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Borsa in tempesta, spread alle stelle, banche sotto tiro

FIRSTonline

I mercati, incubo dei sovranisti, hanno già emesso la loro sentenza: l’uscita dell’Italia dall’euro, più che possibile, è probabile. Si spiega così l’avvitamento sia dei titoli azionari che del reddito fisso mentre si consuma, ancor prima della presentazione in Parlamento, la parabola del governo Cottarelli. Scivolano nel vuoto le parole di Ignazio Visco nell’incontro di Banca d’Italia: “Il destino dell’Italia è quello dell’Europa”, il cui sviluppo “determina il nostro e allo stesso tempo ne dipende”.

La Borsa di Milano segnala alle 13:49 un ribasso del 3% attorno a 21.260 punti. Pesante anche il calo di Madrid -2,4% a tre giorni dalla possibile sfiducia al governo. In ribasso, ma di poco più di un punto percentuale, gli altri listini del Vecchio Continente. La crisi ha contagiato anche la moneta comune: l’euro è scivolato a 1,153, minimo da fine 2017.

E’ tornato, come previsto, sopra lo zero il rendimento dei Bot a sei mesi stamane all’asta. Per la prima volta dopo tre anni il Tesoro ha emesso 5,5 miliardi di BoT a 6 mesi con un rendimento pari all’1,213%, in aumento di ben 163 punti base rispetto all’asta del mese precedente. L’ultima vota in cui il BoT semestrale aveva registrato in asta un rendimento positivo risale al settembre 2015. Debole è stata anche la domanda che si è attestata complessivamente a 6,54 miliardi di euro per un rapporto tra domanda e offerta pari a 1,19, mai così in basso dall’aprile 2010.

Rendimento del Btp è salito a dieci anni a 3,10%, da 2,67% di ieri. Spread con il Bund intorno a 300 punti base (+70). Cadono anche le obbligazioni a più breve scadenza, come il Btp a due anni, il cui rendimento, arrivato a 1,75%, ora è a 1,60% (+70 punti base rispetto a ieri).

Lo spread Italia/Spagna raggiunge quota 150 punti base, livello toccato solo nel 2012.

Infine, il credit default swap sul debito italiano a cinque anni è schizzato a 221 punti base da 174 , toccando il massimo da ottobre 2013.

Il petrolio Brent prova a rimbalzare, sale dello 0,3% a 75,5 dollari. Eni -0,59%. Sale Saipem +0,54%.

L’altra blue chip in rialzo sulle 40 azioni che compongono l’indice FtseMib è Stm +0,4%.

Nuova discesa nell’abisso per i finanziari: l’indice delle banche perde oltre il 5%.

Unicredit perde il -5%. Intesa Sanpaolo il 6%. Tra le ex popolari Bper Banca -6%, Ubi Banca -7%. Nel risparmio gestito, Anima -6%, Poste italiane -5%.

Male anche le assicurazioni: Generali -3,5%. UnipolSai -2%. Unipol ha comprato lo 0,47%, ora è al 76,29%.

Secondo l’analisi condotta da Mediobanca Securities, l’aumento dello spread di 100 punti base in due settimane si traduce in un aumento del cost of equity di 100 punti base per le aziende esposte all’economia domestica. Per gli analisti questo si traduce in un taglio delle valutazioni in media dell’8%.

Crédit Suisse rileva invece quotate del listino di Milano hanno registrato trimestrali in crescita, pur con un euro più forte di oggi, e che il Ftse Mib ha valutazioni molto a sconto con un dividend yield superiore al 3,7% “pienamente sostenibile”.

Intanto però industriali e utility procedono in rosso. Leonardo perde il 4%. Fiat Chrysler  -2%. Telecom Italia -2,7%.

Enel -1,3%. La brasiliana Eletropaulo dice che l’asta del 4 giugno è stata sospesa da corte d’appello, secondo un filing della Borsa brasiliana, investita in questo giorni da un’ondata di vendite in coincidenza con il braccio di ferro sui sussidi alla benzina per i trasportatori.

Tra le utility. Snam [SRG.MI] -2%. Italgas [IG.MI] -1,3%. Terna [TRN.MI] -1%. Goldman Sachs taglia il target price di tutte.

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Categories: Finanza e Mercati