I mercati festeggiano l’esito del primo turno delle elezioni in Francia. Le Borse corrono e lo spread si raffredda nonostante le urne abbiano confermato la vittoria del Rassemblement National di Marine Le Pen che fino a venerdì scorso veniva considerata come uno spauracchio per l’intera Europa. E allora, perché questo buonumore? Tutto risiede nelle percentuali. Il partito di estrema destra ha infatti ottenuto il 33,1% dei voti. Tanto, ma non abbastanza per raggiungere la maggioranza assoluta all’Assemblea Nazionale. Nel frattempo, le altre forze politiche in corsa – la sinistra del Nuovo Fronte Popolare al 28% e la maggioranza presidenziale al 20% – cominciano a organizzare la strategia anti-Rn in vista del ballottaggio del 7 luglio. Gli scenari, dunque, sono ancora aperti, ma per analisti e broker sembra scampato il pericolo “peggiore”, cioè una maggioranza assoluta per la destra lepenista o per la sinistra del Nuovo Fronte Popolare. Tradotto: per i mercati è meglio l’incertezza sulla formazione del nuovo governo che la certezza dell’arrivo di un governo estremista. Una considerazione sufficiente a far rimbalzare gli asset francesi e anche quelli di altri Paesi considerati più sensibili all’esito del voto.
Le banche europee volano dopo le elezioni in Francia
In prima fila ci sono le banche, con lo Stoxx 600 banks che guadagna l’1,85% del suo valore dopo aver perso complessivamente il 3,7% dalle elezioni europee del 6-9 giugno. Nei nei giorni scorsi gli analisti di AlphaValue avevano indicato proprio il comparto bancario come il più sensibile al voto francese, a causa dei temuti effetti del programma politico di Rassemblement National a livello fiscale e di debito pubblico con ricadute sui tassi e sulla fiducia. Oggi lo stesso broke descrive il risultato del primo turno, parlando di pericolo scampato. Gli analisti vedono calare i rischi sovrani (tassi degli Oat e costo dei rifinanziamenti) e regolatori (interventi sulle tasse) con conseguenze per la qualità degli asset delle banche. E così, dopo i cali tra -13% e -20% messi a segno dai principali istituti a giugno in Borsa, AlphaValue vede lo spazio per un rimbalzo questa settimana derivante dal venir meno dello scenario considerato peggiore. SocGen in quanto banca ritenuta più esposta sull’economia francese è considerata dagli analisti la prima beneficiaria nel breve. E non a caso a Parigi è proprio Société Générale a registrare la performance migliore, guadagnando il 4,6%. Seguono Crédit Agricole (4,38%), Bnp Paribas (3,4%). A ruota, gli acquisti si riversano sulle banche del vecchio continente. A Francoforte Commerzbank sale del 3,18%, Deutsche Bank dell’2,56%, mentre a Madrid Banco Sabadell segna +1,8%.
Sugli scudi le banche italiane con Mps a fare da apripista con un rialzo del 5,75%. In corsa anche Bper Banca (+4,77%) e Unicredit (+3,92%). Acquisti copiosi su Banco Bpm (+2,83%), Mediobanca (+2,74%), Intesa Sanpaolo (+2,68%), Pop Sondrio (+2,47%).
Borsa: l’Europa corre trainata da Parigi e Milano
La performance del comparto bancario galvanizza Parigi, con il Cac 40 che sale dell’1,54%. Ma a sorpresa è Milano la migliore Borsa d’Europa con un rialzo dell’1,62% a 33.691 punti. Ben Intonata anche Madrid (+1%), mentre Francoforte (+0,32%) e soprattutto Amsterdam (+0,07%) viaggiano in coda. Fuori dalla Ue gli occhi degli investitori si concentrano sulla performance del Ftse 100 di Londra (+0,3%) in vista di un altro voto cruciale per il vecchio continente. Giovedì 4 luglio infatti, mentre l’America si fermerà per l’Independence Day, gli elettori del Regno Unito saranno chiamati alle urne per le elezioni anticipate che dovrebbero sancire secondo i sondaggi la netta vittoria dei laburisti.
Da segnalare anche che le borse europee sono scivolate dai massimi di seduta dopo il Pmi dell’attività manifatturiera della zona euro di giugno, che ha mostrato un peggioramento della contrazione a 45.8 punti e un calo della domanda molto più rapido nonostante le fabbriche abbiano tagliato i prezzi. In Italia l’indice Pmi manifatturiero è salito oltre le attese al 45,7 dal 45,6 di maggio, mentre in Francia e in Germania è sceso rispettivamente a 45,4 (da 46,4) e a 43,5 (da 45,4). In calendario per martedì 2 luglio l’inflazione dell’eurozona di giugno e per venerdì 5 luglio il rapporto mensile Usa sul mercato del lavoro. Nel frattempo sale l’attesa per il Forum di Sintra 2024 organizzato dalla Banca centrale europea (Bce) che si aprirà in serata.
A Milano salgono anche Poste, Iveco e Generali
Oltre al rally del comparto bancario a Milano è da evidenziare anche la corsa di Poste Italiane (+3%), Iveco (+2,58%) e Generali (+2,49%).
Guadagna l’1,43% Telecom Italia nel giorno del closing della cessione di NetCo a Kkr partecipato dal ministero dell’Economia.
Prysmian guida invece i ribassi con un rosso dell’1,45%. Deboli anche Amplifon (-0,96%) e Diasorin (-0,52%).
Fuori dal Ftse Mib è ancora in corsa Fincantieri nella seconda settimana dell’aumento di capitale da 400 milioni e si avvicina al +30% il valore dei titoli combinati rispetto ai prezzi precedenti l’avvio della ricapitalizzazione. Le azioni guadagnano quasi il 4,19% a 4,72 euro e i diritti di opzione segnano +8,75% a 1,92 euro.
La vittoria a metà di Le Pen fa scendere gli spread
L’esito del voto francese incide anche sugli spread, con il differenziale tra il Btp decennale e il Bund tedesco che scende a 150 punti base dai 157 di venerdì e quello tra l’Oat 10 francese e il titolo a 10 anni tedesco che cala a 69 punti base dai 75 del closing precedente.
Per Ubs gli spread tra i titoli governativi francesi e quelli tedeschi sono attesi restringersi leggermente ma resteranno comunque elevati in vista del secondo turno visto che il mercato vuole capire quale governo uscirà dalle urne e come si comporterà rispetto alle regole fiscali europee: gli analisti della banca svizzera hanno indicato in 130 punti base il tetto del differenziale nel caso di una governo francese sostenuto da una maggioranza assoluta nell’Assemblea nazionale che respinga il nuovo patto di stabilità Ue.
In questo contesto, sul mercato secondario dei titoli di Stato la maggiore propensione per il rischio spinge le vendite sui Bund tedeschi, con il decennale che torna a rendere il 2,56% dal 2,44% di venerdì. Resta invece sostanzialmente stabile il rendimento degli altri titoli, con gli Oat a 10 anni al 3,25% e il Btp 10 al 4,06%
Gli altri mercati
Sul mercato valutario l’euro si rafforza sul dollaro e si porta a quota 1,075 da 1,071 di venerdì, mentre tra le materie prime continua a salire il prezzo del petrolio: il Brent è a 85,4 dollari al barile (+0,47%), il Wti a 81,9 dollari (+0,44%). In rialzo anche il prezzo del gas naturale ad Amsterdam che si avvicina ai 35 euro al megawattora.