Intesa Sanpaolo archivia l’esercizio 2014 con un utile netto contabile di 1,251 miliardi, in recupero rispetto alla perdita di 4,55 miliardi registrata nel 2013. Se si esclude l’aumento retroattivo della tassazione relativa alla partecipazione in Banca d’Italia, il risultato netto si attesta a circa 1,7 miliardi. Per il 2015 è previsto un risultato netto e corrente ancora migliore. Lo ha comunicato la Banca, precisando che il Cda ha proposto la distribuzione di un dividendo di 7 centesimi di euro per azione ordinaria e di 8,1 centesimi per le risparmio.
I conti e il dividendo superiore alle attese degli analisti hanno messo le ali al titolo in Borsa dell’istituto, che all’inizio del pomeriggio è arrivato a guadagnare cinque punti percentuali, mettendo a segno il miglior rialzo del Ftse Mib.
A dicembre 2014 Intesa Sanpaolo ha rafforzato i propri coefficienti patrimoniali, che erano già superiori ai requisiti normativi. Tenendo conto dei dividendi maturati per l’esercizio, il Common Equity ratio pro-forma Basilea 3 a regime è salito al 13,3% dal 12,3% di fine 2013, livello top tra le maggiori banche europee.
Il Common Equity ratio secondo i criteri transitori in vigore per il 2014 è risultato pari al 13,6% rispetto all’11,9% pro-forma di fine 2013. Le attività liquide ammontano a 97 miliardi. Risultano già rispettati i requisiti di liquidità Liquidity Coverage Ratio e Net Stable Funding Ratio di Basilea 3, in anticipo sulla data prevista per l’entrata in vigore a regime (2018).