Rallenta Piazza Affari a metà giornata, restando comunque intorno ai 22.500 punti all’indomani del Draghi Day. Rialzi e guadagni si azzerano per tutta la mattinata, salvo poi girare più verso il rosso dopo mezzogiorno. Da segnalare l’exploit di Moncler, che guadagna l’8% dopo il boom dei ricavi nei primi nove mesi del 2019 (+14%) e trascina in positivo anche l’altro titolo del lusso, Salvatore Ferragamo, secondo miglior titolo del Ftse Mib col +1,2% a metà giornata. A suggellare il tutto arrivano poi i conti del colosso del settore Kering, col fatturato che nei nove mesi cresce del 17% a 11,5 miliardi. Alla Borsa di Parigi il titolo del gruppo francese, che possiede marchi quali Gucci, Saint Laurent, Balenciaga, Alexander McQueen, Bottega Veneta, Boucheron, Brioni, Pomellato, rimbalza di quasi del 10%.
Male invece Eni dopo i conti che hanno visto sì la produzione crescere nei nove mesi, ma anche l’utile netto abbattersi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (sebbene meno della aspettative, ancora più pessimistiche, del consensus): il cane a sei zampe cede circa l’1%, ma ancora peggio fanno Unipol e Poste Italiane. Soffre infatti il comparto assicurativo, che avvia la seduta mostrandosi in perfetta sintonia con la tendenza ribassista dell’indice EURO STOXX Insurance: in particolare va male Unipol -1,45%, poi Generali -0,7% e fuori dal paniere principale Cattolica -0,9%.
Contrastate le banche, guardinghe dopo l’ultimo Consiglio direttivo della Bce guidato da Draghi, che ha confermato l’inizio del Quantitative Easing il primo novembre, cioè praticamente quando entrerà in carica il successore Christine Lagarde: Intesa Sanpaolo -0,3%, Unicredit -1,2%, Ubi Banca ancora -0,1% dopo le perdite di ieri, meglio Banco Bpm +0,3% e Mediobanca +0,23%. La banca guidata da Alberto Nagel ha appena chiuso un gran trimestre, con l’utile netto che schizza del +10%, meglio delle attese. En passant, Nagel ha ribadito che “con Del Vecchio ci sarà un confronto ma Mediobanca resta concentrata sulla strategia”.
La tendenza fiacca dei mercati è confermata anche dalle Borse estere: solo Londra va in territorio più marcatamente negativo (di circa mezzo punto percentuale alle 12), dopo l’ultima proposta del premier Boris Johnson di andare alle elezioni anticipate il 12 dicembre. In leggero calo lo spread Btp-Bund, che si affaccia sotto i 140 punti base. L’euro si apprezza sul dollaro e oggi è scambiato a 1.11199 rispetto alla valuta statunitense. Nulla di trascendentale da segnalare nemmeno sul fronte materie prime, con il petrolio che registra una tendenza appena appena ribassista: Brent a 61.5 dollari al barile, Wti a 56.1. Risalgono un po’ le quotazioni dell’oro, che torna sopra la soglia dei 1.500 dollari l’oncia.