L’andamento volatile di Wall Street si abbatte sulle borse europee, che perdono slancio nell’ultima mezz’ora di scambi e chiudono miste, lontane dai massimi di seduta. Piazza Affari cede lo 0,41%, anche se salva quota 20mila punti. L’impennata dello spread, +5,75%, 152 punti base, frena le banche.
La parabola discendente affonda Londra -1,11% e azzera i guadagni di Parigi, Madrid e Francoforte. Quest’ultima ha dovuto fare i conti in giornata anche con dati macroeconomici abbastanza scioccanti. Il pil tedesco ha conosciuto infatti, nel secondo trimestre, una caduta storica, -9,7% (-11,3% su base annuale). I dati sono stati rivisti leggermente al rialzo rispetto alla lettura preliminare e al consenso degli economisti (-10,1% trimestre su trimestre e -11,7% anno su anno) e questo almeno è un buon segnale. Migliora inoltre la percezione del clima da parte delle imprese tedesche. L’Ifo di agosto sale a 92,6 punti da 90,4 di luglio.
Un progresso che fa dire all’istituto che svolge le indagini che la Germania “è sulla strada della ripresa”. Un tale sentimento positivo proveniente dalla principale economia europea ha quindi sostenuto l’andamento dei listini nella prima parte della seduta, unitamente al miglioramento nella relazioni Usa-Cina e alla speranza che i numerosi vaccini anti Covid, su cui si sta lavorando nel mondo, arrivino al traguardo in tempi relativamente rapidi. Questi ultimi elementi ieri hanno portato Wall Street a centrare nuovi record e hanno offerto un buon trampolino oggi alla Borsa di Tokyo (+1,35%).
Il copione appare diverso in queste ore e, dopo un avvio cautamente positivo, la borsa di New York si sta muovendo contrastata. Pesano le prese di beneficio su Apple (-1,5%). Inoltre è in calo Exxon (-2,87%) destinata a uscire dal Dow Jones dopo quasi un secolo di permanenza. È proprio lo split di Apple, che entrerà in vigore il prossimo 31 agosto, a provocare una specie di terremoto. Lo ha annunciato ieri lo S&P Dow Jones Indices, leader nella creazione di vari indici azionari benchmark. Insieme a Exxon Mobil Corp, componente del Dow Jones dal 1928, il 31 agosto abbandoneranno l’indice Pfizer e Raytheon Technologies. Le sostitute saranno Salesforce.com, Amgen e Honeywell International.
Sul mercato valutario l’euro risale sul dollaro e il cambio orbita intorno a 1,183, in rialzo dello 0,35%. I prezzi del greggio sono in crescita, ancora supportati dai tagli alla produzione nella costa del Golfo degli Stati Uniti. Il Brent si apprezza dell’1,57% a 45,84 dollari al barile; Wti +1,05%, 43,07 dollari. Oro in ribasso, con lo spot gold a 1920,39 dollari l’oncia (-0,67%).
In Piazza Affari acciuffa la testa del listino negli ultimi minuti Nexi +1,01%. Bene Stm +0,84%, che si distingue dalla sua cliente Apple. Fra i titoli migliori Amplifon +0,84%; Unipol +0,58%; Generali +0,57%. Perdono terreno le banche, ben comprate a inizio seduta anche a seguito dell’ipotesi, rimessa in campo dal Sole 24 ore, di una bad bank a livello europeo. A quanto risulta al quotidiano il prossimo 25 settembre il tema sarà al centro di una tavola rotonda organizzata dalla Commissione europea, in particolare dalla Dg Fisma, direzione della Stabilità finanziaria e dei mercati dei capitali responsabile della politica dell’Ue in materia di banche e finanza. Per il Sole “l’ipotesi del varo di una bad bank europea, che abbia come obiettivo quello di ripulire i bilanci delle banche dai crediti deteriorati, e in particolare di quelli generati dalla pandemia, sembra tornare d’attualità”.
Restano in evidenza sul listino Mediobanca +0,56% e Bper +0,38%. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha deciso di non avviare istruttorie sull’acquisto delle filiali di Ubi (-0,08%), nell’ambito dell’integrazione di quest’ultima con Intesa (-0,28%%). Segno meno per Exor -2,35%; Cnh -2,18%; Interpump -1,75%. In calo Eni -1,38% dopo l’esuberanza della vigilia. La seduta è in rosso per l’obbligazionario: lo spread fra decennale italiano e tedesco balza a 152 punti base (+5,75%) e il rendimento del Btp cresce a 1,03%.