S’inverte bruscamente la tendenza dei mercati europei: l’attesa di incentivi in arrivo dalle banche centrali cede il posto alle preoccupazioni per l’economia reale sempre più a rischio. In particolare i dati sull’Italia pubblicati stamattina confermano il deterioramento delle condizioni macro e confermano la previsione di una manovra di aggiustamento dei conti pubblici già ventilata dal sottosegretario Giorgetti. Nel mese di dicembre l’indice destagionalizzato degli ordini all’industria è sceso dell’1,8% su mese rispetto al -0,4% rivisto di novembre. Su base annuale, gli ordinativi sono scesi del 5,3% a fronte del -2,2% rivisto del mese precedente, registrando la variazione negativa maggiore dal luglio 2016. Giù anche il fatturato, sceso del 7,3% su base annua. Cresce intanto la preoccupazione per il dato del Pil del quarto trimestre 2018 in uscita a marzo.
La Borsa di Milano accusa il colpo: l’indice perde lo 0,86 scivolando attorno a quota 20.15 punti base. In rosso gli altri listini dell’Eurozona: Parigi e Madrid perdono mezzo punto.
Francoforte -0,15%. E migliorata leggermente la fiducia delle imprese tedesche. L’indice Zew che misura le aspettative per il mese di febbraio è migliorato a -13,4 punti da -15.
Londra -0,6%. HSBC perde quasi il 4% dopo aver riportato profitti annuali deludenti a causa dei maggiori costi e del rallentamento della crescita nel Regno Unito e in Cina.
Il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker incontrerà domani alle 18.30 a Bruxelles la premier britannica Theresa May.
Poco mosso il dollaro, rispetto alle maggiori controparti. Anche rispetto all’Euro la variazione è modesta (1,129). Il petrolio tipo Brent è in calo dello 0,2% a 66,2 dollari il barile, ieri sera ha guadagnato lo 0,4% sostenuto dai tagli all’offerta promossi dall’Opec.
Ripiega sul mercato obbligazionario il Btp. Il rendimento decennale sale di 8 punti base a 2,81%, spread 272. Era partito bene dopo il NO del sondaggio pentastellato al processo a Salvini per il caso Diciotti.
I dati pessimi sull’industria, combinati con l’aumento dello spread e i conti deludenti di Hsbc spiegano la battuta d’arresto dell’indice bancario dopo il lungo rally.
A perdere di più è Ubi Banca -3,1%. Giù anche Banca Generali -2% e Banco Bpm -1,7%. Segno meno anche per FinecoBank a -2,2%.
Continua a tremare anche l’automotive, a ruota della minaccia di nuovi dazi sulle auto importate negli Stati Uniti: giù Fca –0,6%, Cnh -1,2% e Pirelli -1,2%.
Tra i titoli in terreno positivo Telecom Italia (+0,4%). Brilla Mediaset +1,1% spinta da attese speculative e dalla prospettiva di una maxicedola.
Fuori dal listino principale balza Brioschi (+5,5%) che beneficia dell’accordo per la costruzione e l’affitto di un nuovo edificio a Milanofiori nord.