Era dal 1970 che il mercato azionario giapponese non conosceva 12 settimane consecutive di crescita. Questo venerdì ha consacrato il record, in una settimana in cui anche l’indice regionale MSCI Asia Pacific registra un altro avanzamento rispetto al venerdì precedente. La causa prossima di una giornata di alti e bassi (fuori dal Giappone) sta in un dato dell’economia reale: il PMI “ufficiale” giapponese è leggermente sceso a gennaio (da 50,6 a 50,4), pur mantenendosi sopra quella quota 50 che segna il crinale fra aumenti e diminuzioni dell’attività economica. Tuttavia, il ricorso a questa spiegazione non è molto convincente, dato che l’altro indice PMI ‘rivale’ – quello calcolato da HSBC e Markit – segna invece un netto progresso, da 51,5 a 52,3. Gli alti e bassi di questa fine settimana sono probabilmente un semplice assestamento delle quotazioni lungo un trend che da tempo è positivo.
Lo yen ha ripreso la marcia salendo oltre quota 92 e portando quindi il deprezzamento rispetto ai massimi di qualche mese fa (77 contro dollaro) al 19%. L’euro si rafforza ancora, oltre quota 1,36 e il petrolio WTI si mantiene alto, a 97,5 $/b.
