La crisi politica italiana comincia a farsi sentire sui mercati. A Piazza Affari, dopo aver toccato ieri il nuovo massimo dal 2009, ha accelerato rapidamente al ribasso. Alle 13 la Borsa di Milano, la peggiore, perde il 2,11%, poco sopra la barriera dei 24 mila punti. Giù, anche se di mezzo punto soltanto, Francoforte e Parigi, Madrid -0,3%. L’unico listino in terreno positivo è Londra (+0,1%), fuori dall’area euro.
Tra i titoli migliori Unilever, in rialzo di quasi il 2% dopo aver annunciato un buyback di azioni fino a 6 miliardi di euro. A Londra, Shire guadagna il 2,8% dopo che Takeda Pharmaceutical ha detto che acquisirà il gruppo per 61,5 miliardi di dollari. Sky cede circa l’1% dopo che Comcast ha notificato formalmente alla Commissione Ue l’intenzione di avanzare un’offerta per la pay tv britannica.
L’ansia contagia anche il mercato del debito: lo spread tra Btp e Bund sale oltre la diga dei 130 punti e il tasso del decennale avanza all’1,83%, un livello che non si vedeva dallo scorso marzo. In rialzo anche lo spread tra il Bonos spagnolo e il Bund, a 76,2 punti.
Il dollaro si è spinto sui massimi da inizio anno nei confronti dell’euro, cross 1,188. Il presidente della Fed, Jerome Powell, durante un intervento a Zurigo, ha spiegato che le attese dei mercati sono abbastanza in linea con il piano di normalizzazione dei tassi della Banca centrale Usa. Powell ha aggiunto che ci sono buoni motivi per sostenere che il processo di aggiustamento sia “gestibile” anche per le economie emergenti, cercando così di attenuare i timori che il rialzo dei tassi in Usa ed Europa rischi di innescare una crisi per l’economia di Paesi come Argentina, Turchia o Russia.
Intanto, mancano poche ore all’annuncio delle decisioni di Donald Trump sulle sanzioni all’Iran. I prezzi dei futures sul Brent proseguono in ribasso. Sul fronte della domanda, gli indicatori restano solidi: ad aprile, secondo calcoli Reuters, le importazioni di greggio della Cina hanno toccato il nuovo massimo storico di circa 9,6 milioni di barili al giorno. Alle 12 il Brent si è attestato a 75,44 dollari il barile. A Piazza Affari Saipem -1,5%. Fanno peggio Eni e Tenaris (-2%).
In rialzo a Milano solo due blue chips: Luxottica +0,3% e Moncler +1,5% in ripresa dopo le prese di beneficio degli ultimi giorni. Nel lusso perde invece un punto abbondante Salvatore Ferragamo; la società conferma che il cambio, per tutto il 2018, penalizzerà gli affari.
Banche sotto tiro “perché considerate proxy dei Btp”, dice un trader. Unicredit (-2,4%) starebbe per cedere un miliardo di euro di crediti in sofferenza non garantiti. Un fondo contesta la redazione del bilancio. Intesa -1,7% in attesa della trimestrale. Bper Banca -5%, Banco Bpm -4,5%.
Sotto tiro Italgas (-4,8%), che ha chiuso il primo trimestre 2018 con 198,4 milioni di euro di Ebitda, in rialzo del 2,7% anno su anno, esattamente come se l’aspettava il consensus. Il debito si attesta a 3,65 miliardi di euro. Giù anche Enel (-2%). La controllata spagnola Endesa ha comunicato risultati del trimestre superiori alle aspettative.
Telecom Italia -2,44% dopo le nomine ai vertici. Telecom Risparmio -2,63%. InWit -1%, anche se Deutsche Bank ha alzato il target price. Ferrari-2,3%, Fiat Chrysler -2%.
Tra i titoli minori brilla Fila (+4%) dopo l’acquisizione dell’americana Pacon Group, per un valore, debito incluso, di 325 milioni di dollari. Pacon opera nel settore della cartoleria e dei materiali per la pittura.
Fincantieri -3,6% dopo aver chiuso il trimestre con 89 milioni di euro di Ebitda, di poco meglio delle aspettative, ordini a 1,1 miliardi di euro, molto sotto le previsioni.
Prima Industrie -4,6%: Mediobanca suggerisce di prendere profitto.Su Technogym (-4%) prese di profitto dopo il record storico di ieri. Trevi Fin. -4%.