La prospettiva della ripresa dei colloqui tra Cina e Stati Uniti e la sensazione di un atteggiamento più morbido sui tassi da parte della Fed hanno permesso ai mercati di digerire, almeno in parte, la “mela avvelenata” , ovvero il profit warning di Apple. E’ stato infatti confermato che alcuni rappresentanti di Cina e Stati Uniti si riuniranno per colloqui a livello viceministeriale a Pechino il 7 e l’8 gennaio, con la speranza delle parti di porre termine a un conflitto commerciale durato ormai quasi un anno, che sta danneggiando le economie di entrambi i Paesi.
L’attenzione si concentra ora sui dati del lavoro Usa, in uscita nel pomeriggio, e sull’atteso intervento di Jerome Powell a Borse chiuse. Milano recupera intanto largamente le perdite di ieri. Piazza Affari avanza del 2% fino a sfiorare quota 18.600. E’ la Borsa migliore, galvanizzata da dati positivi per l’economia e dalla schiarita sul fronte Carige.
A dicembre il settore servizi ha registrato una crescita a 50,50 punti da 50,3 punti di novembre. Confermato il superamento della soglia dei 50 punti che separa crescita da contrazione. Le stime erano ferme a 50,1 punti. Anche l’indice Pmi composito, che unisce servizi e manifattura, ha mostrato a dicembre un miglioramento attestandosi a 50,0 da 49,3 del mese precedente.
Guadagni attorno all’1,5% per Francoforte e Madrid, Parigi solo di un punto percentuale, un filo sopra Londra +0,9%. In ripresa anche i future sulla borsa di Wall Street, che segnalano un rimbalzo dell’1,3% Il future sul Nasdaq segnala un rialzo dell’1,5%.
Lo spread Btp/Bund stabile sotto i 270 punti base, rendimento Btp decennale 2,80%. Il tasso di inflazione dell’Eurozona è sceso all’1,6 dall’1,9% di novembre.
Il petrolio avanza per il quarto giorno consecutivo, Brent +1,7% a 57,0 dollari. Quotazione sui massimi da quattro settimane grazie ai dati cinesi e alle attese di ulteriori tagli da parte dell’Arabia Saudita. Accelerano i petroliferi. Eni +2,6% ha annunciato di aver rilevato da Caelus Natural Resources il 70% del giacimento di Oooguruk in Alaska, di cui già possedeva il 30%. Situato nel Mare di Beaufort, il campo è attivo dal 2008 con una produzione pari a circa 10mila barili al giorno. Saipem +4,5%.
Il cross Euro/dollari è poco mosso a 1,141. L’oro si è spinto sui nuovi massimi da maggio a 1.295 dollari l’oncia, +0,3%, favorito dallo scenario di incertezza.
A spingere Piazza Affari contribuisce il recupero del comparto bancario, sostenuto dalla schiarita sul dossier Carige, ancora sospesa dalle contrattazioni.
Malacalza Investimenti, primo socio dell’istituto, ha reso noto “di avere espressamente manifestato” anche dopo l’assemblea “la propria posizione favorevole alla approvazione della ricapitalizzazione (400 milioni), a fronte di una naturale disponibilità del Cda a fornire a tutti gli azionisti i necessari elementi conoscitivi e valutativi utili per potersi consapevolmente esprimere, e potere assumere decisioni anche in ordine alla sottoscrizione delle nuove azioni”. La Bce ha disposto l’amministrazione straordinaria dell’istituto nominando tre commissari, tra cui gli ex vertici Fabio Innocenzi e Pietro Modiano che gestiranno la banca in stretto contatto con la Vigilanza.
Rimbalzano i Big: Intesa +3,6% e Unicredit +4%. Si cura dalle ferite provocate da Apple Stm +1,4% a quota 10,84 euro che rimbalza dai minimi da febbraio 2017 toccati in seguito al -11% di ieri.
Fca +3%, ha registrato a dicembre un incremento delle vendite negli Usa del 14% a 196.520 veicoli. Dicembre meglio delle attese. In ripresa anche il lusso. Moncler +2%, Ferragamo +0,7%.
Da segnalare Mediaset -1,7%. Il network potrebbe rilevare le quote di minoranza di Mediaset España (controllata dalla stessa Mediaset al 51,63%) e stringere un accordo con TF1 in Francia o, più probabilmente, con Prosiebensat in Germania. Morgan Stanley ha tagliato il target a 1,60 euro da 2 euro. Giudizio Underweight.
In evidenza anche Fincantieri +2,8%. Vivace il segmento dei titoli minori: Elica +7%, Digital Bros 4,6%, La Doria +3,8%.