Mercati inconsolabili a fronte di una Fed meno colomba del previsto, con Putin che ritiene si stia sottovalutando il rischio di una guerra nucleare, mentre il petrolio precipita: i listini europei chiudono in calo e Wall Street arretra pesantemente.
Piazza Affari è la peggiore, -1,93%, 18.576 punti, e lascia sul campo i guadagni messi a segno nella seduta precedente. Le banche vanno a picco (Unicredit -5,01%), nonostante l’obbligazionario resti tonico grazie alla procedura d’infrazione evitata: il rendimento del decennale scende al 2,74% e lo spread passa a 250.70 punti base (-1,38%). Il governo presenterà domani, durante il passaggio al Senato, il maxiemendamento che riscrive la manovra recependo l’intesa formalizzata ieri con la Commissione europea.
Le vendite colpiscono Francoforte -1,42%; Parigi -1,78%; Madrid -1,91%. Londra limita i danni allo 0,79%, con la banca centrale inglese che non tocca il costo del denaro in attesa di capire quale Brexit attende i britannici. Da segnalare invece il primo incremento dei tassi dal 2011 da parte della banca centrale svedese.
Si è mossa inoltre come previsto, ieri, la Federal Reserve, che ha alzato i tassi per la quarta volta nel 2018, ma ha anche ridotto a due, dai tre previsti, gli innalzamenti 2019. Una prudenza giudicata evidentemente insufficiente dagli investitori, che temono un rallentamento dell’economia globale e vedono ancora molte ombre nella relazione Usa Cina. D’altra parte oggi Vladimir Putin dà una scossa all’equilibrio geopolitico e dice: “Il mondo sta sottovalutando il pericolo di una guerra nucleare”. Il presidente indica lo “sfacelo” del sistema di deterrenza internazionale, acuito dalla decisione degli Usa di uscire dal trattato Inf, un fatto che “aumenta l’incertezza”.
Wall Street è attualmente in forte calo, mentre la curva dei rendimenti dei Bond si appiattisce contribuendo al clima di nervosismo.
Il dollaro s’indebolisce contro le principali valute. Il cambio con l’euro è in area 1,142. Ne beneficia l’oro, che si avvicina a 1260 dollari l’oncia. S’inabissa invece il petrolio: Brent -4,51%, 54,66 dollari al barile. La cronaca di Piazza Affari racconta che la blue chip peggiori di oggi è Unicredit. Male Banca Mediolanum, -4,61%, in vista dell’uscita dal Ftse Mib.
Nel risparmio gestito affonda Finecobank -4,57%. Gli speculatori si allontano da Telecom, -4,59%, all’indomani dell’analisi sulla rete da parte dell’AgCom e alla vigilia del cda sulla richiesta di Vivendi per una nuova assemblea. Intanto il Consiglio di Stato accoglie la richiesta delle compagnie di telecomunicazioni di sospendere i rimborsi per le bollette a 28 giorni.
Giù i petroliferi con Saipem che, dopo l’exploit positivo della vigilia, oggi perde il 4,57%. Debole Unipol, -0,79%, che, secondo fonti finanziarie di Reuters, avrebbe selezionato Credit Suisse quale advisor finanziario su Unipol Banca per lavorare ad una possibile integrazione con Bper -1,9%.
In controtendenza chiudono Ferragamo, +1,1%; Recordati +1,54%; Diasorin +0,78%; A2a +0,71%; Enel +0,47%.
Fuori dal listino principale è poco mossa Ima, -0,28%, che rende nota la cessione a TB Tauris Italia (ing. Thomas Becker) del 60% della partecipazione in IMA Dairy & Food Holding, nel business del riempimento. Il controvalore dell’operazione è pari a 18 milioni di euro, di cui 13 versati oggi al closing e il restante entro giugno 2019.