Giornata di galleggiamento per Milano, che chiude sopra la parità a +0,24%, nonostante il clima semi festivo, sorretta da Mediaset, +2,79%, ancora calda, dopo la sfida lanciata da Vivendi. Positivi i petroliferi, in particolare Saipem +1,66%. Deboli i bancari, dove si registra il tonfo di Bpm -3,95% e Bp -3,7%. Il settore soffre la notizia che, per salvare Mps, ci vuole un aumento di capitale da 8,8 miliardi di euro. Secondo indiscrezioni il Tesoro dovrebbe intervenire con una cifra vicina ai 6,5 miliardi di euro e il fondo da 20 miliardi dovrebbe essere sufficiente a fare fronte alle varie esigenze. Il titolo anche oggi non è entrato in contrattazione per decisione di Consob e Borsa Italiana.
Fiacco il resto d’Europa: Francoforte +0,19%; Parigi +0,18%; Madrid +0,10%. Londra non pervenuta, visto che anche oggi è rimasta chiusa per ferie. Positiva Wall Street, da cui gli operatori si aspettano ulteriori faville, dopo la sfilza di record inanellati a partire dall’8 novembre. Molti analisti dicono: non è merito di Trump, ma dei bei conti delle aziende. E la nave va, sospinta da indici macro: fiducia dei consumatori e indice manifatturiero migliori del previsto in dicembre, e ulteriore trend rialzista delle case. In frazionale rialzo i tre listini principali a metà giornata, con i riflettori accesi sul Dow Jones per vedere se riuscirà a superare la soglia psicologica dei 20 mila punti entro fine anno.
Brent in ascesa, +1,54%%, a 56,76 dollari al barile. Sulla scia del recupero dell’oro nero e delle sue prospettive, in seguito allo storico accordo per un contenimento della produzione, viaggia Saipem +1,66%; bene anche Tenaris +1,18%. Effervescente Fiat, +1,16%, mentre Ferrari resta in parità, dopo la decisione di premiare i propri dipendenti con un bonus di 5 mila euro lordi, in seguito ai risultati economici 2016. Acquisti su Buzzi, +0,71% che, nell’arco di un anno, ha messo a segno un rialzo del 37,65%.
Giornata in linea col listino per Campari +0,27%, che ha annunciato la cessione dei vini Lapostolle in Cile per 30 milioni di euro. L’operazione dovrebbe chiudersi entro due mesi e conferma la volontà del gruppo di uscire dal business dei vini fermi, concentrandosi sul core business degli spirit.
Mediaset +2,79% e Telecom +1,57% risultano ulteriormente premiate dagli acquisti in attesa di capire le prossime mosse di Vincent Bollorè. Intanto Vivendi, che ha in portafogli quasi il 30% del Biscione e il 24% del colosso telefonico, vive una giornata positiva alla Borsa di Parigi (+0,71%).
In coda al Ftse Mib, troviamo Bpm e Bp dopo che venerdì scorso Fitch ha abbassato il rating a lungo termine delle due banche e a causa delle incertezze legate alla riforma delle popolari. In calo anche Ubi -0,57%, Unicredit -0,6% e Intesa -0,33%.
Fuori dal listino principale spicca Parmalat a +10,12%, in seguito all’opa finalizzata al delisting lanciata da Lactalis, che già detiene l’87,7% della società italiana. Il prezzo, fissato a 2,8 euro per azione, nel caso di adesione totalitaria comporterà un esborso di oltre 804 milioni. Sull’opa, scrive Radiocor, potrebbe però pesare la causa di Citibank per vicende risalenti al crack del gruppo italiano, sempre che non sia nel frattempo intervenuto un accordo. Inoltre Azione Parmalat, l’associazione che riunisce alcuni piccoli azionisti, dice di essere “perplessa sul prezzo offerto rispetto al buon andamento della società grazie anche all’acquisizione di Lag”. Insomma l’opa dovrebbe mettere sul piatto qualcosa di più.
In luce Mondadori (+4,5%). Il rialzo del gruppo, appartenente alla famiglia Berusconi, non sarebbe attribuibile a particolari motivi se non, come spiegano in Piazza Affari, all’incremento delle vendite di libri – compresi quelli di Rizzoli acquisiti da Rcs – sotto il periodo natalizio. Spread in ripresa: +3,32% a 164.70 punti base, rendimento 1,86%.