, Fisac e Uica che giudicano tra l’altro «gravi e false»” le affermazioni riportate da un recente articolo stampa relativo ad un interesse da parte di Bnp Paribas per la banca milanese e in particolare riguardo all’ipotesi che i francesi avrebbero offerto ai sindacati «una cifra stratosferica» per convincerli ad accettare la trasformazione da Popolare in Spa. La banca, inato, ha deciso di sportgere querela contro Nicola Porro de “Il Giornale” e Luigi Zingales per l’articolo su “Il Sole 24 Ore” in cui chiedeva a Mario Draghi di commissariare l’istituto.
Per quanto riguarda Mps, non ha certo giovato al titolo della banca senese la scoperta, nel prospetto dell’aumento di capitale (che avverrà ad un prezzo di 0,44 euro per azione con uno sconto teorico del 27% circa sulle quotazioni del 15 giugno) di un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate per oltre un miliardo di euro.
BANCO POPOLARE (-0,61%) ESCE DA PRAGA
LO SCONTO PESA SULL’AUMENTO FONSAI (-3,65)
Sensibili anche le perdite per Unicredit (-2,04%) e Intesa Sanpaolo -1,1%. Sotto tiro anche il Banco Popolare( -0,61%) che giovedì presenterà il piano industriale ad analisti ed investitori. Nell’attesa il Wall Street Journal anticipa la cessione degli assets nella repubblica Ceca. Non si tratta di gran cosa, visto che l’incasso sarà di 48 milioni(12 la plusvalenza), ma è la conferma che la banca di Saviotti sta cercando di accelerare sulla via dell’uscita dalle partecipazioni non strategiche. Chiude in terreno positivo Ubi Banca (+0,485).
Giornata ad alta tensione sul fronte di Fonsai, in attesa del consiglio di amministrazione di mercoledì. Secondo le anticipazioni de “Il Messaggero”, le banche aderenti al consorzio di garanzia stanno insistendo per uno sconto cospicuo, nell’ordine del 50% per l’operazione
AUTOGRILL SALE (+2,2%). CITI CHIEDE LO SPEZZATINO
VOLA LA LAZIO, LA PACE FA BENE A FIERA MILANO
Tra i pochi titoli in terreno positivo, figurano alcuni valori industriali, tra cui Finmeccanica (+0,76%), Fiat (+0,65%) e Campari (+0,47%). Di particolare rilievo il balzo della Lazio (+12%) e la risposta positiva del mercato alla grande pace tra Fiera Milano (+5,47%) e l’associazoione di settore. Una nota a parte la merita Autogrill (+2,2%) in netta controtendenza a Piazza Affari grazie al report di Citigroup. La banca Usa ha confermato il giudizio “buy” sul titolo abbassando il target price a 12 euro da 12,50 euro. A convincere il mercato, evidentemente, è il ragionamento degli analisti americani, che considerano l’azione sottovalutata e che consigliano di separare i due rami di attività per creare valore perché l’azione non ha “incorporato” il miglioramento messo a segno a partire dal 2008 dal retail aeroportuale ( circa un terzo dei ricavi), mentre le attività di ristorazione non esprimone l’effettivo valore. Di qui l’invito allo spezzatino per ridurre lo sconto holding.