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Borsa in altalena, banche contrastate, spread stabile

Dopo la corsa di lunedì, Piazza Affari risente dell’incertezza e altrettanto fanno i listini europei che scontano anche l’incognita Brexit – In risalita il petrolio – Nel paniere principale brilla Banca Generali, realizzi su Saipem e Eni – Telecom Italia in calo mentre il Senato approva gli incentivi alla fusione con Open Fiber

Borsa in altalena, banche contrastate, spread stabile

Contrastata la Borsa italiana dopo lo strappo di inizio settimana: inizio debole, reazione al rialzo poco dopo le dieci. In lieve ribasso (-0,33%  sotto quota 19.200) attorno alle 13.30. Fiacche le altre piazze del Vecchio Continente: Francoforte e Parigi -0,3%, Londra -0,23%. Positiva Madrid +0,1%. L’euro si indebolisce a 1,131 sul dollaro.

Stamane il commissario Ue Pierre Moscovici ha detto che “la Commissione è aperta al dialogo perché è in un quadro comune che dobbiamo trovare una soluzione e questo quadro comune è la zona euro”, le cui “regole non sono né rigide né stupide. Sono flessibili”. Poi ha precisato che “i cambiamenti sono possibili e necessari”.

In lieve rialzo lo spread a 291 punti base, +1 punti base, 3,26% il rendimento del decennale.

Il Tesoro ha collocato Btpei con scadenza al 15 maggio 2023 (1 miliardo di euro a rendimento 1,45%) e Ctz con scadenza a novembre 2020 (il rendimento si abbassa a 0,995 da 1,626, il minimo da settembre.
In lieve rialzo lo spread a 291 punti base, +1 punti base, 3,26% il rendimento del decennale.

Sono state annullate le aste di titoli a medio-lungo termine previste per il 13 dicembre 2018. Lo ha comunicato il ministero dell’Economia e delle Finanze. La decisione è stata motivata “dall’ampia disponibilità di cassa” e dalle “ridotte esigenze di finanziamento”. Tutte le altre aste fissate a dicembre si svolgeranno regolarmente.

Nuovi segnali d’allarme spuntano nell’economia reale. L’indice sulla fiducia delle imprese manifatturiere, in novembre è sceso a 104,4 da 109,0 di ottobre. Anche l’indice sulla fiducia dei consumatori registra una pesante battuta d’arresto, in novembre scende a 114,8 da 116,5 di ottobre.

Prova a risalire il petrolio: Brent +1% a 61,1 dollari il barile. Il mercato è convinto che, nonostante l’opposizione di Donald Trump, il 6 dicembre l’Opec taglierà la produzione di circa un milione di barili al giorno.

Saipem cede l’1,6% dopo il balzo della vigilia, anche se Exane Bnp Paribas ha alzato oggi il giudizio a “outperform” da “neutral”. Nel settore Eni cede 0,6%. Tenaris -1,4%.

Dopo la corsa di lunedì le banche perdono lo 0,3% anche dopo i tagli del target operati da Morgan Stanley su diversi istituti. Bper scende del 3,5%, Intesa piatta. Avanza Banca Generali +3,3%, rallenta Banca Mediolanum -1,7%. Unicredit -0,6%. Forti oscillazioni per Carige +5,9%.

Fiat Chrysler +0,51% si assesta dopo il balzo in avanti della vigilia sull’onda della notizia della possibile cessione di Comau per un prezzo compreso tra 1,5 e 2,0 miliardi di euro, circa 15/20 volte l’utile operativo.

In lieve ribasso Telecom Italia -0,5%. La Commissione Finanze Senato ha approvato nella notte i due emendamenti di M5s e Lega che incentivano l’aggregazione fra le reti telefoniche.

Tra i titoli minori Cellular Line +1,9% a 8 euro dopo un accordo di distribuzione con Samsung.

Balzo di Zucchi +9,3%: il Cda ha approvato la sottoscrizione di nove contratti con Descamps per rafforzare la partnership commerciale tra le parti.

 

 

 

 

 

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