Petrolio sotto i 41 dollari e mercati in attesa delle decisioni delle banche centrali. Domani è la volta di Mario Draghi da cui gli operatori si attendono nuove misure di stimolo dopo i dati “gelati” sull’inflazione”. Il 16 dicembre l’appuntamento è con la Fed e potrebbe essere una “riunione storica”, nelle parole del governatore della Federal Reserve di Atlanta Dennis Lockhart. Per Lockhart esistono motivi convincenti per il rialzo dei tassi. L’economia americana “non è più in una situazione di emergenza, motivo per cui e’ ora di considerare “una politica sui tassi non legata all’emergenza”, ha detto precisando comunque che le attese sono per un rialzo dei tassi “abbastanza graduale”.
Il Ftse Mib sul finale di seduta scivola nuovamente in territorio negativo e chiude a -0,13% dopo un avvio positivo appesantito da Telecom Italia -1,92%, le banche e Mediaset -1,19%. Il rendimento del Btp a 10 anni si porta sui minimi da aprile, all’1,39%, mentre lo spread con il Bund viaggia a 92 punti base. Chiusura in rosso anche per le altre principali Borse europee con l’eccezione di Londra che strappa un +0,4%. Francoforte cede invece lo 0,63% e Parigi lo 0,18%. A Wall Street il Dow Jones cede lo 0,18% e l’S&P500 lo 0,39%. Vendite sui petroliferi (Chevron -2,08% e Exxon -1,68%) che subiscono i dati sulle scorte settimanali salite di 1,177 milioni di barili a 489,424 milioni mentre gli analisti si attendevano un dato in calo. Dopo la pubblicazione di questi numeri il petrolio Wti è arrivato a perdere il 2,8% sotto i 41 dollari al barile. Venerdì è in calendario a Vienna la riunione dell’Opec che dovrà affrontare il tema dell’accumulo delle scorte e del mancato rispetto dei limiti di produzione.
Allo stesso tempo i dati Adp sull’occupazione privata negli Usa hanno rinnovato le attese per l’avvio del rialzo dei tassi da parte della Fed in questo mese di dicembre. Secondo l’indice Adp a novembre il settore privato ha creato 217mila posti di lavoro, sopra le attese degli esperti. Ora il mercato guarda ai dati complessivi sull’occupazione attesi per venerdì.
Dopo il dato, sono scattate le vendite sui Treasury, i titoli di debito a dieci anni degli Usa. Il decennale vede rendimenti salire al 2,1692% dal 2,155% di ieri. Il titolo a tre mesi viaggia allo 0,2238%. In calo però l’indice manifatturiero Ism di New York che a novembre è sceso a a 60,7 punti dai 65,8 punti di ottobre, un lieve rallentamento che però arriva dopo il livello massimo raggiunto negli ultimi tre mesi. Il cambio euro dollaro cede lo 0,55% a 1,0574.
A Wall Street gli acquisti si riversano su Yahoo che, secondo ipotesi del Wall Street Journal, sta valutando la possibilità di vendere le proprie attività principali legate a internet e/o la cessione della propria partecipazione nel colosso cinese dell’e-commerce Alibaba. Bene anche Google e Netflix.
A Piazza Affari le vendite colpiscono Telecom Italia -1,92%. Oggi è l’ultimo giorno in cui si possono comprare le azioni per partecipare all’assemblea di metà dicembre. Ma anche i titoli finanziari. In particolare: Unipol -1,77%, Bmps -1,48%, Banco Popolare -1,4%. Intesa Sanpaolo (-0,4%), nonostante l’ad Carlo Messina abbia promesso dividendi per oltre 2 miliardi. Mediaset -1,19%. Fca -0,8% a causa delle indiscrezioni di stampa sulla decisione di rinviare il lancio di nuovi modelli, tra i quali la nuova Maserati e nuovi tipi di Alfa Romeo.
Controcorrente il settore del lusso. Corre Yoox +4,98% dopo avere annunciato che le vendite nel weekend del Thanksgiving Day, che comprende il Black Friday, sono aumentate del 50% sullo stesso periodo del 2014. Bene anche Moncler +3,69%, all’indomani dell’incontro dei vertici della società con gli investitori. Ferragamo sale dell’1,8% e Luxottica dell’1,49%. Tra i titoli migliori del Ftse Mib anche Mediolanum +1,02%. Infine, contrastati i petroliferi. Se le vendite colpiscono i petroliferi Usa, Eni chiude a +0,79%, Saipem -0,37% e Tenaris -0,5%.