Intesa Sanpaolo chiude il terzo trimestre con un utile netto di 527 milioni di euro, in calo del 28,9% rispetto ai precedenti tre mesi, ma in rialzo del 3% su base annua. Il dato normalizzato è di 448 milioni: in questo caso il calo è del 15,3%. Quanto ai numeri sui nove mesi, l’utile netto è stato di 1,929 miliardi, in calo del 12,3% rispetto allo stesso periodo del 2010, mentre il dato normalizzato ha raggiunto i 1,739 miliardi (-5,6%).
Il gruppo presenta un Core Tier 1 del 10,2%, come a fine giugno, e attività liquide per 83 miliardi di euro. I proventi operativi netti sono stati pari a 3,8 miliardi, in calo del 15,8% rispetto al secondo trimestre. Il dato risente di un risultato del trading negativo per 74 milioni. Nei tre mesi, inoltre, sono state effettuate svalutazioni su titoli governativi della Grecia per 593 milioni.
“La parte operativa è abbastanza buona. Il margine d’interesse è una sorpresa, mentre la perdita nel trading è meno di quanto ci si aspettava così come i costi sono migliori”, commenta un analista dopo aver letto i numeri della trimestrale. Numeri che poi hanno portato il titolo in Borsa ad accellerare al rialzo: poco dopo le 15 le azioni di Intesa erano in territorio positivo di oltre il 6,5%.
“Possiamo confermare la politica di dividendo“, ha detto l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera. Il gruppo stima che nel 2011 si “possa registrare un andamento coerente con il piano di impresa 2011-2013/2015, che si pone l’obiettivo prioritario di garantire una redditività sostenibile nel medio periodo, sviluppando l’attività fondata sulla relazione di lungo periodo con la clientela, calibrando controllo dei costi e investimenti, presidiando la qualità del credito e rafforzando la liquidità e la patrimonializzazione”.