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Borsa: la vera sorpresa è Fca, non la riforma fiscale di Trump

La riforma fiscale di Trump non scalda Wall Street che guarda con maggior interesse alle trimestrali delle Big della Silicon Valley – Per i mercati la vera sorpresa è l’utile record della Fca di Marchionne – Oggi le assemblee parallele di Intesa e Generali – Conferenza stampa di Draghi

Borsa: la vera sorpresa è Fca, non la riforma fiscale di Trump

“Sarà la più importante riforma fiscale della storia americana”, ha detto il segretario al Tesoro Steven Mnuchin presentando al Congresso la proposta di Donald Trump. Ma Wall Street, scettica di fronte alle tante zone d’ombra dei progetto, non ha condiviso tanto entusiasmo. Le ultime mosse del presidente, che si accinge a denunciare il trattato istitutivo del Nafta (l’accordo commerciale con Canada e Messico) in vista di una revisione, sembrano più dettate dalla voglia di rinfrescare l’immagine del presidente, in carica da 100 giorni alla Casa Bianca (il “compleanno” cade sanato prossimo) che non un’effettiva accelerazione.

Due appuntamenti contano di più agli occhi del mercato: i conti del trimestre che stasera saranno annunciati da quattro Big della tecnologia, ovvero Alphabet, Microsoft, Amazon ed Intel (in tutto circa 1.700 miliardi di fatturato, poco meno del Pil italiano) e l’andamento del Pil Usa nel primo trimestre, previsto in forte frenata (non più dello 0,9% su base annua).

Problema opposto per Mario Draghi. L’economia europea accelera e così crescono le pressioni a rivedere la politica fortemente espansiva della Bce, giustificata per ora dalle residue preoccupazioni per il duello elettorale francese. Ma che accadrà dopo il voto di maggio? Oggi, nella conferenza stampa dopo il meeting, Draghi offrirà la sua risposta. I mercati attendono, gustando le sorprese positive dei conti aziendali,Fiat Chrysler in testa.

IL GIAPPONE LASCIA I TASSI IN TERRENO NEGATIVO

Accoglienza fredda in Asia agli stimoli fiscali di Trump. Tokyo e Hong Kong arretrano dello 0,1%, più marcato il calo di Sidney e di Shanghai -0,6%, dopo il richiamo di Xi Jingping a frenare l’asces del credito facile. La Banca del Giappone ha confermato l’attuale politica monetaria: i tassi restano in terreno negativo a -0,1% ma sono state rivisti al rialzo le stime della crescita (+1,3%) e confermata la previsione sull’inflazione (+1,4%). Poco mossi i listini Usa: Dow Jones -0,1%, S&P -0,05%. Piatto il Nasdaq a 6.025 punti, dopo aver ritoccato il record nel corso della seduta.

UNO SCONTO PER I FONDI ESTERI DELLE MULTINAZIONALI USA

La riforma fiscale proposta da Trump prevede la riduzione delle aliquote fiscali da sette a tre (10%, 25% e 35%), l’abolizione della tassa di successione e una franchigia per le famiglie fino a 24 mila dollari. Confermato il taglio delle tasse per le aziende dal 35 al 15%. Non è prevista per ora la Border tax sulle importazioni.

Per favorire il rientro dei capitali in America dei profitti detenuti all’estero (circa 2.600 miliardi di dollari) verrà varato un provvedimento “una tantum” con un’aliquota soft per invogliare le corporations. Ma Mnuchin non è entrato nei particolari.

Poco mosso anche il petrolio: Wti a quota 49,62 dollari (6 centesimi in più della vigilia), Brent a 51,82 dollari (-0,28%). A Piazza Affari finale positivo per Eni (+0,4%), Saipem invariata, Tenaris +1,4%. 

EUROPA ANCORA POSITIVA. ASPETTANDO LA BCE
 
Lusso e motori. Così le Borse europee, compresa Piazza Affari, tengono botta nonostante la pausa dei titoli bancari alla vigilia del direttorio della Banca Centrale Europea. Oggi è prevista un’apertura in lieve ribasso. Sono
in programma i conti di Orange, Total e Airbus.

A Milano l’indice Ftse Mib ha archiviato la seduta in rialzo dello 0,15% a 20.836 euro, consolidando i rialzi delle ultime due giornate. Simile l’andamento delle altre Borse europee: Francoforte +0,1%, meno di Parigi e Londra (+0,2%). Chiude in rosso solo Madrid (-0,18%). A sostenere i listini il calo dell’euro, in discesa nel pomeriggio rispetto al dollaro fino a 1,085 da 1,092.

SALE LO SPREAD. IN OFFERTA 8,75 MILIARDI DI BTP

Sul mercato ha regnato una certa prudenza in vista del consiglio di politica monetaria della Bce: sono esclusi annunci su tassi e Qe, ma verranno seguite con attenzione le parole del presidente Mario Draghi. Il mercato obbligazionario italiano ha scontato anche l’appuntamento con l’offerta dei titoli a medio lungo in agenda oggi cancellando i guadagni messi a segno dopo l’affermazione al primo turno di Emmanuel Macron, in netto vantaggio nei sondaggi su Marie Le Pen.

Il Tesoro offrirà fino a 8,75 miliardi di euro in Btp a 5 e 10 anni e nel nuovo Ccteu ottobre 2024. Quest’ultimo, offerto per 3-3,5 miliardi, sul mercato grigio in chiusura è passato di mano a 99,328, per un rendimento di 0,67%. Tra i titoli in asta Il decennale italiano giugno 2027 è stato trattato con un rendimento di 2,31% da 2,26% di martedì, risalendo oltre i livelli di venerdì (2,28%), Lunedì, sull’euforia post voto, era sceso fino a 2,15%, minimo dal 2 marzo. Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund sul tratto si è allargato a 197 punti base da 189. Lunedì.

È salito anche lo spread Spagna/Germania, che sale di 5 punti a quota 134. Il differenziale Francia/Germania aumenta a 48 punti base da 45 della chiusura, sebbene resti molto sotto il picco pre-voto a 63 centesimi. Si allarga a 63 punti base lo spread Italia/Spagna, ieri sera, a conferma di come Roma sia considerata più rischiosa di Madrid.

FCA SUPERSTAR, POSSIBILE LO SPIN OFF DI JEEP E RAM

“Pensa che Jeep e Ram, da sole o insieme, siano abbastanza forti, abbastanza grandi da esistere come entità indipendenti, al di fuori di Fca, come Ferrari?”. A questa domanda di un analista, nella conference call sui risultati FiatChrysler, Marchionne ha risposto un “sì” secco, ma senza dare ulteriori indicazioni.

Anche la prospettiva di uno spin off di Jeep modello Ferrari ha contribuito alla giornata memorabile di Fca, in ascesa spettacolare dopo i conti trimestrali: +9,3% a 10,6 euro, dopo scambi per 46,3 milioni di pezzi (da una media giornaliera degli ultimi 30 giorni a 15,9 milioni). I dati hanno mostrato novità positive su tutti i fronti: l’area Nafta non ha visto il previsto declino legato al rinnovo dei modelli, ma si è rivelata tutto sommato stabile (ricavi a 17,100 da 17,136 miliardi, Ebit adjusted a 1,241 da 1,227 miliardi); l’area Emea è andata meglio delle attese (ebitda di 178 milioni) e Maserati ha portato un forte contributo alla crescita dell’Ebit adjusted (107 milioni da 16). Sale, come previsto, il debito netto industriale a 5,112 miliardi, a fine marzo, da 4,585 miliardi di fine 2016. Cala infine di oltre due miliardi la liquidità disponibile a 21,576, da 23,801 miliardi di fine 2016.

A rimorchio della performance della società automotive Exor avanza del 2,5%. Cnh Industrial +1,8%. In grande evidenza nel comparto anche Sogefi (+5,7% a 4,32 euro, massimo da tre anni), che amplia il guadagno da inizio 2017 a quasi +68%. Nel primo trimestre l’utile netto è più che triplicato a 11,6 milioni di euro, rispetto ai 2,9 milioni di euro di un anno fa. Piaggio +0,89%: Banca Imi ha alzato il prezzo obiettivo da 1,74 a 2,1 euro, confermando la raccomandazione add. 

In calo Stm (-1,7%) in attesa dei conti: stamane (ore 9.30) è prevista la conference call. L’utile netto del trimestre è stato di 108 milioni di dollari pari a 0,12 dollari per azione conto una perdita netta 41 milioni di 12 mesi fa. La società punta nel 2017 a “accrescere ricavi e espandere i margini in modo sostenibile”.

GUCCI ACCENDE IL LUSSO. VOLANO MONCLER E FERRAGAMO

Giornata memorabile anche per il settore lusso, trainato dai risultati eccezionali di Kering (+9,74%), beneficiata dalla crescita dei ricavi (+31%) delle controllate e, soprattutto, dalla performance della sua partecipata più preziosa, Gucci (+51% le vendite). Ferragamo è salita del 2,3%, Tod’s +2,8%,  Moncler +3,4%, Yoox +1,2%. 

DEBOLI GENERALI E INTESA, OGGI LE ASSEMBLEE

Seduta in sordina per il comparto finanza, alla vigilia delle assemblee di Generali (-1%) e di Intesa (-0,7%). Philippe Donnet, parlando a Trieste, ha detto ieri che “Vogliamo proteggere e rafforzare l’internazionalità delle Generali. Siamo in 60 paesi ma il 95% della raccolta premi è in Europa, dove siamo in 20 mercati e in 10 di questi siamo tra i primi 5 gruppi”, ha spiegato.

L’indice delle banche italiane ha perso l’1,2%: Unicredit è scesa dell’1,7%, Banco Bpm -2%, Ubi -0,9%, Mediobanca -1,3%.

ATLANTIA OGGI FA CASSA CON LE AUTOSTRADE

Atlantia +1,7%: oggi il Cda della società decide la cessione del 15% di Autostrade per l’Italia ad Allianz Capital Partners al prezzo di 2,3 miliardi di euro.

Autogrill +1,4%:  Deutsche Bank ha avviato la copertura con raccomandazione Buy e target price a 11,5 euro. 

In lieve rialzo Telecom Italia (+0,2%): Equita Sim (buy, Target price 1,27 euro) si aspetta nei primi tre mesi del 2017 dei conti brillanti (i dati saranno pubblicati il 3 maggio), Banca Akros (accumulate, Target 1,15 euro) sottolinea invece che oggi arriveranno i conti di Tim Brasil e per il quale gli esperti stimano un primo trimestre forte.

Avanza ancora Juventus (+7,2%).

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