Borse europee contrastate in attesa dell’inflazione statunitense in uscita venerdì e del primo turno delle elezioni francesi in programma per domenica. Appuntamenti importanti che potrebbero incidere, da un lato, sulle future mosse della Federal Reserve, dall’altro, sull’assetto europeo dei prossimi anni, mentre a Bruxelles si continua a discutere delle nomine dei vertici delle istituzioni europee.
E mentre le principali piazze continentali si muovono sotto la parità, le incertezze politiche fanno salire lo spread, con il differenziale tra Btp e Bund che si attesta a 156 punti base dai 154 della chiusura precedente e quello tra Oat e Bund che sfiora i 74 punti base (dai 72 di ieri), ai massimi dal 2018. In rialzo anche i rendimenti sui titoli di Stato: il Btp 10 anni è al 4,02% dal 3,99% di ieri, l’Oat 10 è al 3,19% (+1,21%), il Bund decennale è al 2,46% (+0,9%).
Borse europee in ribasso
In questo contesto lo Stoxx 600 viaggia in ribasso dello 0,18%, portando al tre il numero di sedute negative consecutive.
A pesare sono soprattutto il settore sanitario e quello retail, zavorrato quest’ultimo dal crollo di H&M che cede oltre il 12% del suo valore dopo aver mancato le previsioni sugli utili trimestrali e aver previsto un calo delle vendite a giugno. Tra i titoli pharma cade Gsk (-5,38%): mercoledì il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc) statunitense ha ridotto le raccomandazioni d’uso per tutti i vaccini contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv) e ha sospeso la raccomandazione d’uso per le persone sotto i 60 anni.
Sul fronte opposto è invece da segnalare la corsa di Kering (+5,2%) dopo che BofA Global Research ha rivisto il giudizio a ‘buy’ da ‘underperform’.
Passando alle Borse, a metà giornata Milano perde oltre mezzo punto percentuale (-0,58% a 33.348 punti base) nel giorno del primo sciopero della storia di Piazza Affari. In rosso anche Madrid (-0,5%) e Parigi (-0,04%), mentre Francoforte si salva per il rotto della cuffia (+0,04%) e Amsterdam viaggia in territorio positivo sulla scia del buonumore del comparto dei semiconduttori trainato dalla ripresa del settore tech a Wall Street. Fuori dalla Ue Londra cede lo 0,2%.
Borsa: a Milano occhi su Eni, Campari e Stellantis
Tornando a Milano, gli occhi degli investitori sono concentrati su Eni (+0,76%) che ha siglato un accordo vincolante con Hilcorp, una delle maggiori società private americane operanti in Alaska, per la vendita del 100% degli assets di Nikaitchuq e Oooguruk detenuti da Eni in Alaska. In cima al Ftse Mib c’è però Brunello Cucinelli (+4,18%) che incassa la promozione degli analisti di Stifel e beneficia del buonumore del lusso dopo l’ingresso del Ceo Bernard Arnault in Richemont e la promozione di Kering.
Bene anche Saipem (+0,74%) e Interpump (+0,54%).
Sul fronte delle vendite, in fondo al Ftse Mib si piazza Stellantis, in calo di oltre il 4 per cento dopo la revisione del giudizio da parte di Equita e il taglio del target price da parte di Hsbc. Nel dettaglio gli analisti hanno abbassato il prezzo obiettivo a 22 euro, dai precedenti 23,5, mantenendo la raccomandazione ‘Hold’. La banca ha inoltre ridotto le stime sul fatturato per l’anno fiscale 2024 del 4% e quelle sull’utile operativo rettificato dell’11%. Le stime dell’utile operativo annuo sono state poi tagliate del 5-11% per il 2024-26.
In rribasso anche Campari (-2,77%), con l’apertura dell’indagine della Guardia di finanza su Lagfin, la holding lussemburghese che controlla il 51,3% della società.
Contrastate le banche con Mps e Intesa Sanpaolo che cedono rispettivamente l’1,6% e l’1,26% e Bper che guadagna lo 0,37%.
Sotto il profilo macro, è arrivato stamattina il dato sui prezzi alla produzione, con l’industria italiana che a maggio ha interrotto una serie negativa che durava da novembre, registrando un rialzo congiunturale seppur modesto. Secondo i dati diffusi stamani da Istat, nel mese in esame l’indice è aumentato dello 0,3% su base mensile mentre è calato del 3,5% su base annua, da -0,9% e -5,9% rispettivamente ad aprile.
Gli altri mercati
Sul valutario l’euro/dollaro si mantiene stabile sotto quota 1,70, con il cambio che si attesta a 1,697. Dopo una debolezza iniziale, sale invece il prezzo del petrolio, con il future agosto sul Wti a 81,22 dollari al barile (+0,4%) e il pari scadenza sul Brent a 85,6 dollari (+4%). Guadagna lo 0,6% il gas naturale, che sulla piattaforma Ttf di Amsterdam è indicato a 34,06 euro al megawattora.