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Borsa, la spinta ribassista non molla

Le scadenze tecniche, i contagi in crescita e la volatilità di Wall Street pesano sulle borse europee, che chiudono in calo. I ribassi sono guidati da Madrid, -2,25%, penalizzata dalle vendite sui titoli bancari all’indomani del via libera alla fusione tra Bankia e CaixaBank, per la nascita della più grande banca commerciale spagnola. Il settore affossa anche Piazza Affari che perde l’1,09%, scendendo a 19.524 punti, con Bper (-4,07%) e Unicredit (-3,12%) in profondo rosso. Male anche i titoli industriali: Leonardo (-3,85%) e Fiat (-3,59%).

Nel resto d’Europa soffre Parigi, -1,2%, dove il titolo Euronext (+4,28%) si è mosso però in controtendenza a seguito della notizia che Lse ha concesso la trattativa in esclusiva Euronext-Cdp EquityI insieme a Intesa Sanpaolo per la cessione di Borsa Italiana. Francoforte e Londra perdono rispettivamente lo 0,64% e lo 0,76%.

Il clima pomeridiano dei listini continentali è peggiorato dopo l’apertura di Wall Street, che è apparsa altalenante fin dal prime battute. Al momento i tre indici principali sono in ribasso. Oracle, scelta da ByteDance come “partner tecnologico” e azionista di minoranza di una futura TikTok statunitense, cede lo 0,35%, mentre il Dipartimento del Commercio Usa ha annunciato che da domenica vieterà le transazioni commerciali statunitensi con le app cinesi WeChat e TikTok.  

Anche i dati macro non aiutano: il superindice dell’economia statunitense (LEI), redatto dal gruppo di ricerca privato Conference Board, è cresciuto ad agosto dell’1,2% a 106,5 punti, contro attese per un rialzo dell’1,4%, dopo il +1,4% di luglio e il +2% di giugno, che erano venuti in seguito al calo record a marzo (-7,4%) e a quello di aprile (-6,3%). Una quota di volatilità infine è da imputarsi alla particolarità della giornata, quella “delle tre streghe”, delle scadenze tecniche di future e di opzioni su indici e azioni.

Sul mercato valutario l’euro è in lieve crescita contro dollaro (1,186) e sterlina (0,916). Fra le materie prime l’oro appare ben intonato e lo spot gold sale dello 0,6% a 1954 dollari l’oncia. Piatto il Brent, a 43,3 dollari al barile, dopo il balzo di ieri a seguito del richiamo dell’Opec e alleati, che hanno annunciato azioni nei confronti dei membri che non si conformano ai tagli alla produzione.

Sono deboli però i titoli oil di Piazza Affari, in particolare Eni -2,71% e Tenaris -2,76%. Sotto i riflettori rimane Telecom, -2,35%, che va ancora giù dopo lo scivolone della vigilia dovuto a un possibile stop dell’Antitrust europeo al progetto di costituzione di una società della rete unica sotto il controllo dell’ex monopolista.

Intanto si continua a lavorare nella direzione prestabilita. Oggi il sito del Sole 24 ore scrive che lunedì 21 settembre ci sarà l’incontro fra Cdp, Tim e gli ad degli operatori alternativi (Jeffrey Hedberg di Wind Tre; Maximo Ibarra di Sky Italia e Aldo Bisio di Vodafone) sul tema della rete unica in discussione sull’asse Tim-Open Fiber. “Si avvia così – scrive il Sole – quel percorso delineato con la conference call del 28 agosto cui, insieme ai tre ad, hanno preso parte i ministri dell’Economia Roberto Gualtieri e dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, oltre all’ad di Cdp Fabrizio Palermo.

Il numero uno della Cassa fu allora indicato come l’interlocutore delle telco. Da qui l’incontro di lunedì con all’ordine del giorno l’illustrazione dei contenuti del Memorandum of understanding siglato dai board di Tim e Cdp il 31 agosto per arrivare alla rete unica “AccessCo”.

Sul lato positivo del listino svetta  Diasorin, +5,82%, grazie ai test rapidi sul coronavirus e in vista della vaccinazione contro l’influenza stagionale. Bene Inwit, +2,83%; Banca Mediolanum +1,89%; Nexi +2,53%.

Fra i minori registra un’ottima performance De’ Longhi, +3,8%, che si allontana però da massimi storici toccati in seduta, dopo la revisione al rialzo della guidance sulle vendite per il terzo trimestre e per l’anno in corso. Il broker Equita ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo a 32,6 euro da 28,1 euro precedente.

Anche Giglio Group +4,46% e Unieuro +6,46% festeggiano i risultati del primo semestre. Stabile l’obbligazionario: 145 punti base lo spread fra decennale italiano e tedesco; 0,96% il rendimento del titolo tricolore.

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