L’ansia da Italia è durata poco. La corrente profonda del ciclo internazionale, che è in miglioramento, ha ripreso il sopravvento, con i dati americani (fiducia dei consumatori e prezzi delle case) che confermano il vento favorevole della ripresa Usa. Anche se la crisi italiana può portare ancora tensioni, il periodo attesa e di decantazione dei risultati durerà qualche settimana e per ora i mercati possono volgere l’attenzione ad altre variabili.
Bernanke ha rassicurato gli investitori sulla continuazione del supporto monetario, pur riconoscendo che ci sono anche rischi: ma i vantaggi, ha ragionevolmente osservato, sono superiori ai potenziali svantaggi. Comunque, l’oro, che si muove in senso opposto a queste rassicurazioni (più creazione di moneta vuol dire più ricorso al metallo-rifugio), si è ripreso, recuperando quota 1600, a 1610 $/oncia.
La Borsa di Tokyo è arretrata, di conserva a uno yen che si è rafforzato. Sia il Nikkei che lo yen devono digerire le lunghe galoppate dei mesi scorsi. Stabile l’euro a 1,306 e il petrolio Wti a 92,75.
