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Borsa in rialzo con Unicredit e Yoox, debutto record per Snapchat

Piazza Affari resta tonica e cresce +0,39%, chiudendo a 19.440 punti, sostenuta dall’esuberanza di Ynap +4,09%, dopo i conti, dalla forza di Unicredit +2,35% e di Leonardo +2,24%. Il listino milanese svetta in un contesto europeo piatto: Londra -0,01%, Francoforte -0,06%, Parigi +0,06%, Madrid -0,36%.

Opening bell stonata per Wall Street, dopo la sbornia di record e il nuovo massimo raggiunto nell’ultima seduta, il più alto dell’era Trump. In ogni caso debutta bene Snap (titolare dell’app di messaggistica Snapchat), una delle Ipo più attese, la maggiore negli Usa dai tempi di Alibaba. Gli scambi, dopo pochi secondi dall’avvio segnano un rialzo del 45%, rispetto ai 17 dollari del collocamento fissato ieri.  

Il dollaro si rafforza, soprattutto nei confronti dello yen, nella previsione di un possibile rialzo dei tassi a metà marzo. Domani il numero uno della Fed, Janett Yellen, parlerà per l’ultima volta, prima della prossima riunione e dalla sue parole potranno arrivare ulteriori indicazioni. La convinzione che una stretta ci sarà porta il rendimento del T-bond a due anni sopra l’1,3%. L’euro perde quota contro il biglietto verde: -0,31%, 1,051.

Seduta in discesa per il petrolio, -1,69% il Brent, 55,4 dollari al barile, per il timore che le scorte Usa possano vanificare i tagli alla produzione di paesi Opec e non Opec, che hanno raggiunto già il 90% di quanto prefissato. Col dollaro in rimonta s’indebolisce l’oro: -0,96%, 1.237,54 dollari l’oncia.

Nell’Eurozona si segnala la ripresa dell’inflazione, ormai al 2%, obiettivo della Banca Centrale. Un punto d’arrivo che potrebbe riaccendere una discussione sull’opportunità di ridurre lo stimolo monetario, nel consiglio della Bce in calendario la prossima settimana. L’Eurostat ha specificato però che l’aumento più elevato è quello dei prezzi dell’energia (+9,2%), in crescita rispetto al +8,1% di gennaio, mentre il dato preliminare core a febbraio è rimasto stabile al +0,9 per cento. Nell’obbligazionario: il rendimento del decennale italiano resta in zona 2,14%, ma lo spread col Bund tedesco si restringe a 181.40 punti (-1,52%).

Nel paniere principale italiano le blue chip più gettonate oggi sono Yoox Net-A-Porter Group, dopo i conti 2016, con ricavi e utile in aumento. Positive anche le prospettive 2017, con la previsione d’investimenti, anche tecnologici, per circa 170 milioni. Giornata in grande spolvero per Unicredit, a conferma che il coraggio e la trasparenza premiano. Intanto la controllata turca Yapi Kred, ha ceduto un portafoglio di sofferenze riferite a contratti di carte di credito e prestiti personali del controvalore di 140 milioni. In rally Leonardo, con la prospettiva di un ritorno al dividendo dopo sei anni di assenza. Acquisti su Moncler, +0,95%, dopo i conti dei giorni scorsi. Nel lusso bene Ferragamo, +0,63%, mentre affonda Luxottica -1,79%. Fra i petroliferi piatta Eni +0,07%, scivolano Tenaris -0,57% e Saipem -0,79%. Bene Recordati +1,27%, che nel 2016 ha visto crescere ricavi e margini operativi; Brembo +1,54%. Sottotono Campari -0,15%, con il fatturato in crescita e gli utili in calo. In leggero ribasso Mediaset, -0,21% nonostante faccia parlare molto di sé, sia per un possibile accordo con Vivendi, che coinvolge anche Telecom (+0,64%), sia per un bilancio 2016 che potrebbe non risultare brillante come sperato.  
Nel comparto finanziario: Bper in frazionale rialzo +0,4%, con l’acquisto di Carife per la cifra simbolica di un euro. Il passo completa il processo di vendita delle quattro banche (Banca delle Marche, Cassa di Risparmio di Chieti, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara) che erano state poste in risoluzione nel novembre 2015.  Brillanti Fineco +1,36% e Azimut +0,81%. Peggior titolo di giornata è Prysmian -2,71%. 

Per chiudere una notizia dalla Svizzera: in deciso rialzo i titoli Roche (+6,91%) alla Borsa di Zurigo a seguito di risultati positivi di uno studio per testare un trattamento per la cura del cancro al seno. Gli esiti, sostiene il gruppo elvetico, dimostrano una sensibile riduzione dei rischi di recidiva e un miglioramento della sopravvivenza dei pazienti utilizzando la combinazione di due trattamenti (Perjeta + Herceptin) associata a chemioterapia al posto di un trattamento formato da Herceptin e chemioterapia. Roche sta cercando di sostituire con nuovi prodotti i medicinali con il brevetto vicino alla scadenza, come il blockbuster Herceptin che, utilizzato nel trattamento dei tumori dal 1998, ha registrato l’anno scorso un fatturato pari a 6,8 miliardi di franchi svizzeri. Secondo un analista di Citigroup i risultati positivi dello studio potrebbero aumentare il fatturato di Perjeta, pari a 1,8 miliardi di franchi nel 2016, fino a 2 miliardi di dollari all’anno.

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Categories: Finanza e Mercati