Non è un bel 25 aprile per Eni. Il titolo in Borsa del gigante energetico italiano perde all’inizio del pomeriggio quasi due punti, il peggior ribasso del Ftse Mib. La società paga i risultati trimestrali annunciati ieri, da cui è emersa una contrazione dell’utile netto rettificato pari al 41,8%, a quota 1,43 miliardi di euro. L’amministratore delegato Paolo Scaroni ha comunque confermato i target per il 2013.
Quanto alle singole divisioni, l’Exploration & Production ha sofferto la flessione del prezzo del petrolio (-5% per il riferimento Brent) e la minore performance produttiva (-4,9%), penalizzata da eventi contingenti (utile operativo in calo del 21,5%). La divisione Gas & Power ha chiuso il trimestre con una perdita operativa adjusted di 148 milioni a fronte dell’utile di un miliardo nel 2012, penalizzata dal crollo dei prezzi di vendita in un quadro di domanda debole e forte pressione competitiva.
In flessione anche il risultato di Ingegneria & Costruzioni (-46%) che ha risentito del calo della domanda di servizi e dei minori margini delle commesse. Queste riduzioni sono state solo parzialmente compensate dai miglioramenti registrati dalla divisione Refining & Marketing (+32,1%) e da Versalis (+62,7%), che hanno beneficiato delle azioni di efficienza e ottimizzazione, nonché della ripresa dello scenario prezzi.
Secondo gli analisti Eni ha prodotto risultati leggermente inferiori al previsto. Santander ha abbassato il giudizio sul titolo da buy a hold.