Le banche rimbalzano e Piazza Affari vola, +1,63%, risalendo a 19.477 punti, miglior listino europeo. In spolvero l’obbligazionario, anche a seguito delle rassicurazioni di Mario Draghi, che utilizzerà gli strumenti a sua disposizione in caso di recessione. Si risveglia inoltre la fiducia dopo l’ottima accoglienza del nuovo Btp 15 anni collocato ieri. Il rendimento del decennale italiano scende al 2,76% e lo spread con il Bund arretra a 253.50 punti base (-4,23%). Particolarmente bene il due e il cinque anni, con un rendimento in caduta sui minimi rispettivamente da fine maggio e da luglio.
Misto il resto del continente. Chiude in frazionale rialzo Francoforte +0,36%, dove svetta Deutsche Bank +8,27%, mentre Bloomberg scrive che la Bce preferirebbe la fusione dell’istituto di credito tedesco con una grande istituzione europea piuttosto che con Commerzbank.
Bene Parigi +0,51% e Madrid +0,71%. Londra, -0,47% è negativa dopo la bocciatura dell’accordo sulla Brexit da parte del parlamento britannico e in attesa dell’esito del voto di sfiducia a Theresa May, questa sera.
Wall Street è in verde per il secondo giorno consecutivo, poco sensibile all’interminabile shutdown e paga dei risultati di grandi banche come Goldman Sachs e Bank of America, che hanno presentato conti trimestrali superiori alle previsioni. Al momento si apprezza anche BlackRock, che ha deciso di alzare la cedola, nonostante profitti inferiori alle attese e il crollo di oltre il 60% degli utili trimestrali.
Il cambio euro dollaro è poco mosso, in area 1,14. Stabile anche la sterlina. Il petrolio tipo Brent sale dello 0,4%, 60,88 dollari al barile, -0,36%. Oro positivo, vicino a 1295 dollari l’oncia.
In Piazza Affari le banche rialzano la testa, dopo la grande paura legata alla stretta della Bce sugli Npl. Gli istituti principali hanno via via hanno comunicato di non vedere impatti significativi sui target dalle nuove indicazioni. Fra le big le migliori in seduta sono Unicredit, +5,82%; Ubi +3,81%; Intesa +3,73%. Acquisti anche sui titoli del risparmio gestito in scia alla notizia che entro febbraio sarà pronto il decreto attuativo che renderà operativi i nuovi Pir, sulla base di quanto previsto dalla legge di Bilancio 2019. Finecobank +5,63%; Banca Generali +3,08%.
Le vendite sono circoscritte a Campari -1,36%; Pirelli -0,69%; Terna -0,67% (che ieri ha raggiunto il massimo storico); Amplifon -0,62%; Snam -0,27%.
Nell’obbligazionario si ricorda che ieri Il Tesoro ha collocato in sindacato il Btp 15 anni (scadenza marzo 2035) per un ammontare record di 10 miliardi di euro dopo aver raccolto ordini per 35 miliardi, altra cifra mai raggiunta prima, segno di un ritorno di interesse dagli investitori per il debito sovrano italiano. Il rendimento è stato fissato a 3,41% (con un coupon al 3,35) non molto lontano da quello del Btp usato come benchmark con scadenza a settembre 2033, che ha un rendimento del 3,23% (coupon 2,45). Gli investitori esteri si sono aggiudicati il 64% dell’emissione.
Pimco però, primo gestore obbligazionario del mondo, vede un futuro nero per l’Italia anche a seguito del rallentamento economico globale e mantiene un sotto peso dei Btp nel portafoglio medio.