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Borsa: le banche ingranano la marcia, sprint di Unicredit

Acquisti sul credito dopo l’inattesa apertura della Germania al completamento dell’unione bancaria – Giù i titoli oil dopo il calo del prezzo del greggio. Frenano gli industriali

Borsa: le banche ingranano la marcia, sprint di Unicredit

Deboli ma non troppo le Borse europee dopo il rally dei giorni scorsi. A Piazza Affari l’indice torna in terreno positivo in tarda mattinata: +0,05%, sopra i 22.350 punti. In lieve progresso anche Parigi (-0,22%), favorita dai buoni risultati di Socgen, e Francoforte (+0,10%); peggio Madrid (-0,46%), in piena bagarre preelettorale, come Londra (-0,27%): Boris Johnson avvia ufficialmente oggi la campagna elettorale.

Al centro dell’attenzione c’è l’intervento del ministro delle Finanze tedesco, Olav Scholz, che apre alla possibilità di una garanzia comune sui depositi (il cosiddetto Terzo Pilastro) per completare l’Unione Bancaria. L’apertura a sorpresa, seppur condizionata, dopo anni di chiusura a qualsiasi forma di mutualità, contribuisce a sostenere il settore del credito, già confortato dall’andamento delle trimestrali. Anna Maria Benassi, a capo dell’Equity research di Kepler Cheuvreux ed esperta in materia bancaria, ha scritto che l’intervento di Scholz è la sponda vera che ci voleva per il comparto finanziario europeo, che può beneficiare di un fine anno positivo. In vista c’è finalmente l’M&A: Deutsche Bank e Commerzbank in Germania, Socgen in Francia e Banco Bpm in Italia sono i titoli da tener d’occhio in caso di merger.

Allunga Unicredit (+2,5%), miglior blue chip in attesa della trimestrale di domani. La Banca ha completato la cessione di un portafoglio Npl di mutui residenziali da un valore lordo di 4,1 miliardi di euro (6,1 miliardi di creditoria complessiva) a un veicolo di cartolarizzazione vendendo a un’istituzione non appartenente al gruppo il 95% delle note mezzanine e junior emesse.

Intesa Sanpaolo ancora positiva dopo la trimestrale sopra le attese: Morgan Stanley porta il target a 2,4 da 2,3 euro.

Mps (+0,13%) ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un utile netto pari a 187 milioni di euro (-50,7%) dopo aver contabilizzato componenti non operative negative per 207 milioni.

Sale anche FinecoBank (+1,5%) dopo la promozione da parte di Hasb e MainFirst. Corregge Azimut (-0,5%), all’indomani del massimo degli ultimi due anni. Kepler ha tagliato la raccomandazione da Buy a Hold.

Perde colpi dopo i conti Poste italiane (-2,1%), che chiude il terzo trimestre con 459 milioni di euro di utile operativo, in linea con il risultato del terzo trimestre del 2018, ma meglio delle aspettative, grazie al segmento assicurativo, mentre è stato debole quello dell’area finanza. Ricavi della divisione recapito corrispondenza in calo del 5%, in linea con le aspettative.

Negli altri settori prevale la lettera nonostante i segnali incoraggianti in arrivo dall’indice servizi salito a 52,2 dai 51,4 di settembre, la più rapida espansione dell’attività del terziario italiano dallo scorso marzo. Ma “l’Eurozona rimane vicina alla stagnazione a ottobre, con il calo del volume degli ordini che segnala il rischio di una contrazione nel corso del quarto trimestre”, ha avvertito Chris Williamson, Chief Business Economist di Ihs Markit.

Male a Milano alcuni industriali e i titoli oil di riflesso al calo del prezzo del greggio: Eni -0,4%, Saipem -1,4%, Tenaris -2%.

Piatta Fiat Chrysler: Oggi è previsto il primo incontro a Parigi tra i dirigenti della prima linea di FCA e Peugeot con l’obiettivo di raggiungere un accordo definitivo intorno ai primi giorni di dicembre. Oggi usciranno i dati trimestrali di Cnh Industrial.

Debole Mediaset (-0,3%), che ha avviato con Vivendi primi colloqui per tentare di risolvere la disputa sul sistema di governance di MediaforEurope, la holding olandese in cui dovrebbero fondersi le attività italiane e spagnole del gruppo di Cologno, nell’ambito di un progetto di espansione pan-europea.

Perde colpi sul listino Inwit (-3%) che ha chiuso i primi nove mesi del 2019 con un utile ‘reported’ di 98,9 milioni di euro da 105,75 milioni ma con un Ebitda di 255,7 milioni da 162,3 milioni.

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