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Borsa in netta flessione con gli occhi su Grecia e Fed

Un occhio alla Grecia e uno alla Yellen. Così le Borse hanno vissuto una giornata volatile e di attesa che si è chiusa in territorio negativo per la maggior parte delle principali Piazza europee. Parigi perde l’1,02%, Francoforte lo 0,6%, Londra lo 0,44%. Milano, che sembrava avviata a una chiusura in territorio positivo, sul finale non è riuscita è però riuscita a strappare il segno più e ha ceduto lo 0,71%. Atene ha perso il 3,1%.

Domani è in agenda l’Eurogruppo sulla Grecia ma per Pierre Moscovici, commissario per gli Affari economici e monetari, la riunione non sarà conclusiva. D’altra parte, il premier greco Alexis Tsipras si detto pronto a un “grande no” se l’accordo dovesse essere “cattivo”.

“Se si riuscirà a concludere un accordo onorevole – ha detto Tsipras, al termine di un incontro con il cancelliere austriaco, Werner Faymann – toccherà a me e ai miei collaboratori sopportare i costi della sua attuazione. Se invece non sarà così, saremo sempre noi a dire un grande no a una politica che è catastrofica per la Grecia”.

GREXIT, UNA CRISI INCONTROLLABILE. ATTESA PER LA YELLEN

Nel suo rapporto annuale sulla politica monetaria, la Banca centrale greca ha messo in guardia sulle conseguenze di un’uscita della Grecia dall’Euro. L’accordo della Grecia con i suoi creditori “è della massima importanza” e in caso di fallimento del negoziato “ci sarà una crisi incontrollabile” con l’uscita dall’euro e “molto probabilmente” dall’Unione europea. Una “crisi del debito controllabile, come è quella che stiamo gestendo con l’aiuto dei nostri partner – scrive la banca centrale di Atene – si trasformerebbe a valanga in una crisi incontrollabile con grandi rischi per il sistema bancario e la stabilità finanziaria. Lo spread Btp-bund chiude ancora sopra i 150 punti base e il rendimento del Btp decennale è al 2,31%.

Wall Street ha aperto in rialzo ma si mantiene prudente con i tre principali indici che viaggiano a ridosso della parità.b Il mercato aspetta il Fomc che oggi conclude la riunione di due giorni sulla politica monetaria e che questa sera alle 20 comunicherà la decisione sui tassi di interesse. Le attese sono per il mantenimento dell’attuale livello del costo del denaro. In agenda anche la conferenza stampa di Janet Yellen da cui il mercato si attende indizi sulle prossime mosse. Il ragionamento del mercato è che i dati economici contrastanti e lo stallo in Grecia abbiano reso più complicata la prospettiva di un aumento dei tassi di interesse. Secondo i dati Bloomberg, il 47% dei tarders ritengono probabile un aumento a settembre, ma la percentuale è in calo dal 53% di una settimana fa.

Sul fronte macroeconomico, le richieste settimanali Usa di mutui sono scese del 5,5% nella settimana terminata il 12 giugno, con le richieste di rifinanziamento che sono calate del 6,9% e quelle di nuovi prestiti sono diminuite del 4,2%. Le scorte di petrolio sono diminuite di 2,676 milioni di barili, oltre le attese degli analisti. Il petrolio Wti cede lo 0,58%. Il cambio euro dollaro è stabile a 1,1243.

BOOM PER L’IPO INWIT. MPS GUARDA AL DOPO PROFUMO

A Piazza Affari i riflettori si sono accesi su Telecom Italia che nella seduta è salita fin sopra il 3% in scia alle speculazioni sulla francese Vivendi che fra pochi giorni entrerà in possesso dell’8,3% di Telecom ma punterebbe al 10-15%. Nel frattempo, oggi è stato stipulato l’atto di scissione di Telco che diventerà efficace a partire dall’iscrizione nel Registro delle Imprese delle società beneficiarie. Il titolo nel pomeriggio ha perso però quota e ha chiuso in rialzo dello 0,45%.

Intanto successo per Inwit, la controllata delle torri di Telecom Italia, che ha chiuso con un boom di richieste per l’ipo di Inwit. L’offerta è risultata coperta circa sette volte a 3,65 euro per azione. Tra i migliori titoli del Ftse Mib troviamo invece Mps che balza del 4,76%. Secondo Il Messaggero Pietro Modiano è in pole-position per la presidenza di B.Mps al posto di Alessandro Profumo che potrebbe verificarsi in anticipo, a luglio e non ad agosto.

Per le altre banche seduta nel complesso debole con Banco Popolare che sale dello 0,49%, mentre Unicredit cede l’1,73%, Bpm lo 0,66%. Ubi Banca lo 0,5%, dopo una mattinata sugli scudi all’indomani del via libera del consiglio di sorveglianza allo statuto della futura Spa.

Bene anche A2A +1,95%. Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, A2A ha firmato una lettera di intenti, finalizzata a una integrazione di carattere industriale, con Linea Group, multiutility che vede tra i principali azionisti i Comuni di Cremona, Lodi, Pavia e Crema.

Tra le utilities minori in fermento anche Iren +3,83%, dopo un balzo di oltre il 5%, dopo il piano industriale che prevede un raddoppio rispetto ai livelli del 2014. In fondo al Ftse Mib c’è Stm -2,64%, Azimut -2,63%, Finmeccanica -2,06%, Unipolsai -1,91% e Saipem -1,82%.

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